È Drago, onore al popolo di Camporegio. Ma quella che doveva essere una serata magica, il ritorno alla normalità, si è trasformata in una sorta di incubo per le vicissitudini nell’ora trascorsa alla mossa. Le contrade uscite dall’entrone, già ridotte a 8 per assenza l’Istrice e Civetta escluse per i problemi fisici dei rispettivi cavalli, hanno corso in 6, perdendo per strada il Leocorno per un lieve infortunio a Volpino che ha sbattuto nel verrocchino, e il Bruco per la caduta del fantino Scangeo in una delle tante partenze false. Situazione irreale che probabilmente ha spinto il mossiere Bircolotti a non invalidare la partenza data dalla Pantera, finita di rincorsa, quando Lupa, Valdimontone e Chiocciola non erano pronte. La corsa a tre ha visto primeggiare Camporegio, potenza di Zio Frac e maestria di Tittia hanno avuto la meglio riuscendo a mantenere il primo posto nonostante i tentativi di sorpasso di Pantera e Torre. Questa la storia del Palio di Provenzano e mentre il popolo del Drago festeggia, Siena si interroga su cosa non ha funzionato, sulla festa che non è stata.