Suppletive. Si vota a ottobre, questa tornata extra per riassegnare il seggio alla Camera di Pier Carlo Padoan ha già un peso nazionale, ma è scarso l’interesse percepito degli elettori. In pochi sono quelli che sanno di cosa si tratta e soprattutto quando si vota.
I candidati e i partiti – chi in un modo chi nell’altro – alzano i toni della polemica per abbattere il muro dell’indifferenza. Assistiamo a un po’ di tutto.
Enrico Letta che ci mette il futuro della sua permanenza a segretario del Partito Democratico, magari invogliando – siamo troppo maliziosi? – qualcuno a giocargli un tiro mancino… Qualcun altro, del centrodestra – rimasto anonimo, ma si parla di entourage versiliesi della Lega – chiede, gettando il sasso e nascondendo la mano, di trovare un altro candidato più forte rispetto a Marrocchesi Marzi e fa arrivare lo “spiffero” alla Rai. In molti poi ci “infilano” il futuro del Monte dei paschi.
Ha ragione il sindaco di Siena a chiedere che sulla Banca oltre ai “tecnici” parli la politica con la “P” maiuscola. Quello che Luigi De Mossi chiede alla politica, è di non essere rivolta all’indietro e neppure verso la punta delle scarpe, ma di saper guardare bel oltre il proprio naso e saper trovare una “sintesi” utile al futuro della città.
Se le suppletive diventassero un confronto vero ne guadagnerebbero tutti.