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mercoledì, Agosto 6, 2025

Nonostante il crescente disavanzo, il Servizio Sanitario Regionale continua a garantire

La campagna elettorale aiuterà i cittadini a capire o gli complicherà le idee?

Il bilancio complessivo della Regione Toscana mostra segnali di miglioramento, ma la situazione della sanità regionale resta fortemente critica e rappresenta la principale voce di spesa, nonché il nodo più complesso da gestire.

Il Servizio Sanitario Regionale (SSR) chiude il 2023 con un disavanzo previsto superiore ai 250 milioni di euro, aggravando il già consistente rosso del 2022, pari a 72,5 milioni di euro. Per coprire questo buco, la Regione ha dovuto adottare una manovra straordinaria per 267,4 milioni di euro, tra aumento dell’addizionale IRPEF e risorse proprie.

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Una causa strutturale del disavanzo sanitario è l’insufficienza dei finanziamenti nazionali. Il Fondo Sanitario Nazionale (FSN), cresciuto nel 2023 solo del 2,8%, non tiene il passo né con l’inflazione sanitaria, né con l’aumento della domanda di cure, soprattutto in una Regione come la Toscana, caratterizzata da un sistema sanitario pubblico capillare, ad alta intensità di servizi e con un’alta percentuale di popolazione anziana e cronica. Le stime della Regione stessa parlano di un sottofinanziamento strutturale di almeno 200 milioni di euro annui.

Inoltre, il meccanismo di riparto delle risorse tra Regioni, fermo da anni, non considera indicatori essenziali come età media, condizioni di salute, cronicità e costi effettivi dei servizi, penalizzando in modo significativo la Toscana.

Il costo della sanità – dal personale ai farmaci, dai beni e servizi fino all’energia – è in costante crescita. A questa dinamica si aggiungono i crediti congelati da payback farmaceutico per oltre 420 milioni di euro, risorse che non possono essere integralmente contabilizzate per motivi giuridici e normativi. Il payback è il meccanismo con cui l’Agenzia Italiana del Farmaco recupera dalle aziende farmaceutiche la spesa per i farmaci che supera un tetto prefissato.

Sul fronte contabile, la Corte dei Conti ha rilevato distorsioni: esclusione dalla parifica di 35 milioni di euro per ammortamenti mal imputati e utilizzo di debiti autorizzati ma non contratti (DANC) che creano una falsa rappresentazione finanziaria.

Il sistema delle partecipate sanitarie regionali – come Estar e IN HOUSE Toscana S.p.A. – assorbe risorse significative, ma è spesso oggetto di critiche per i suoi risultati e la sua efficienza. Nel 2023 sono stati accantonati circa 20 milioni per perdite potenziali, mentre la razionalizzazione promessa appare solo formale secondo molti osservatori, con sovrapposizioni funzionali e costi duplicati. Una fetta importante del bilancio, spesso poco visibile.

La Toscana dispone di quasi 1 miliardo di euro di fondi PNRR per la sanità, ma il ritmo di realizzazione degli investimenti è rallentato (solo il 38% dei progetti conclusi a metà 2024, secondo le rilevazioni più recenti). I ritardi aggravano la situazione, costringendo la Regione a usare risorse proprie per spese che potrebbero essere coperte da fondi europei, rallentando l’ammodernamento infrastrutturale e tecnologico del sistema.

Tuttavia, a fronte del tema finanziario, i dati epidemiologici e sociali restituiscono un sistema che, per qualità e risultati, resiste. La speranza di vita in Toscana è tra le più alte in Italia (84 anni), e la quota di anni vissuti in buona salute dopo i 65 anni è cresciuta sensibilmente: dal 36% al 46% per gli uomini, dal 28% al 38% per le donne. Le ospedalizzazioni inappropriate sono tra le più basse in Italia (128 ricoveri/1.000 abitanti contro i 160 nazionali). I ricoveri per infarto e ictus sono calati rispettivamente del 24-35% e del 25% in pochi anni. Il sistema toscano ha superato l’impatto del Covid prima della media nazionale, e la rete territoriale è oggi un punto di forza.

