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domenica, Luglio 13, 2025

Toscana, l’area Schlein si interroga, Giani si candida, ma il campo largo dov’è?

Domani a Roma vertice del governatore con Fossi, Furfaro e la segretaria: il partito alla prova di chiarezza

A poco più di cento giorni dalle elezioni regionali, il Partito Democratico toscano si trova nel pieno di una tensione interna che rischia di compromettere il percorso verso la costruzione del “campo largo”. Il presidente uscente Eugenio Giani ha fatto ciò che in politica, a questo punto, è quasi scontato: ha dato la sua disponibilità alla ricandidatura. Non un atto d’imperio, ma una presa d’atto del proprio radicamento sul territorio, del sostegno ricevuto da numerosi sindaci e di sondaggi che oggi lo danno al 60% di gradimento, dopo un mandato iniziato in condizioni ben più difficili.

Sulla sua scia è mossa – o meglio, si è riunita – anche l’area del Pd che fa riferimento a Elly Schlein. Oltre 150 tra amministratori e dirigenti si sono incontrati a Firenze, alla presenza del segretario regionale Emiliano Fossi e del deputato Marco Furfaro, per discutere proprio della “fase politica” in corso. E da quell’incontro è emersa forte la critica a quelle che sono state definite “fughe in avanti”, cioè l’annuncio di Giani e le dichiarazioni di sostegno arrivate nei giorni scorsi, ritenute un rischio per l’intesa con il Movimento 5 Stelle e le altre forze progressiste.

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Ma qui sta il punto. Se Giani si è candidato, chi avrebbe dovuto proporre un’alternativa? Se oggi il Pd teme che la ricandidatura possa minare il campo largo, viene spontaneo chiedersi: chi ha perso tempo finora? Chi ha messo in campo un processo vero per costruire un’alleanza, per condividere un metodo, per proporre un nome diverso con basi politiche solide?

La risposta, scomoda ma inevitabile, è che nessuno lo ha fatto davvero. Giani, a suo modo è rimasto in campo – da presidente uscente pronto al secondo mandato – con una rete di consenso e un bilancio politico da difendere.

Probabilmente quello che è mancato è proprio la chiarezza dall’area Schlein, che fino ad oggi ha criticato ma non ha proposto.

La sua posizione – legittima sul piano politico – rischia però di apparire più tattica che strategica, se non viene accompagnata da una vera iniziativa politica.

È per sciogliere questi nodi che domani, lunedì, Giani, Fossi e Furfaro saliranno a Roma per incontrare la segretaria Elly Schlein. Un confronto necessario, anche perché la partita toscana non riguarda solo la Regione ma l’intero equilibrio del centrosinistra nazionale. La Toscana, da sempre laboratorio politico, è anche uno dei pochi territori dove il Pd ha ancora una leadership solida: perderla – o arrivare divisi – significherebbe indebolire l’intero campo progressista.

Ma il tempo stringe. E, come spesso accade, la politica chiede coraggio: se non si vuole Giani, bisogna dirlo. Ma soprattutto, bisogna dire chi al suo posto, e con quale progetto.

Lunedì sarà il momento della verità. Non solo per Giani, ma per tutto il Pd toscano.

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