Come San Quirico d’Orcia, Castiglione d’Orcia e Radicofani si preparano al voto dell’8-9 giugno
Arrivati a questo punto, la nona puntata di questo viaggio prevede che procediamo sulla Francigena, fra i favolosi castelli-grancia dello Spedale e ci addentriamo nel Parco che l’Unesco ha riconosciuto come bene mondiale dell’umanità. Il raggruppamento è denominato “Montagna – Valdorcia” con cinque comuni che vanno tutti al voto.
Solo un attimo per ricordare che i precedenti servizi di questo viaggio nella politica della provincia senese sono: 1.Siena e chi non vota, 2.Poggibonsi, 3.Colle di Val d’Elsa, 4.Valdelsa minore, 5.Chianti, 6.Asciano-Monteroni, 7.Il resto di Crete-Valdarbia, 8.ValdiMerse.
Andando verso Sud troviamo quindi San Quirico d’Orcia (2.029 aventi diritto al voto), Castiglione d’Orcia (1.964), Radicofani (935), Abbadia San Salvatore (5.050) e Piancastagnaio (3.291). Il totale fa 13.269, cioè un po’ più del Chianti per un territorio più ampio, quindi più o meno a medesima densità abitativa. Sono i territori che forse di più accolsero, a partire dagli anni ’60, l’immigrazione dalla Sardegna di centinaia di famiglie orgogliose e ricche di tradizioni ed in prevalenza dedite alla pastorizia.
San Quirico d’Orcia
Il sindaco di questo paese che schiude le porte alla Valdorcia ha un doppio incarico. Oltre alle responsabilità amministrative, ha quelle di presidente dell’Ente autonomo Barbarossa. Non sapremmo dirvi se le polemiche sono più furenti per il primo o il secondo ruolo. I quartieri sono solo quattro – Borgo, Canneti, Castello e Prato – ma sono tutte “repubbliche” autonome e belligeranti.
Tutta questa prolusione per dire che le elezioni arriveranno a una settimana dall’annuale Festa del Barbarossa (terzo fine settimana di giugno) e non sappiamo quanto le urne potranno togliere spazio… alle brocche. E potrebbero esserci polemiche su quale sindaco-presidente dovrà coordinare e giudicare la Festa quest’anno, giacché forse 3-4 giorni non basteranno a consentire la proclamazione ufficiale del dato elettorale, considerato che il primo scrutinio sarà probabilmente dedicato alle Europee. Ma forse, essendo l’attuale vice, il candidato più probabile alla vittoria, basterà che l’uscente si astenga.
Danilo Maramai, sindaco in scadenza, rieletto dopo anni e anni alla guida di una civica di centrosinistra nel 2019 (43,88%) ha fatto sapere che per lui può bastare. Anche perché lui stesso le cose le vive con furore e passione: ricordiamo nel 2021 la sua querelle con la Mille Miglia “post Covid” che aveva saltato San Quirico o più di recente la sua “dichiarazione di guerra” a Stato e Anas per l’inquietante gestione dei ponti sulla Cassia.
Carne fresca. Marco Bartoli, vicesindaco, è il candidato del Pd, del Psi e del mondo civico. Se, come sembra, la sua candidatura sta bene anche a Marileno Franci (già sindaco dal 1999 al 2009) che nel 2019 si era ripresentato per opporsi alla rielezione di Maramai ottenendo il 35,42% dei consensi, i giochi potrebbero dirsi fatti.
Candidature alternative non sembrano al momento “mature”. In passato ce ne sono state ma, lo ripetiamo, tutte le “alternative” attengono a un tavolo di coordinamento senese del Centrodestra che, finché non avrà piazzato le pedine migliori nella sua strategia di conquistarsi una reale e condizionante rappresentatività a livello provinciale, non si dedicherà ai comuni dove le probabilità sono minime.
Giusto il tempo di segnalare che San Quirico si muove bene su arte e cultura, che attrae un turismo crescente e che ha visto trasformarsi Bagno Vignoni, oggi fiorentissimo nelle sue attività commerciali, in un luogo pieno di luccichii. La polemica sulle chiome mozzate all’alberatura degli Horti Leonini ormai è dimenticata e la natura è tornata florida e verde: fra meno di un mese il campo gara sarà all’altezza.
