Dal libro di Stefano Bisi a un anno di memoria antifascista. Verso il pellegrinaggio del 3 ottobre.
Nel primo articolo abbiamo raccontato il viaggio di Le dittature serrano i cuori, il libro di Stefano Bisi che ci accompagna nei luoghi e nella memoria dell’antifascismo.
Nella successiva intervista l’autore ha spiegato il senso del suo lavoro e la proposta di un “Itinerario per la Libertà” da realizzare il 3 ottobre 2025, nel centenario della “Notte di San Bartolomeo”.
Quella notte, tra il 3 e il 4 ottobre 1925, a Firenze vennero assassinati Giovanni Becciolini, Gustavo Console e Giulio Pilati, colpevoli di non piegarsi al regime fascista.
A cento anni di distanza, la città e chi crede nei valori democratici si preparano a fare memoria.
Negli ultimi mesi il libro di Bisi ha viaggiato in molte città, non solo in Toscana.
Presentazioni, incontri nelle scuole, dibattiti pubblici: un percorso per riaccendere l’attenzione su nomi, volti e storie che rischiavano di scolorire nel tempo.
A Firenze, il ricordo si è intrecciato con iniziative culturali, spettacoli, visite guidate e performance.
Nei prossimi mesi il momento centrale sarà lo “Itinerario per la Libertà”, un pellegrinaggio laico nei luoghi degli eccidi: via dell’Ariento, via Bertelli, via Dandolo.
Un percorso serale che vuole trasformare la memoria in esperienza condivisa.
Le scuole, le associazioni e le istituzioni locali stanno lavorando per arricchire il calendario, con letture pubbliche, incontri storici e attività dedicate alle nuove generazioni.
Quella notte sarà ricordata non con un rito stanco, ma un atto collettivo di memoria viva.
Camminare per le strade dove caddero Becciolini, Consoli e Pilati significherà restituire loro visibilità, pronunciare i loro nomi, capire che la libertà è una conquista quotidiana.
A cento anni di distanza, Firenze diventerà un luogo di testimonianza diffusa: silenzio, passi e parole per dire ancora oggi “non mollare”.
Il centenario sarà così non solo un anniversario, ma un invito a riflettere sul presente. Perché ricordare non è guardare indietro: è decidere, insieme, quale futuro vogliamo difendere.
(Nella foto, da sinistra, Becciolini, Console e Pilati)