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martedì, Agosto 19, 2025

Toscana 2025, il patto che unisce: tra ambizione e incognite

L’accordo M5S–centrosinistra in vista delle regionali: programma ampio, ma la sfida vera è trasformarlo in governo senza che resti solo un annuncio.

L’accordo toscano tra Pd, M5S e Eugenio Giani per le elezioni regionali del 12-13 ottobre 2025 è siglato. Lo abbiamo letto e vi proponiamo una sintesi e qualche lettura.

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Legalità come primo segnale

Il testo mette in prima fila un Patto per la Legalità come primo atto della futura Giunta. È un gesto politico e simbolico: ricucire la fiducia, rafforzare trasparenza e vigilanza, rendere la correttezza amministrativa un marchio di coalizione. Il punto è chiaro e condivisibile, ma il banco di prova sarà la traduzione in procedure, controlli e responsabilità che non si fermino alla dichiarazione d’intenti. 

Diritti sociali e lavoro al centro

La parte sociale è la più identitaria. Si promette un reddito di cittadinanza regionale integrativo dell’ADI, con attenzione ai lavoratori autonomi e la reintroduzione dei PUC come inclusione attiva. Si afferma la riduzione dell’orario a parità di salario e un salario minimo legale di almeno 9 euro lordi, con incentivi negli appalti per chi rispetta quella soglia. È l’idea di una Toscana laboratorio di politiche redistributive dentro un quadro nazionale spesso frenato. La domanda, qui, non è sulla direzione ma sulla fattibilità amministrativa e finanziaria dei meccanismi che dovrebbero sostenerla.  

Infrastrutture e snodi strategici

Sui trasporti l’accordo prova a sciogliere nodi storici. Pisa come porta d’accesso alla regione, una revisione del Masterplan su Firenze, più continuità con l’Elba e, soprattutto, il raddoppio ferroviario Firenze–Pisa con l’obiettivo dei quarantadue minuti, in coerenza con la “cura del ferro” e la riduzione delle emissioni. È la parte in cui la coalizione sembra trovare un linguaggio comune, pur dentro interessi economici inevitabilmente divergenti.  

Ambiente e rigassificatore, la prova più dura

La virata ambientale è netta: revisione del Piano rifiuti in direzione Zero Waste, chiusura progressiva di inceneritori e discariche, potenziamento di bonifiche e monitoraggi, difesa del Parco di San Rossore e stop all’iter per la base NATO a Rovezzano. Nel mezzo, il passaggio più divisivo: la chiusura del rigassificatore di Piombino e una cornice organica per i nuovi impianti. Qui la distanza con la strategia energetica nazionale rischia di accendere il confronto politico più acceso dell’autunno.  

Casa, turismo e nuove generazioni

La coalizione prova a rimettere in equilibrio città vive e diritto all’abitare. Difende la legge regionale sugli affitti brevi, chiede più alloggi a canone calmierato e una regia pubblica sugli sfitti. Sul patrimonio ERP immagina comunità energetiche per abbattere le bollette e, per i giovani, contributi d’affitto e sostegni all’acquisto della prima casa. È la risposta a gentrificazione e precarietà, ma anche qui la credibilità dipenderà da tempi, criteri e coperture. 

Sanità e welfare territoriale

Rivisitazione della riforma delle ASL, più ruolo ai direttori di distretto, rafforzamento delle Case della Comunità, reinternalizzazioni mirate, ADI e telemedicina, piano triennale delle assunzioni e interoperabilità del Fascicolo sanitario elettronico. È una sanità di prossimità che prova a ribilanciare pubblico e privato, insieme a una legge stabile per la Vita Indipendente con risorse dirette per le persone con disabilità. Ambizione alta, impatto organizzativo notevole.  

La domanda che serpeggia: ma le risorse?

Alla lettura, si affaccia la domanda che separa un buon programma da un programma credibile: dove si trovano le risorse? L’accordo, in alcuni passaggi, indica leve possibili come i Fondi strutturali europei e i capitoli per la formazione professionale per sostenere la riduzione dell’orario di lavoro. Ma oltre queste tracce, il testo non allega una quantificazione dei costi misura per misura, né un cronoprogramma di coperture e priorità. È un dettaglio solo in apparenza tecnico, perché da esso dipende la differenza tra un’agenda di governo e una lista di annunci. Senza un quadro finanziario di medio periodo, la promessa del reddito regionale rischia di scontrarsi con i limiti del bilancio, il salario minimo con i confini delle competenze regionali e la transizione ambientale con la scarsità di risorse correnti. Per sciogliere il dubbio, servirà una gerarchia delle priorità, l’indicazione delle fonti di finanziamento e il coraggio di dire cosa verrà prima, cosa dopo e cosa forse no. È il ragionamento sottile che circola nei corridoi dem e che la coalizione farebbe bene a mettere nero su bianco prima del voto.

La scommessa

Il patto tiene insieme identità diverse con un impianto valoriale coerente e una visione di Toscana più giusta e sostenibile. Ma la tenuta politica dell’alleanza passerà per la concretezza delle coperture, per l’ordine delle scelte e per la capacità di resistere alle tempeste dei dossier più divisivi, dal rigassificatore ai rifiuti. È lì che l’elettore misurerà la differenza tra un cambiamento annunciato e un cambiamento governato.

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