Questi i dati che emergono dal rapporto Welfare e Salute in Toscana 2025, pubblicato da ARS e Regione. Una forma concreta di bilancio sociale che affianca ai conti le evidenze sui risultati in salute, benessere e qualità della vita.

La sanità toscana non è solo un tema di numeri o conti da far quadrare. È un campo dove si intrecciano questioni di potere, partecipazione, trasparenza, diritti sociali e democrazia.

La sanità è la prima voce di spesa regionale, coinvolge migliaia di lavoratori, genera acquisti, appalti, investimenti: è un grande sistema economico e politico. Di qui la sua importanza come terreno di decisione e, inevitabilmente, di scontro.
Tuttavia non si può banalizzare la sanità come “di destra” o “di sinistra”, né ridurla a mero strumento di campagna elettorale. La sua gestione richiede competenze, rigore, ma anche visione sociale e tutela dei diritti dei cittadini.

Una sanità “con i bilanci a posto” non è necessariamente migliore se perde di vista la qualità, l’accessibilità e la partecipazione.

L’introduzione di una visione aziendale ha portato efficienza ma anche aumento della burocrazia e distanza dai cittadini. Spesso le scelte sono prese da pochi, senza adeguata trasparenza e partecipazione, rischiando di compromettere il valore sociale del servizio.
Il bilancio sanitario non può essere letto solo con il pallottoliere del ragioniere contabile. Occorre una contabilità sociale che valuti non solo costi e ricavi, ma impatti sulla salute pubblica, sui diritti, sull’equità e sulla qualità della vita.

Serve trasparenza, partecipazione, coinvolgimento di lavoratori e cittadini per governare un sistema complesso come quello sanitario, che non è una semplice azienda ma un bene comune essenziale.

Il disavanzo sanitario toscano non è un episodio isolato ma il segno di un problema strutturale, dovuto a un sottofinanziamento nazionale, a distorsioni contabili e a inefficienze organizzative.

Per continuare a garantire un sistema sanitario pubblico, universale, di qualità e sostenibile nel tempo, è probabilmente indispensabile una rifondazione profonda del piano finanziario e gestionale. Un adeguamento e un riequilibrio dei trasferimenti statali, aggiornati ai bisogni reali e ai costi effettivi. Un incremento stabile e indicizzato del Fondo Sanitario Nazionale all’inflazione e alla domanda. Una una corretta gestione contabile. Una una vera razionalizzazione delle partecipate e degli enti coinvolti. Un’accelerazione nell’utilizzo dei fondi PNRR per modernizzare le strutture e i servizi. L’apertura a nuove forme di governance partecipata, trasparente e democratica, che coinvolga territori, cittadini e lavoratori. Più coraggio nell’utilizzo di forme un partenariato pubblico-privato finalizzato all’efficientamento, alla gestione e alla messa a norma delle attività non sanitarie ospedaliere, al fine di ottimizzare le risorse e migliorare la qualità dei servizi offerti.

Le risorse per la sanità saranno sempre insufficienti, e la situazione è destinata a peggiorare per l’invecchiamento progressivo della popolazione e per un contesto politico e internazionale che non lascia intravedere una reale inversione di rotta.

Di conseguenza, il problema vero non è soltanto la quantità di fondi disponibili, ma la loro qualità d’impiego. È necessario utilizzare meglio le risorse evitando sprechi. Ottimizzare la spesa, rafforzare i controlli e reindirizzare ogni euro verso ciò che serve davvero alla salute delle persone è oggi una priorità imprescindibile.

Solo così si potrà mantenere la sanità pubblica toscana come punto di riferimento di qualità e giustizia sociale, evitando che diventi un peso insostenibile e un terreno di conflitti senza soluzioni.

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