Castiglione d’Orcia
Agricoltura e turismo sostengono il comune valdorciano che lo scorso anno ha aggiunto una perla alla sua offerta visiva: la riapertura della Rocca Aldobrandesca, risanata con un restauro da due milioni di euro. La situazione strade, e soprattutto ponti, con l’evoluzione climatica verso precipitazioni “monsoniche” preoccupa molto tanto per la viabilità generale che per il soccorso a persone.
Claudio Galletti smetterà di fare il sindaco. Ottenne il 68,5% dei consensi nel 2014 e il 75,73% nel 2019. La sua condizione di sindaco forte l’ha portato a prendere scelte, anche urbanistiche, a prescindere dal consenso popolare. Una delle ultime, però se l’è fatta asseverare dall’Unione comunale del Pd: la conferma che non ci saranno cambiamenti di destinazione urbanistica in località Bollore vicino Bagni San Filippo nella ex area dell’Amiata Marmi.
Poi quell’organismo è entrato in campagna pre-elettorale e non si è espresso più unitariamente. Anzi, se ne è viste di tutti i colori. Malumori interni al Pd fino a pochi giorni fa impensabili insomma. E proprio nel comune dal quale proviene il segretario provinciale del Partito Democratico. La causa scatenante sembra essere che quest’anno si è derogato alla “tradizione” della staffetta delle frazioni.
Al termine di una “mini primaria” della sezione delle Frazioni di montagna (Vivo-Campiglia), è stato proposto il nome di Luca Rossi, già vice sindaco per un paio d’anni nel primo mandato Galletti, senza trovare un’intesa col Pd del capoluogo che avrebbe voluto Elena Salviucci. Al momento non è chiaro se ci saranno ulteriori puntate del dramma politico.
Per giorni è circolata l’ipotesi di una candidatura dell’ex dirigente Cia Fabrizio Volpi a capo di una civica contrastante. Non è tramontata del tutto, ma non sembra così lanciata.
Ma le cose non sono ferme. Chissà poi che il professor Giuseppe “Pino” Antipasqua, capo dell’opposizione, non si voglia ripresentare per il suo progetto di Presenza attiva. Lo fece nel 2014 e ottenne 102 voti; si ripresentò nel 2019 e con 275 voti ottenne tre seggi.
Radicofani
Come nelle due precedenti sfide elettorali, ci sarà una contesa per la poltrona di sindaco. Francesco Fabbrizzi – centrosinistra, eletto nel 2014 con il 79,71% e nel 2019 con il 75,03% – sembra comunque avviarsi verso il terzo mandato.
In un Comune dove l’arretramento demografico è apprezzabile anche in lustri, anziché in secoli, l’amministrazione ha puntato a garantire la miglior vivibilità, anche delle seconde case e l’attrattività turistica. Nel quinquennio trascorso la banda larga è arrivata a Radicofani e si sono trovate risorse per riadeguamenti. Per esempio a Contignano dopo la “casina dell’acqua” è arrivata l’inaugurazione del nuovo ostello, frutto della trasformazione di una scuola, che prevede di offrirsi alla clientela del cicloturismo.
Fiore assoluto all’occhiello è tuttavia l’osservatorio astronomico di Monte Calcinaio. Dove, se non in un Comune dalla densità abitativa di Radicofani può esser meglio garantita la visione e lo studio dei corpi celesti? Per la fauna selvatica, le segnalazioni del ritorno dei lupi sono costanti da anni.
Chiaramente non sono gli anni di Anna Bonsignori che duettava con il premier Bettino Craxi sulla figura di Ghino di Tacco, la cui rocca resta la principale attrattiva della visita al capoluogo. Chissà che Giorgia Meloni non voglia concedersi qualora il suo “paladino” riuscisse a fare benissimo.
La chiacchiera politica sul nostro taccuino ci dice che si chiama Giovanni Costa e per la verità è vicino a Lega-Salvini. A distanza di dieci anni, sembra volerci riprovare a contendere il Comune; al primo tentativo con “Fare per fermare il Declino” ottenne il 20,29% e tre seggi.
Chiudiamo qui per oggi e domani ce ne andiamo sulla Montagna.
(le foto dei candidati sono prese in prevalenza dalle loro pagine pubbliche sui social)
(9 – continua)