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martedì, Maggio 6, 2025

Dalì arriva a Montepulciano

A Palazzo Bracci di Montepulciano dallo scorso 25 aprile è visibile la mostra su Salvador Dalì. Nelle storiche sale in Via di Voltaia nel Corso 53 la mostra resterà fino al 11 gennaio 2026. L’esposizione intitolata “Eat me” ed è dedicata al rapporto tra arte e cibo nell’opera del maestro surrealista Salvador Dalì.

Il tutto è introdotto dalla monumentale scultura Omaggio a Tersicore (fotocopertina), collocata presso Porta al Prato, che si trova all’ingresso del centro storico poliziano.

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La mostra presenta oltre cento opere originali, tra cui sculture, grafiche, oggetti di design e pezzi unici, provenienti dalla prestigiosa collezione privata di Beniamino Levi, che è un esperto d’arte moderna e un rinomato gallerista che ha organizzato centinaia di mostre in tutto il mondo.

Collaboratore di artisti del calibro di Giorgio De Chirico, Lucio Fontana, Joan Miró e Pablo Picasso, il suo sodalizio più significativo è stato con Salvador Dalí, geniale artista surrealista nato a Figueres, in Catalogna, una delle figure più iconiche della prima metà del Novecento.

Dalì e Levi si incontrarono negli anni sessanta presso l’illustre hotel parigino Le Maurice, dove Dalí alloggiava a partire dalla fine degli anni Cinquanta e dove rimase fino al 1989, anno della morte. In quell’occasione, Levi poté conoscere anche Enric Sabater, segretario e stretto collaboratore dell’artista catalano, con il quale instaurò un solido legame destinato a perdurare nel tempo.

Oggi, questa collezione è promossa sotto il marchio The Dalí Universe, che è presente in prestigiosi musei e sedi espositive in oltre trenta Paesi, continuando a diffondere l’eredità visionaria dell’artista catalano nel corso del tempo. Attraverso simboli ricorrenti come uova, aragoste, fagioli e formaggi molli, l’esposizione esplora il legame ossessivo e simbolico che Dalí ha avuto con il cibo, trasformando gli alimenti in linguaggio estetico, psicoanalitico, erotico e spirituale.

Visitare questa mostra mette in risalto la natura artistica dell’autore e del suo messaggio importante su i vari temi su i quali si è orientato per la loro realizzazione e per questo prenderò in esame alcuni suoi pensieri per le sue creazioni artistiche.

Il cibo per Salvador Dalì è sempre un simbolo, una sua ossessione ed è sempre stato affascinato dalla morfologia e dalla consistenza dei vari alimenti come le lumache, i formaggi, le uova e dai loro vari colori. Infatti nelle sue opere compaiono queste varietà alimentari che evocano simboli che spaziano dalla sessualità alla memoria come anche dalla vita alla morte.

Per esempio Dalì associa la lumaca ad un dualismo, infatti il guscio duro esterno e il suo interno molle e quindi il corpo e l’inconscio e così considera anche l’uovo e l’aragosta. Visitare questa mostra ci porta a valutazioni sia psicologiche che anche scientifiche, infatti è preso in attenzione anche lo studio della forza gravità nella palla che trattenuta da un filo, mette in equilibrio una scultura. Poi si possono ammirare gli orologi molli che non hanno una forma circolare e le lancette si muovono in spazzi allungati ed ondulati.

La scultura della donna Woman Aflame è la figura femminile, che ha nel suo torace dei cassetti aperti che rappresentano il mondo interiore con i segreti inesplorati. Le fiamme che avvolgono la figura rappresentano l’eros e la passione che ci consumano e le stampelle sono i sostegni che ci aiutano a non perdere il controllo.

Questo è un evento dove trionfa l’arte sia nella scultura che nei dipinti e trasmette la mente del grande Dalì ed il suo messaggio arriva in maniera diretta e molto affascinante e coinvolgente.

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