Da un’analisi oggettiva sullo stato delle PMI dopo la pandemia, il 30% appare in buona salute – per struttura e per settore merceologico -, il 50% appare vulnerabile e deve essere aiutato correttamente dalla PA e dalle banche, dal 10 al 20% le aziende – per comparto e per dimensione – sono ad alto rischio di default.
In questo quadro lo Stato ed il sistema bancario possono e debbono fare scelte mirate e di sostegno reale evitando atteggiamenti e provvedimenti “a pioggia” cioè uguali per tutte le imprese.
Crediamo che anche il nuovo codice per la crisi d’azienda che entrerà in vigore possa rappresentare una sfida e un aiuto per distinguere gli operatori da sostenere e accompagnare rispetto a quelli che non sono in difficoltà solo per effetto della crisi pandemica, ma lo erano già prima e non possono rimanere sul mercato alla condizione di non pagare imposte e contributi previdenziali.
I provvedimenti debbono essere ora selettivi e mirati a salvaguardare imprese e occupati che possono reggere l’urto del mercato competitivo.
Un nuovo miracolo economico è possibile? Siamo all’ultima salita prima di raggiungere la vetta?
I depositi bancari hanno superato 1700miliardi (+11% rispetto al 2019): occorre capire ed agire come possono essere canalizzati, almeno in parte, per gli investimenti ed il rilancio del nostro Sistema paese.
Le banche hanno avuto ed avranno il compito strategico di far girare quella enorme massa di liquidità immessa dalla UE. I fondi di garanzia gratuita MCC e SACE hanno oggi funzionato bene per le PMI. I prestiti concessi con l’ammortamento medio di 12 mesi, sono aumentati ed erogati a tassi molto bassi. Le moratorie in atto per i vecchi prestiti hanno consentito di rinviare le scadenze di pagamento per le aziende e le famiglie durante questi 15 mesi di pandemia.
Ora parliamo di ripresa possibile post vaccinazione: un ottimismo ragionato è possibile spenderlo per una visione positiva del nostro futuro.
C’è una crisi profonda per turismo, bar, alberghi, trasporti e ristoranti, ma esistono anche comparti industriali che registrano già oggi la ripresa (industria alimentare, settori sanitari, biomedicali e anche agroalimentari). Queste ultime aziende hanno aumentato fatturato e utili che possono sicuramente reinvestire e quindi c’è una potenziale possibilità di sviluppo e anche di ripresa occupazionale. Arriveranno poi i fondi del Recovery Fund Next Generation Eu soprattutto per le infrastrutture pubbliche che genereranno nuova domanda e nuova occupazione.
Se il nostro Paese stringerà le forze creerà le condizioni per una nuova “stagione del dovere e della solidarietà responsabile”, si creeranno le condizioni per una nuova crescita sostenibile e sperabilmente per un nuovo “miracolo economico” (ma solo lavorando di più e meglio sia nel settore pubblico e privato).
Facendo semplificazioni, diminuendo gli orpelli burocratici e assistenzialismo prevarrĂ la voglia di non fermarsi per poter consolidare le positivitĂ guardando al futuro. Il Pubblico deve fare la propria parte. Una ripresa potrĂ essere forte solo con il contributo di tutti, senza imbucati e furbetti del quartierino sia nel settore pubblico che in quello privato.