Siena era e resta “contendibile”. Pronta a votare per il centrodestra ma anche per il centrosinistra. Come è dimostrato dal voto raggranellato a Siena da Eugenio Giani e dai candidati del Pd, Simone Bezzini per primo, alle ultime elezioni regionali.
Probabilmente se qualcuno cerca una città che va in “soccorso del vincitore”, pronta a dare il “voto utile”, questa è proprio Siena. Fine delle ideologie? A guardar bene, probabilmente sì; tutte tranne una: l’antifascismo. O più semplicemente tramonto di tante illusioni e ricerca di una nuova classe dirigente.
I sondaggi del Sole 24 ore faranno discutere. Non si può dire che il consenso del 50 per cento dell’attuale sindaco De Mossi lo porti a svettare in campo nazionale, ma è tutt’altro che da buttare. Perché per organizzarne un altro 50 avverso, chi volesse batterlo fra circa due anni, ha da fare molta strada. Trovare una vera politica di opposizione e soprattutto un candidato e una coalizione capaci di organizzare il resto “del mondo”.
Più facile a dirsi che a farsi. Tutto è possibile, ma sarà assai più facile che De Mossi lavori sui suoi “punti di debolezza” e conquisti il punto sicuro della vittoria al primo turno. Non è detto ma vedrete che il gioco starà tutto qui: De Mossi che punterà a vincere al primo turno e l’opposizione al secondo.
Ma non anticipiamo troppo… tra sondaggi, gradimento e voti effettivi un po’ ce ne corre e poi…tanta acqua deve ancora passare sotto i ponti.