La Festa del Barbarossa con gli occhi dei vincitori

Non c’è un riceviamo e pubblichiamo per questo pezzo che ci ha mandato Giacomo Pistoi. Gliel’avevamo sollecitato, impossibilitati a recarci a San Quirico per il Barbarossa, la terza di giugno, ricevendo solo un segnale di probabilità, “se va bene”. Ed è andata bene: addirittura un cappotto nelle due competizioni di bandiere; per dovere di cronaca segnaliamo che anche nell’arco c’è stato il cappotto del Borgo, mentre Castello e Canneti i due quartieri con maggior vittorie devono ritentare fra un anno. Giacomo, ci descrive le sue emozioni, nelle vesti di capitano del Prato, e quindi rimandiamo in futuro a un testo più cronachistico che racconti quello che non valeva abbastanza ai suoi occhi… (d.r.)

Quest’anno è stato pieno di emozioni. Già dalla nostra festa del mese di maggio mi sono reso conto che sarebbe stato un anno esplosivo perché la partecipazione dei ragazzi, uomini e donne ad aiutare al nostro stand è stata grande ed i numerosi commensali ci hanno fatto i complimenti per il cibo, il servizio e l’organizzazione.

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Poi è arrivato giugno che correva veloce fino alla cena propiziatoria che ha avuto un numero di partecipanti al di sopra delle mie aspettative e da quella sera tutto ha cominciato a rallentare…

Il sabato passa lento perché al mattino non ci sono in programma uscite o manifestazioni quindi si attende il pomeriggio e sembra non arrivare mai. Sarà che tra i nostri alfieri gareggiava mio figlio, sarà che per questi colori ci sento particolarmente ma la botta di adrenalina è poi arrivata puntale, come previsto, non appena tutti i “citti” sono arrivati al “campo delle armi” per disputare le gare.

I “citti” vincitori

Il sabato per il Barbarossa de’ Citti il sorteggio viene fatto al momento e questo ti toglie il fiato perché non sai quando sarà il tuo momento ma… prima un Quartiere poi l’altro, alla fine tocca anche al tuo e vedere il frutto del lavoro svolto con l’impegno degli ultimi mesi dai “citti” che gloriosamente portano i tuoi colori e inconsciamente rappresentano un quarto del tuo paese… ti ripaga. Impagabile il sorriso che vedi nei loro volti mentre stanno svolgendo la sbandierata. Ho detto loro: “andate e divertitevi”; non mi hanno risposto e forse qualcuno di loro prima di partire mi avrà mandato a quel paese in quel momento per loro pieno di tensione ma… alla fine sono andati e si sono divertiti.

Ringrazio: Viola Francini (il nostro tamburino); Alessandro Fineschi, Gemma Massini, Gioele Pistoi e Lorenzo Turchi (i nostri piccoli alfieri) per la mia prima vittoria da Capitano. Con i piccoli degli archi non abbiamo avuto abbastanza fortuna ma sono sicuro, avendo con noi ottimi arcieri, che presto vedremo la loro prima vittoria per il nostro Quartiere.

La domenica non si ha tempo di pensare perché è tutta piena di impegni e di un susseguirsi di eventi: si inizia con la colazione del Quartiere dove, alla fine, tutti fanno un salto a salutare. In piazza prima dell’ora di pranzo c’è l’estrazione per il turno delle esibizioni degli alfieri e la turnazione per le gare degli arcieri. Quindi, in quel momento, sappiamo in anticipo quando tocca a noi e devo dire che sapendo il momento del tuo appuntamento… tutto si fa più rapido. Il tempo scorre, ogni responsabile è attento a tutti i dettagli che gli competono e ciascuno fa la sua parte fino a quando può sedersi al “campo delle armi”. Non so se è più fortunato chi si siede da spettatore o da gareggiante… oppure da Capitano, ma sicuramente se il tuo Quartiere vince non resti a sedere, ma esulti alzandoti in piedi e urlando contro cielo.

Per gli alfieri il lavoro di un anno (o forse più) ce lo giochiamo in meno di otto minuti e per ogni tornata di frecce ogni arciere se lo gioca in meno di due minuti e mezzo. Questo è il bello o il brutto della storia.

Inarrestabili le bandiere del Prato

Quando è stato il turno del Prato per gli alfieri l’emozione era indescrivibile. A me fanno rabbia i campioni quando il giornalista di turno chiede: “Che cosa hai provato in quel momento quando hai realizzato che avevate vinto?” ed il fenomeno risponde “E’ indescrivibile”. Ma adesso capisco che quella è la risposta giusta perché in quei momenti ho provato… ho provato… quello che “è indescrivibile!”

Appena terminata la nostra esibizione degli alfieri è compito dei Capitani riunirsi per guardare il giudizio della giuria. Ho sognato questo momento almeno 100 volte e… non è stato mai come poi l’ho vissuto. L’unica cosa che rispettava i miei sogni era che avevamo vinto!

Sento la proclamazione del mio Quartiere vincitore al microfono ed allora posso correre fuori a festeggiare con gli altri e vorresti abbracciarli tutti ma non c’è tempo… Devo tornare tra le istituzioni e contenere quel pianto che stai strozzando in gola dal giorno prima.

Ringrazio: Ivan Zali (tamburino), Federico Fabbro, Francesco Generali, Valerio Maio e Alessandro Melani per il primo “cappotto” alfieri.

E’ il momento degli arcieri, il primo che porta i miei colori è un esordiente mentre il secondo ha già vinto una volta e quel pianto stroncato in gola sparisce per far tornare l’attenzione. Quest’anno non ce l’hanno fatta ma sono entrambi due arcieri con grandi potenzialità e confido che presto mi portino una vittoria.

Giacomo Pistoi, il Capitano del Quartiere Prato

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