Intervista alla consigliera comunale Giulia Mazzarelli (PD)
Consigliera Mazzarelli, il 18 luglio è stato presentato un progetto di rilancio dell’aeroporto di Ampugnano da parte di ENAC Servizi, con un investimento annunciato di oltre 34 milioni di euro. Lei ha presentato un’interrogazione molto articolata. Cosa l’ha spinta a farlo?
“L’interrogazione nasce dalla necessità di fare chiarezza. Quello che è stato presentato come un grande piano per il rilancio dello scalo senese ha tutti i contorni dell’annuncio mediatico, ma mancano molti elementi fondamentali: atti amministrativi, coerenza con la pianificazione territoriale, un confronto con la cittadinanza. Serve capire se c’è una vera progettualità, con coperture economiche e autorizzazioni, o se siamo davanti all’ennesimo spot senza radici nella realtà”.
Il progetto prevede 34,5 milioni di euro, 4 voli al giorno tra Siena e Roma Urbe, aerei da 9 posti e anche un impianto fotovoltaico da 16 milioni. Non è un segnale positivo?
“Non nego che l’idea possa sembrare interessante, e anzi, qualunque proposta di sviluppo va valutata senza pregiudizi. Ma la questione è: con quale trasparenza, con quali garanzie, e soprattutto, con quale visione per il territorio? Chi presenta il titolo edilizio? Chi gestirà lo scalo? C’è un parere dell’Agenzia del Demanio? Tutte queste risposte mancano. E sono domande fondamentali, non tecnicismi”.
Lei ha sollevato dubbi anche sulla coerenza del progetto rispetto alla programmazione regionale. In che senso?
“La Regione Toscana ha un Piano Regionale dei Trasporti e un Piano Aeroportuale che devono guidare le scelte strategiche. È lecito domandarsi: questo progetto si inserisce in quella visione? Oppure nasce in modo isolato, senza coordinamento? Un potenziamento del traffico aereo ha impatti significativi e non può essere deciso in una conferenza stampa”.
Nel testo dell’interrogazione si parla anche delle altre infrastrutture della zona: ferrovie, strade, collegamenti con Roma e Firenze. Qual è il legame?
“È un punto centrale. Parliamo di un aeroporto in un territorio che ancora attende il completamento dell’asse E78, che ha una Siena-Firenze da ammodernare con la terza corsia, una Siena-Bettolle in condizioni critiche, e una ferrovia Siena-Firenze che vedrà l’elettrificazione forse entro il 2029. Non esiste un collegamento diretto con Roma, né con Arezzo. Come può reggersi un aeroporto senza un tessuto di trasporti efficienti attorno?”
Il Comune di Siena, secondo la sua interrogazione, non partecipa più al fronte unitario che ha portato avanti le battaglie infrastrutturali. Quando è successo?
“Dal 2018 il Comune si è progressivamente sfilato da quel fronte compatto che ha sempre visto insieme enti locali, sindacati, categorie economiche, parlamentari e Regione. Quella sinergia ha portato a risultati, pur partendo da una situazione di svantaggio storico. Oggi, invece, si preferisce inseguire singole iniziative, talvolta scollegate tra loro e poco condivise”.
Cosa chiedete concretamente alla Sindaca e alla Giunta?
“Chiediamo innanzitutto trasparenza: vogliamo sapere quali sono le attività che il Comune ha messo in campo per sollecitare opere fondamentali come le strade e le ferrovie. Chiediamo chiarimenti sulla governance dello scalo, sull’eventuale coinvolgimento finanziario del Comune, sulla coerenza urbanistica. Ma soprattutto chiediamo partecipazione: la cittadinanza, le forze sociali, le istituzioni del territorio devono poter dire la loro. Si deve avviare subito un percorso pubblico di confronto, prima che si prenda qualunque decisione definitiva”.
Qual è, in definitiva, la vostra posizione sul progetto?
“Siamo pronti a valutare ogni proposta utile allo sviluppo del territorio, ma non a qualsiasi costo e non senza coinvolgimento democratico. Se vogliamo parlare seriamente di rilancio economico e infrastrutturale, allora serve una visione ampia, pianificata, condivisa. E non l’improvvisazione o il protagonismo politico”.