Tantissimi stamani alla manifestazione-corteo indetta dai sindacati Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm a sostegno dei lavoratori di Beko Europe. Ritrovo a La Lizza, corteo fino a Piazza del Campo, ritorno a Piazza Salimbeni per i comizi conclusivi.
Intorno ad essi – sono 299 i lavoratori e lavoratrici della Beko di Siena (ex Whirlpool) – c’è stata un’attivazione bipartisan. Oltre lavoratori e sindacalisti, hanno preso la parola il sindaco di Siena Nicoletta Fabio e il senatore del Pd Franceschelli.
Venerdì scorso lo stesso Eugenio Giani, governatore toscana che presto sarà a nuove elezioni, si era presentato ai cancelli dello stabilimento di viale Toselli per stigmatizzare la decisione del gruppo Arcelik (proprietario di Beko) che aveva comunicato al tavolo del Mimit la chiusura nel giro di pochi mesi di due stabilimenti in Italia e un piano di esuberi che riguarda quasi 2mila persone.
Il Presidente della Toscana nella circostanza ha avuto a dire che “la chiusura sarebbe un oltraggio a tutto il territorio regionale, e da questo annuncio prende avvio una battaglia esemplificativa della Toscana del lavoro e dell’industria (…). Non si può liquidare un’esperienza di questo genere e per noi quella della Beko è una vertenza simbolo del modo con cui la Toscana vuole affrontare un momento cruciale per il nostro futuro industriale”.
Per Giani “non possiamo far pensare che chi viene in Toscana acquista uno stabilimento per conquistare quote di mercato e poi se ne disfa come e quando vuole per ragioni opportunistiche di mercato”.
Venendo a questa mattina la nota rilasciata dal Comune valorizza come la città abbia dato una risposta evidente: “c’erano senesi affacciati alle finestre, c’è una piazza piena perché questi lavoratori sono un simbolo della città di Siena”.
“Adesso – ha sottolineato Fabio – è il tempo non solo della commozione, non solo delle parole di solidarietà che sicuramente sono importanti e rassicuranti per i lavoratori che stanno rischiando il loro posto insieme alle loro famiglie, ma è anche il tempo dell’orgoglio, del coraggio. Oggi è presente la politica a tutti i livelli e bisogna lottare insieme, ciascuno per quello che gli compete: il Comune di Siena, i Comuni contermini, la Provincia, la Regione, il Governo, anche l’azienda”.
“Questo sito deve rimanere un sito industriale – ha rimarcato il Sindaco –, su questo il Comune farà tutto quello che è in suo potere, perché non possiamo rinunciare a quella che è una delle poche realtà di natura industriale di questo territorio”.
Tra gli intervenuti in piazza Salimbeni anche il cardinale Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena- Colle di Val D’Elsa-Montalcino per testimoniare la solidarietà e la vicinanza della Chiesa ai dipendenti di cui verrà chiuso lo stabilimento in città per decisione della proprietà.
Secondo Gianluca Scarnicci, portavoce del Cardinale: “è stata evidenziata la necessità di fare rete tra istituzioni, chiesa, sindacati e società civile per essere accanto a chi rischia di perdere il proprio posto di lavoro con ricadute sociali ed economiche importanti e preoccupanti su tutto il territorio. Un disagio che certamente verrà intercettato e sostenuto dai centri di ascolto della caritas”.
Il movimento politico Per Siena, lista di minoranza, ha diffuso poi una nota nella quale ha espresso il proprio apprezzamento per l’impegno, l’interesse e la vicinanza che il Sindaco Nicoletta Fabio ha dimostrato nei confronti della delicata vicenda di Beko. “Tuttavia – aggiungono -, è giunto il momento di passare dalle parole ai fatti, coinvolgendo attivamente il Governo per trovare soluzioni concrete volte a scongiurare le pesanti ricadute economiche e sociali che questa chiusura potrebbe comportare per il nostro territorio. Siena non può permettersi di perdere un polo industriale così significativo senza un piano strutturato per il futuro”. Per Siena indica come soluzioni la reindustrializzazione dell’area, favorendo l’insediamento di nuove imprese e la riqualificazione delle attività, puntando su settori strategici come le energie rinnovabili e la domotica.