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domenica, Giugno 29, 2025

Welfare e salute, uno sguardo lungo cinque anni per il futuro della Toscana

Dal Covid alle nuove fragilità, la settima edizione del rapporto regionale diventa bussola per politiche integrate

Il settimo rapporto “Welfare e Salute in Toscana” non è un documento da scaffale, ma uno strumento operativo e conoscitivo, che si candida a guidare istituzioni e operatori nel comprendere e affrontare bisogni reali e complessi.

Viene presentato oggi, giovedì 26 giugno, all’Istituto degli Innocenti di Firenze, ma non è un evento rituale. Piuttosto, è un momento di sintesi e rilancio, dopo cinque anni segnati dalla pandemia e da trasformazioni profonde nel tessuto sociale e sanitario. Realizzato grazie alla collaborazione tra Regione Toscana, Osservatorio Sociale Regionale, Agenzia Regionale di Sanità, ANCI Toscana e Laboratorio MeS della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, il rapporto si articola in tre volumi, ciascuno con una funzione ben precisa.

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Il primo volume analizza le trasformazioni demografiche, i determinanti sociali di salute e i bisogni della popolazione, con uno sguardo alla geografia delle disuguaglianze, all’impatto delle povertà nuove e alle criticità legate all’invecchiamento.

Il secondo si concentra su politiche e servizi, cercando di leggere come il sistema ha provato a rispondere a bisogni sempre più intrecciati tra salute, marginalità, solitudine e cronicità.

Il terzo volume, tecnico ma prezioso, raccoglie e restituisce in forma sintetica oltre 140 indicatori aggiornati per ogni area-distretto: un atlante utile alla programmazione e alla governance. A rendere tutto questo lavoro particolarmente prezioso è la sua visione integrata: non una fotografia statica, ma un racconto dinamico che mette in relazione dati sanitari, sociali ed economici, individuando priorità e margini di intervento.

La Toscana, in questo, conferma una vocazione storica. Non è un caso che il sistema delle Società della Salute, che unisce Comuni e Asl in 28 ambiti territoriali, sia nato qui, sperimentando con anticipo modelli di integrazione sociosanitaria che oggi sono indicati come orizzonte necessario a livello nazionale. E non è un caso che, nel campo della sanità pubblica, la Regione abbia mantenuto standard tra i più alti in Italia, come confermato dalla recente valutazione di Agenas sulla rete oncologica.

Ma non basta. Perché la pandemia ha lasciato segni profondi, acuito fragilità, interrotto percorsi, amplificato distanze tra centro e periferia, tra chi ha accesso alle cure e chi no, tra chi ha voce e chi resta ai margini.

La sanità toscana si trova oggi in un punto di svolta. La spinta alla digitalizzazione, attraverso piattaforme come l’Ecosistema Digitale Sanitario e il Fascicolo Sanitario Elettronico, è una promessa ancora parzialmente mantenuta. L’integrazione sociosanitaria richiede personale, formazione, presenza fisica nei territori. La prevenzione, tema centrale nel primo volume del rapporto, resta spesso marginale nella pratica, schiacciata da emergenze e carenze croniche.

Il merito di questa edizione del rapporto è allora duplice: da un lato restituisce uno sguardo lungo, che attraversa il quinquennio 2020-2024 con gli occhi di chi ha dovuto reggere l’urto del Covid e poi ricostruire una normalità nuova; dall’altro lato, propone uno strumento per orientare scelte concrete, misurare le politiche, valutare l’impatto delle risposte. Lo fa evitando semplificazioni, con una lettura attenta ai contesti e alle vulnerabilità, e con l’ambizione di riportare al centro non solo l’efficienza dei servizi, ma la qualità della vita delle persone.

È questa la vera posta in gioco: una sanità che non si limiti a curare, ma che sappia prendersi cura, ascoltare, prevenire, accompagnare. Una regione che continui a investire su modelli territoriali, che non si arrenda alla logica del taglio, che faccia del diritto alla salute non uno slogan ma un criterio guida per tutte le sue politiche.

Oggi a Firenze, nei saluti del presidente Eugenio Giani, dell’assessore alla salute Simone Bezzini e dell’assessora al sociale Serena Spinelli, questo impegno sarà ribadito. Ma la partita si gioca domani, nelle scelte che seguiranno. E in questo, il rapporto “Welfare e Salute in Toscana” non è un punto di arrivo, ma l’inizio necessario di una nuova responsabilità.

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