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venerdì, Luglio 4, 2025

Toscana, le cure palliative si rafforzano grazie a 7,7 milioni di euro

L’assessore Bezzini: “Garantire risposte tempestive e personalizzate, con attenzione alla domiciliarità e al coinvolgimento del Terzo Settore”

La Toscana sceglie di prendersi cura dei suoi cittadini anche nei momenti più delicati, quelli in cui la medicina non guarisce più ma può ancora lenire, accompagnare, proteggere. La Giunta regionale, su proposta dell’assessore alla sanità Simone Bezzini, ha approvato un importante stanziamento da 7,7 milioni di euro per potenziare le cure palliative, destinando risorse significative alle tre aziende sanitarie: 3,3 milioni alla Toscana Centro, 2,6 milioni alla Nord-Ovest e 1,7 milioni alla Sud-Est. È una cifra che arriva dall’Intesa Stato-Regioni del 2024 e che sarà impiegata per rafforzare l’assistenza domiciliare, migliorare le strutture già esistenti, attivare nuovi percorsi in collaborazione con il Terzo Settore e investire nella formazione di operatori sanitari sempre più preparati ad affrontare la complessità delle cure di fine vita.

Il presidente Eugenio Giani ha sottolineato come questo atto si inserisca nella traiettoria di lungo periodo che vede la Toscana in prima fila in Italia per qualità dei servizi in ambito palliativo. Non si tratta solo di offrire terapie del dolore o assistenza clinica, ma di costruire un sistema capace di rispondere ai bisogni profondi di chi vive la fase terminale della vita, coinvolgendo anche le famiglie, le comunità, il volontariato. L’obiettivo non è solo curare, ma garantire dignità, vicinanza, umanità. L’assessore Bezzini ha ricordato come Agenas abbia recentemente certificato l’eccellenza della nostra Regione in questo campo, riconoscendo il valore di una pianificazione attenta e di una rete capillare ed efficace.

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Nel 2024, i pazienti assistiti in cure palliative in Toscana sono aumentati del 7%, raggiungendo gli 11.154 casi. Le strutture hospice sono cresciute, passando da 185 a 206 posti letto, mentre le unità dedicate all’assistenza domiciliare sono salite a 30. Sono numeri che raccontano una direzione chiara: portare la sanità là dove serve, anche a casa, anche nell’intimità di un fine vita vissuto con rispetto e delicatezza. Il piano regionale punta a raggiungere entro il 2028 una copertura del 90% della popolazione bisognosa di cure palliative, un traguardo che sembra ora a portata di mano.

Questa nuova iniezione di risorse permetterà alle Asl di sviluppare progettualità inedite in coprogettazione con associazioni, enti no-profit, realtà di prossimità che da anni operano in silenzio accanto a chi soffre. Si tratta di una sfida non solo sanitaria, ma culturale. Riportare la morte dentro la società, togliendole lo stigma, riconoscendole un senso e una dignità. Un tema spesso rimosso, eppure essenziale. È in questa logica che si inseriscono anche le iniziative di sensibilizzazione, come il convegno promosso a Siena con il titolo “La sanità toscana e il diritto alle cure palliative. Non temerai alcun male”, che ha riaffermato l’idea di un diritto non solo alla salute, ma anche a una buona morte, degna, umana, accompagnata.

In un tempo in cui il sistema sanitario italiano è messo alla prova da tagli, carenze di personale e diseguaglianze territoriali, la Toscana sceglie di investire non nei grandi ospedali ma nei percorsi silenziosi e profondi che toccano la vita e la morte. Una Regione che decide di non lasciare nessuno solo, nemmeno quando le speranze si fanno piccole, ma proprio allora offre il massimo possibile. È un segnale politico forte, che parla di civiltà e di visione. Un gesto che dice che la vera forza di un sistema sanitario non si misura solo nei numeri dei trapianti o nella velocità delle diagnosi, ma anche nella cura amorevole degli ultimi giorni. E forse anche per questo, oggi, si può dire che la Toscana è davvero un modello nazionale.

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