Tra voli annunciati e alternative possibili, la vicenda dello scalo senese si fa paradigma di un confronto mancato
Nelle ultime settimane l’aeroporto di Ampugnano è tornato con forza nel dibattito pubblico e politico, ma più che di un decollo vero e proprio, si ha l’impressione di assistere a un atterraggio forzato del confronto istituzionale. Il sopralluogo dei vertici ENAC e ENAC Servizi avvenuto nei giorni scorsi, su invito di esponenti di Fratelli d’Italia, ha infatti sollevato un caso che rischia di lasciare strascichi profondi nei rapporti tra i livelli locali, regionali e nazionali. Il Comune di Sovicille, nel cui territorio sorge l’aeroporto, lamenta di essere stato completamente escluso da ogni confronto, relegato a spettatore di un progetto che lo riguarda in prima persona. Nessun invito, nessun passaggio informativo, nemmeno un gesto di cortesia istituzionale. Eppure si parlava del rilancio di un’infrastruttura strategica, non della sistemazione di un’aiuola.
Il sindaco Giuseppe Gugliotti ha affidato a un lungo e articolato post su Facebook la sua protesta, ma anche una riflessione più ampia su ciò che è venuto a mancare: il rispetto per le istituzioni locali, la trasparenza nel confronto, l’idea stessa che il futuro di un territorio si costruisca insieme. Gugliotti ha parlato di “approccio padronale”, di una politica che si muove come se il territorio fosse proprietà privata di chi lo governa. E non si è limitato alla critica: ha rilanciato le due proposte che il Comune ha già trasmesso a ENAC Servizi, entrambe corredate da copertura finanziaria. Da un lato, un centro sportivo multifunzionale da realizzare nei terreni demaniali adiacenti ma esterni alla pista, pensato per aumentare l’attrattività turistica e offrire servizi alla comunità. Dall’altro, un parco fotovoltaico all’interno del sedime, che non interferirebbe con l’attività di volo e che potrebbe generare energia rinnovabile per l’intera area.
Sono progetti che parlano una lingua diversa rispetto a quella dei jet privati e dei voli d’affari, ma che non per questo sono meno ambiziosi. Anzi. Soprattutto se si incrociano con l’idea di un vero e proprio campus sportivo internazionale lanciato da Giuseppe Giambrone e Piero Spinelli, che vedrebbe proprio nella zona dell’aeroporto un potenziale snodo per l’alta formazione sportiva. Si parla di piste di atletica, piscine, residenze per atleti, sponsor internazionali, sinergie con università. Anche qui, si tratterebbe di un investimento di milioni, in grado di tenere insieme sviluppo, formazione, turismo e qualità della vita.
Tutto questo, però, è finora rimasto fuori dalla narrazione ufficiale. E il motivo è normativo, prima ancora che politico. L’aeroporto di Ampugnano è un’infrastruttura di interesse nazionale, soggetta al Codice della Navigazione: l’area è demaniale, la competenza esclusiva è di ENAC. Questo consente all’ente di operare anche in deroga alle normative urbanistiche comunali. Di fatto, il Comune di Sovicille può essere ascoltato, ma non ha diritto di veto. Eppure, questo assetto legale non basta a giustificare la totale assenza di confronto. Perché ogni scelta infrastrutturale ha impatti sul territorio, sulla mobilità, sull’ambiente, sull’economia locale. E nessuna legge impedisce a ENAC o a un deputato di coinvolgere chi amministra quelle comunità.
Ed è proprio per contrastare questa dinamica che la vicenda è approdata anche in Consiglio regionale. Il consigliere Stefano Scaramelli (Italia Viva) ha depositato un atto di indirizzo che chiede alla Giunta di farsi parte attiva nel processo di rilancio dello scalo. La proposta prevede il coinvolgimento della Regione Toscana – anche attraverso Toscana Aeroporti – e sottolinea in modo esplicito la necessità di un confronto istituzionale esteso, che includa Sovicille, Siena e le rappresentanze economiche e sociali del territorio. È il primo tentativo concreto di riportare il dibattito in una sede pubblica e politica, riconoscendo che ogni decisione strategica deve passare per una discussione trasparente. Per Gugliotti, che fino ad oggi ha dovuto inseguire notizie apprese “di straforo”, è un primo passo importante: significa che le sue richieste non sono rimaste isolate, e che il confronto può riaprirsi anche a livello regionale. Ora tutto dipenderà dalla discussione in Aula, dalle reazioni della Giunta, e dalla volontà di trasformare un atto di indirizzo in una vera cornice di governance condivisa.
Nel frattempo, mentre si attende di conoscere i contenuti ufficiali della conferenza stampa con ENAC, si infittisce anche il fronte di chi propone visioni alternative. Tra queste, quella lanciata da Giuseppe Giambrone e Piero Spinelli – un campus sportivo internazionale da realizzare nell’area aeroportuale – ha suscitato attenzione per ambizione, investimenti potenziali e apertura al privato. Anche questo progetto non esclude la coesistenza con l’aeroporto, ma lo integra in una logica diversa, più centrata sulla permanenza che sulla mobilità.
Nel frattempo, circola la notizia che lo scalo possa essere intitolato a Santa Caterina da Siena. È un gesto simbolico, che intende legare l’infrastruttura a una figura carismatica e universale del territorio. Ma il sindaco Gugliotti, pur dichiarandosi felice, invita chi oggi la evoca a leggerne davvero le parole: Caterina parlava ai “signori difensori della città” ricordando che il potere non è proprietà, ma servizio. Che le città sono affidate in custodia, non concesse in eredità. E che chi governa deve prima di tutto ascoltare.
Il futuro di Ampugnano, insomma, non è ancora scritto. Potrà essere un piccolo scalo passeggeri, un hub per voli privati, un campus sportivo d’eccellenza, un distretto energetico. O forse una combinazione di tutto questo. Ma ciò che farà davvero la differenza sarà il metodo con cui si deciderà. La forma, stavolta, è sostanza. E il modo in cui istituzioni, comunità e cittadini sapranno parlarsi – o evitare di farlo – dirà molto del territorio che vogliamo costruire