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giovedì, Maggio 8, 2025

Terremoto nel PD toscano: Giani scaricato?

L’articolo de il Manifesto scatena la bufera. Dirigenti locali tra “promesse di guerra” e timori di implosione del campo largo

L’articolo de il manifesto intitolato «Toscana laboratorio. Il Pd chiude l’era Giani» ha scosso i vertici del Partito Democratico, in particolare a Siena, costringendo i dirigenti locali a confrontarsi seriamente con le voci di un cambio di leadership.

Secondo un commento ricevuto da un dirigente del Pd, la decisione sembra essere quella di “perdere”. L’articolo ha generato reazioni immediate, con “post infuocati” e minacce di forti contestazioni in assenza di smentite.

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Da tempo circolavano indiscrezioni su una strategia romana volta a costruire una “nuova stagione politica” attraverso una coalizione più ampia, includendo Alleanza Verdi Sinistra (AVS) e il Movimento 5 Stelle (M5S). Inizialmente il PD aveva respinto l’idea di primarie e sostenuto la ricandidatura dell’attuale presidente Eugenio Giani. Tuttavia, ora il segretario regionale del PD, Emiliano Fossi (nella foto), viene indicato come potenziale candidato alla presidenza, mentre Giani potrebbe essere destinato a un ruolo nazionale.

Questa operazione, definita un “laboratorio toscano”, viene percepita come una decisione calata dall’alto, con il rischio di una transizione forzata e non condivisa dai territori. Il timore diffuso è che, anziché costruire una coalizione vincente, si stia creando un campo largo destinato a fallire, con candidati scelti per equilibri interni piuttosto che per consenso esterno.

Tra gli amministratori locali serpeggia un’ulteriore preoccupazione: “se Giani viene scaricato così, nessuno è al sicuro”. La mancanza di una linea politica chiara e condivisa rischia di compromettere la campagna elettorale, oscurando il messaggio con tensioni interne anziché rafforzarlo con l’entusiasmo di un’alleanza unita.

Da diverse province, da Siena a Grosseto, emergono segnali di malcontento e richieste di chiarezza, in opposizione a decisioni imposte dall’alto. I territori rivendicano un ruolo attivo e non passivo. Nel frattempo, una destra compatta si potrebbe profilare all’orizzonte, pronta a sfruttare ogni incertezza del fronte avversario.

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