E’ iniziato il periodo della Vendemmia ed è già possibile tracciare un primo bilancio sull’andamento del 2021, tra primi dati e prospettive. Ne abbiamo parlato con Paolo Brogioni, direttore di Assoenologi che rappresenta da oltre cento anni circa l’85% dei tecnici vitivinicoli attivamente impegnati nel settore.
Come sta andando la Vendemmia 2021?
“Siamo nel pieno della raccolta in tutte le regioni d’Italia e le operazioni si stanno svolgendo con regolarità e solo negli ultimi giorni alcuni intensi temporali hanno causato qualche rallentamento. Dal punto di vista vegetativo c’è stato un leggero ritardo nella maturazione e quindi nella raccolta, a causa delle anomalie climatiche che hanno caratterizzato l’annata agraria. Dai primi riscontri analitici, si evidenziano delle gradazioni medio alte, con ottimi tenori polifenolici nelle uve a bacca rossa e buoni i potenziali aromatici nelle uve a bacca bianca. Il meteo rimane comunque l’elemento caratterizzante anche nei prossimi giorni, quando si concentrerà il grosso della vendemmia, ma non vogliamo essere pessimisti e, con la consueta professionalità degli enologi e dei tecnici, unita alla qualità raggiunta dalle nostre imprese, ci attendiamo dei buoni risultati e di consolidare le punte di eccellenza che caratterizzano il vino italiano”.
Il clima quindi la fa da padrone nel vigneto?
“Le problematiche legate alle sempre più mutevoli e imprevedibili condizioni climatiche impongono sempre un più attento monitoraggio da parte dei vignaioli e degli enologi, con particolare attenzione alla custodia e alla sostenibilità ambientale, elementi ormai necessari anche per un adeguato riconoscimento da parte dei consumatori”.
E quest’anno com’è andata con il meteo?
“Anche quest’anno non sono mancati eventi climatici di inusuale ed eccezionale portata. Dopo un autunno e un inverno caratterizzati da temperature nella norma e buona piovosità, si sono presentate la primavera e l’estate con grande imprevedibilità. Ad aprile un’ondata di gelo ha colpito i vigneti in molte zone, danneggiando molti germogli ormai già ben sviluppati, limitando così la futura fruttificazione. Un lungo periodo di siccità, che ancora persiste, ha messo a dura prova i vigneti del Centro-Sud Italia, che hanno dovuto subire anche una straordinaria ondata di caldo. I vigneti del Nord hanno invece potuto beneficiare, durante i mesi di luglio ed agosto, di provvidenziali piogge, anche se spesso sono state, in alcune zone, accompagnate da grandinate, che hanno ridotto il potenziale produttivo. La variabilità meteorologica genera sempre apprensione sulla tenuta qualitativa delle uve e impone un attento monitoraggio e una corretta gestione e programmazione degli interventi per garantire la sanità delle uve”.
Come quantità invece cosa ci dobbiamo aspettare?
“Per la vendemmia 2021 si stima, a partire dai primi dati raccolti, una produzione nazionale di vino di 44,5 milioni ettolitri, in calo di circa il 9% rispetto ai 49 milioni di ettolitri del 2020. Come sempre questo risultato è, al momento, la media di una forbice che oscilla tra un minimo di 43,7 ed un massimo di 45,3 milioni di ettolitri, da verificare nelle prossime settimane.Un tale livello produttivo, comunque, permette all’Italia di restare leader mondiale davanti a Spagna e Francia: la prima non dovrebbe superare i 40 milioni di ettolitri, mentre la seconda sconta un andamento climatico particolarmente avverso a partire dalle intense gelate primaverili. Questa campagna produttiva, peraltro, arriva in un momento molto importante per il settore che, dopo le problematiche legate alla pandemia, può cominciare a guardare al futuro con più ottimismo, grazie alla riapertura dell’Horeca, alla ripresa del turismo e a un buon ritmo di consegne oltre i confini nazionali”.
A proposito di mercato le cose come stanno andando sul commercio interno e sulle esportazioni?
“La domanda interna regge, sebbene dopo la riapertura dell’Horeca si sia avuta una leggera, ma inevitabile, frenata degli acquisti nei format della GDO. Le mutate abitudini di consumo, comunque, fanno sì che gli acquisti presso tali format siano comunque superiori a quelli del 2019, segno che si apprezza sempre più il bere a casa e soprattutto si è disposti a spendere di più, visto che è anche cambiato il paniere degli acquisti di vino, con incrementi per i vini DOP e flessioni per i vini comuni. In tema di scambi con l’estero, dopo un avvio in salita, gli ultimi mesi hanno mostrato una decisa accelerazione portando le esportazioni totali di vino e mosti dei primi cinque mesi del 2021 a 8,4 milioni di ettolitri, il 2,8% in più su base annua. A dimostrazione del buono stato di salute del settore vino c’è soprattutto il valore dell’export, che in cinque mesi è arrivato a 2,7 miliardi di euro (+11%). Ad avvantaggiarsi della maggior domanda estera sono stati i vini Dop, trainati dagli spumanti. Bene anche le Igp, mentre sui vini da tavola si hanno flessioni dei volumi e un valore che è cresciuto meno della media del settore.Da non sottovalutare, soprattutto con una produzione interna che si preannuncia scarsa, il dato relativo alle importazioni, che in soli cinque mesi hanno già superato il milione di ettolitri, +87% sullo stesso periodo del 2020.
In sintesi che vendemmia sarà?
“L’Italia è fortunatamente caratterizzata da un patrimonio viticolo e ambientale unico con molte zone particolarmente vocate, dove abbiamo un ottimo stato di maturazione delle uve e dove faremo ottimi vini, grazie al fondamentale lavoro delle singole aziende, in vigna come in cantina. Nella media, sarà un’annata buona se non buonissima, con delle punte eccezionali. E come dice il Presidente di Assoenologi Riccardo Cotarella “Al di là dell’euforia del momento di questo ritorno alla normalità, ricordiamo che il vino è vita: quando le cose vanno bene, anche il vino va bene”.