Europa Verde Toscana ha vissuto un momento cruciale per il proprio futuro politico: l’assemblea regionale del 15 febbraio a Pisa, presso la Stazione Leopolda, ha rappresentato l’occasione per eleggere i nuovi organi dirigenti e definire la strategia per i prossimi anni. Oltre alla nomina dei due portavoce regionali, sono stati scelti i membri dell’esecutivo e i rappresentanti toscani nel Consiglio Federale nazionale.
L’incontro non è stato solo un’occasione elettorale, ma anche un importante momento di confronto sulla linea politica del movimento, in un contesto segnato da grandi sfide ambientali, economiche e sociali. La mozione presentata da Eros Tetti e Cecilia Bassi, attuali co-portavoce, ha proposto una visione ambiziosa: trasformare la Toscana in un laboratorio nazionale per la sostenibilità , il Buon Governo e il Buon Vivere.
Negli ultimi anni, il partito ha attraversato una fase di rinascita. Dopo un periodo di commissariamento e difficoltà organizzative, Europa Verde Toscana è riuscita a ricostruire una presenza politica significativa, grazie a un impegno costante nelle elezioni regionali, amministrative e politiche. L’adesione all’Alleanza Verdi e Sinistra ha contribuito a rafforzare la sua voce, rendendola sempre più ascoltata nelle istituzioni e nel dibattito pubblico.
La mozione per il rinnovo delle cariche ha segnato una tappa fondamentale di questo percorso. Il documento ha sottolineato la necessità di una governance più inclusiva e rappresentativa, con una maggiore attenzione alle diverse sensibilità territoriali e alle istanze sociali. In questo quadro, è stata introdotta una nuova figura, il coordinatore dell’esecutivo, che lavorerà in sinergia con i due portavoce per garantire una gestione efficace e partecipata del partito.
Europa Verde Toscana si è proposta come forza trainante nella transizione ecologica e sociale della regione. La mozione ha evidenziato alcune delle principali criticità ambientali: la tutela delle Alpi Apuane, la gestione dei parchi naturali, il consumo di suolo e le bonifiche dei siti contaminati (SIN e SIR). A queste si sono aggiunti problemi strutturali come la carenza di verde pubblico nelle città e l’isolamento delle aree interne.
Il documento non si è limitato alla denuncia, ma ha proposto una visione alternativa basata su tre pilastri:
1. Giustizia climatica e ambientale – Un modello di sviluppo sostenibile che valorizzi il patrimonio naturale della Toscana senza cedere alle logiche della speculazione.
2. Giustizia sociale – Un’economia più equa, con opportunità di lavoro dignitoso, case accessibili e servizi di qualità per tutti i cittadini.
3. Partecipazione democratica – Un coinvolgimento attivo della popolazione nelle scelte politiche, per costruire insieme un futuro più sostenibile e solidale.
L’obiettivo dichiarato di Europa Verde Toscana è stato quello di riportare la regione a essere un esempio di Buon Governo, come accadde in passato con il Piano Paesaggistico. La mozione ha immaginato una Toscana in cui le città fossero più verdi e accessibili, i borghi tornassero a essere luoghi vivi e attrattivi, e la mobilità sostenibile permettesse a tutti di spostarsi senza dipendere dal traffico privato. È stata inoltre sottolineata l’importanza di comunità energetiche locali e di una filiera produttiva più vicina ai cittadini, per ridurre la dipendenza dalla grande distribuzione.
La proposta politica non si è fermata all’ambiente, ma si è estesa anche alla cultura e all’identità territoriale. La Toscana doveva essere un luogo in cui storia e innovazione si incontrassero, creando un modello di sviluppo che coniugasse tradizione e futuro.
L’assemblea del 15 febbraio ha rappresentato un passaggio chiave per il futuro di Europa Verde Toscana. Le nuove elezioni regionali si avvicinano e il partito si è fatto trovare pronto, rafforzando la propria struttura e affinando la propria strategia. Il cammino verso una Toscana più giusta e sostenibile è ancora lungo, ma la mozione del Buon Governo e del Buon Vivere ha tracciato una direzione chiara: unire forze e idee per una regione capace di affrontare le sfide globali con soluzioni locali innovative e partecipate. Ora l’aspettiamo alla prova dei territori.