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venerdì, Novembre 22, 2024

Un deferente saluto a Capitan Ettore Bastianini: nel suo centenario il mondo omaggia il suo talento

Ettore Bastianini nasce il 24 Settembre del 1922 a Siena, in via Paolo Mascagni. Se c’è una cosa che ha messo d’accordo tutti a Siena è stata proprio la sua voce, sulla quale la rivalità tra le contrade non ha avuto la meglio.

La targa apposta dalla Contrada della Pantera sulla casa natìa di Ettore Bastianini (Wikipedia)

Quella voce è stata un elemento di unificazione persino dei numerosissimi melomani, sempre divisi, come le contrade di Siena, nel tifo sfegatato per i loro beniamini.

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Nel periodo della sua ascesa e notorietà non è che la strada fosse sgombra e libera: c’erano cantanti già affermati che godevano grande considerazione tra il pubblico mondiale, richiesti e scritturati dai grandi Teatri. Non era davvero facile farsi largo tra quei giganti: Tito Gobbi, Carlo Tagliabue, Gino Bechi, Rolando Panerai, Leonard Warren, Robert Merrill, Cornell MacNeil, Ugo Savarese, Mario Sereni e subito dopo Piero Cappuccilli, tanto per citarne alcuni.

Per emergere nella lirica ci volevano, a quei tempi, grandi doti musicali, carattere ed anche un po’ di fortuna. Eppure la sua carriera è stata rapida e fulminea: a quella voce, una volta sentita, non si poteva rinunciare facilmente.

La tomba di Ettore Bastianini al Cimitero del Laterino (Associazione Culturale internazionale Ettore Bastianini – Padova)

Gli artisti in erba, in quei periodi centrali del vecchio secolo, molto spesso venivano scoperti per caso e solo alcuni erano in grado, spesso aiutati, di studiare e perfezionarsi: erano scaricatori di porto, ferraioli, garzoni di bottega, muratori. Tutti dotati, però, di uno stradivari vocale eccezionale, innato. E la carriera, allora, non era corrotta dalle sirene del dio soldo: c’era bisogno anche di quello, certamente, ma ci si preoccupava di più a non guastare la pepita d’oro dell’ugola e i repertori erano assolutamente studiati, le rappresentazioni erano comunque selezionate e dosate con grande acume e parsimonia.

Dall’archivio della Contrada della Pantera

Soprattutto quelli che si erano fatti strada partendo dai gradini sociali più bassi, avevano la necessità di programmare una carriera più duratura e lunga possibile, senza rotture e senza alterazioni. Le tifoserie, accalcate nei loggioni o nei palchetti di terz’ordine, non si lasciavano scappare i particolari delle esibizioni, le sfumature, qualche incidente, un calo di tono, una nota presa male, un filato sgraziato: erano appostati laggiù, pronti ad intervenire con il notori “buu”, i fischi o la freddezza – gelida quanto la principessa Turandot – quando un cantante incespicava, scappucciava, inciampava.

Ettore Bastianini nel “Ballo in maschera” – link all’home page dell’associazione http://www.associazioneettorebastianini.org/

Fu in una pasticceria, dove aveva preso lavoro come garzone, che si scoprì che il ragazzo aveva una bella voce. Il suo datore di lavoro lo presentò a Fathima Ammannati e a suo marito che divennero i suoi primi insegnanti e lo avviarono al canto come basso. Grazie ad una borsa di studio riuscì a completare la sua formazione al “Centro di Avviamento al teatro lirico” di Firenze. Esordì successivamente al Teatro Alighieri di Ravenna nel ruolo di Colline ne “La bohème”.

Da lì proseguì la carriera iniziale esibendosi nei ruoli di Figaro nel “Barbiere di Siviglia”, in Tiresia nello “Oedipus rex” di Stravinskij e in tanti altri ruoli di basso in opere di repertorio come “Lucia di Lammermoor”, “Aida”, “La Gioconda”, “Il Trovatore”.

Ettore Bastianini. Suggeriamo da questo link – http://www.associazioneettorebastianini.org/video.html – l’ascolto delle esecuzioni de “Il Trovatore” e della “Forza del Destino”

Il 17 gennaio del 1952, dopo aver lasciato le scene e seguito un lungo perfezionamento sotto la guida del maestro Luciano Bettarini riuscì a reimpostare la voce passando al registro baritonale. Nel gennaio del 1952 debuttò nel nuovo ruolo come Giorgio Germont ne “La Traviata” di Verdi, successivamente in quello di Jeletzki ne “La dama di picche” di Ciaikovskkij e poi a lui si aprirono le porte dell’empireo: strepitosi successi in tutti i teatri del mondo e la grande stima e affetto del pubblico.

Voce di timbro oscuro e molto morbido, temperamento compassato e meditativo”: così scrive Rodolfo Celletti nel suo libro “Le Grandi Voci Dizionario critico-biografico dei cantanti con discografia operistica”.

La sua voce veniva non a caso paragonata al bronzo e al velluto. Dizione chiara, scandita senza influssi o gigionerie in un italiano perfetto, la pronuncia delle parole esemplare, da dizionario, una voce calda, pastosa, una vocalità potente nei registri bassi e lineare e di notevole estensione nei timbri alti sono state le cifre più importanti nel collocarlo tra i maggiori baritoni del secolo scorso.

Ettore Bastianini (Archivi Contrada della Pantera). La contrada ha dedicato molte raccolte al suo compianto capitano. Una di esse a questo link: https://youtu.be/tbWQ7159IDU in cui canta il Rigoletto

Queste caratteristiche ne hanno fatto, in particolare, uno degli interpreti verdiani più titolati di tutti i tempi. Bastianini, infatti univa alle caratteristiche peculiari della sua voce, una modalità interpretativa che si adattava a quello scavo psicologico di alcuni personaggi che Verdi aveva tratteggiato nei suoi lavori.

