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venerdì, Novembre 22, 2024

Lavorare con passione per il Pd, non significa candidarsi

Giovan Battista Zona con la voglia di ripartire, seguendo strade alternative ai metodi che tanto male hanno fatto al Partito

Giovambattista Zona, 45 anni, tecnico microbiologo dell’azienda farmaceutica Gsk, fondatore e militante del Partito Democratico, a Siena da 25 anni. Il suo nome – forse con troppa fretta – è stato fatto tra quelli possibili per la nuova segreteria del Partito cittadino. Lo ringraziamo per la sua disponibilità a parlare con noi di questo e altri temi politici.

A cosa dovrebbe servire il congresso comunale del Pd?

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“Tornare ad essere centrali e in sintonia con la Città, ritrovare un progetto attrattivo per il futuro e, perché no, creare un nuovo gruppo dirigente, aperto e collaborativo”.

Dunque non serve soltanto a trovare una segretaria o un segretario

“La segretaria o il segretario che verrà, dovrà uscire da un dibattito, il più aperto e condiviso possibile. Non siamo il partito dell’uomo/donna al comando, calato/a dall’alto!”

Ma tu sei in bazzica?

“Certo che no, lavoro con passione per creare condizioni, affinché il Partito possa essere il più plurale possibile. Alcuni metodi, ultimamente, non ci sono piaciuti”.

Spiegati meglio per cortesia…

“Da un anno denunciamo l’esagerato confronto correntizio, spesso sovrapponendo i nomi alle idee. E questo si ripercuote sull’organizzazione del Partito in città, sui circoli che non funzionano nonostante la buona volontà dei segretari. Un popolo che non si ritrova non costruisce idee”.

Sì, epperò l’obbiettivo di tornare a vincere nel 2028 è chiaro…

“Appunto, se non costruiamo le fondamenta, sulle quali costruire a propria volta le case delle idee, come pensiamo di vincere nel 2028?! Idee, comunità e apertura verso quei mondi che sentono proprio i valori del centrosinistra. E sia chiaro, da soli non si vince!”

Già perché intanto siete all’opposizione…

“Vero, ma dobbiamo pensare da maggioranza, siamo il primo partito in città, ricordiamocelo. Ottimo il lavoro dei nostri rappresentanti in Comune, ma ci manca il collegamento fra i consiglieri e la comunità democratica”.

Abbiamo capito male o preferireste dare un contributo in un partito più coeso dell’attuale?

“Capito bene, noi non siamo lo spaccapartito, anzi abbiamo paura che, superata la fase congressuale, in molti possano tornare a scontrarsi: fra vecchi rancori… Forse… su nuovi veti?… Forse”.

“Tutti insieme invece – conclude Giovanbattista – possiamo dare un volto nuovo al Partito, ma serve “aria fresca”. Per questo ci siamo, per questo ci confrontiamo con tutti, nessuno escluso e, bada bene, quando parliamo di rinnovamento, lo facciamo per indicare metodi e idee, non in quanto siamo giovani o anziani! La priorità, per noi, è uscire dai ristretti “schemi” delle varie aree e andare oltre. C’è la voglia di ripartire, seguendo strade diverse rispetto ai soliti metodi che tanto male hanno fatto al nostro Partito”.

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