Renato ne “Un Ballo in Maschera”, Rodrigo nel “Don Carlo”, Amonasro nella “Aida”, il Conte di Luna ne “Il Trovatore” sono i ruoli dove Ettore Bastianini primeggia senza rivali.

In quella intensa e breve carriera, prima del declino della malattia e la morte nel 1967, non solo è sul podio con i grandi dell’epoca – Franco Corelli, Giuseppe Di Stefano, Mario Del Monaco, Maria Callas, Renata Tebaldi, Giulietta Simionato -, ma è richiesto dai grandi direttori d’orchestra: Von Karajan, Metropoulos, Gavazzeni, Giulini ed anche dai grandi Teatri: è di casa allo Staatsoper di Vienna, al Teatro alla Scala di Milano, al Covent Garden di Londra, al Metropolitan di New York, a Los Angeles, a Dallas, a Chicago, a Berlino, al Cairo, in Giappone etc.

Ettore Bastianini la sera del 5 marzo 1960 al Met di New York in Nemico della Patria dall’Andrea Chenier al link https://youtu.be/0NyR7I_zkBo (Archivi della Contrada della Pantera – Siena)

E’ dunque difficile scrivere qualcosa di originale e di nuovo di Ettore Bastianini in presenza di una bibliografia ricca e vasta, di una discografia, come riporta il Celletti, di enormi dimensioni. Si è colmato persino quello spazio, di solito riservato, della vita privata e del rapporto con la sua città Siena.

Proprio per il cinquantesimo dalla morte nel 2017 è uscito un libro davvero interessante “Egli ci Fu rapito…” di Marina Berti e Marcello Vanni. In questo libro si ripercorre, con episodi sconosciuti, con il racconto di amici e concittadini del baritono, al di fuori della saggistica e dalle monografie degli artisti celebri, la vita più semplice di Bastianini, fuori dai riflettori della ribalta.

“Egli ci fu Rapito” di Marina Berti e Marcello Vanni (Betti Editrice)

In quel racconto c’è la Siena del novecento, c’è la vita e la realtà del cuore contradaiolo, c’è l’umanità, la bontà e la generosità di un personaggio allora famoso, internazionalmente famoso, che però non si allontanò mai dalle radici, dalla sua comunità.

Bastianini è un cantante che calca le scene dei maggiori teatri ma è anche il Bastianini che parteggia animatamente per la sua contrada, la Pantera, per il rione dove è nato, dove ha fatto le prime esperienze musicali dalla pasticceria di Gano, al coro della Metropolitana, al debutto da baritono proprio a Siena, “…in quella Siena dove amore e odio sembrano due sentimenti che accompagnano i grandi…”, e poi da Capitano della sua contrada.

In quel ruolo riuscì a seguire gli eventi cittadini e la preparazione del Palio e ad essere protagonista anche da lontano, da Milano o da New York dov’era impegnato nelle prove e negli spettacoli con la Callas o con altri grandi cantanti titolati di quel tempo: si sentiva ed era in contatto costante con i suoi mangini che ricevevano indicazioni, consigli su come dovevano muoversi. Gli riuscì di conquistare il “Cencio” nel Palio del 1963. Per la sua contrada non lesinava niente, e sue furono le risorse per rifar la sede nuova, per creare un museo: insomma, per tutte le cose che occorrevano a competere, nelle migliori condizioni possibili con le altre contrade lui c’era. “Dalla semplicità del rione natio che lo vide ragazzo di Stalloreggi, assurto ai fastigi della fama, Ettore Bastianini, affermando la sua grande umanità di artista incomparabile e di Contradaiolo appassionato, volle ed offrì l’edificazione e l’arredamento di nuovi locali, degna sede della tradizione avita”: così recita la targa apposta il giorno dell’inaugurazione della nuova sede della contrada della Pantera in onore glorioso Capitano.

Ettore Bastianini il 9 agosto 1960 interpreta Rodrigo nell’esecuzione del Don Carlo al Salzburger Festspiele: Visibile al link: https://youtu.be/-JA6JPpfvr4 (Archivio della Contrada della Pantera)

La sua carriera è stata eccezionalmente intensa e di grande successo ma purtroppo è stata breve così come breve, quarantacinque anni soltanto, è stata la sua vita. Il tumore e il lento declinare ci riporta alla mente un’intervista del grande Del Monaco quando, ad un certo punto, sostenne che se per qualche ragione non avesse più potuto cantare per lui sarebbe stato meglio morire.

Bastianini, da questo punto di vista, è coerente con quelle affermazioni: per non rinunciare a cantare evitò l’intervento chirurgico che i medici gli avevano sollecitato e che forse gli avrebbe salvato la vita ma, al tempo stesso, l’avrebbe mutilato per sempre. Proprio per non rinunciare al bene più prezioso e più caro che possedesse, con grande eroismo e stoicità, scelse quindi la strada di poter esercitare la sua arte fino a che il destino lo avesse assistito.

Ettore Bastianini (Archivi della Contrada della Pantera – Siena)

E’ proprio per questo che possiamo concludere il nostro modesto ricordo con il titolo del libro-viaggio sulla sua breve vita: ‘Egli ci fu rapito…’. Rapito non solo ai contradaioli della Pantera, non solo ai senesi ma all’arte del canto, al teatro lirico, a tutti coloro che lo hanno frequentato, lo hanno ascoltato in teatro, ma anche a quelli che non hanno avuto la fortuna di rimanere stregati da un sua esibizione dal vivo.

L’unica consolazione è proprio quella di ricordarlo mettendo un disco o un CD: se chiudiamo gli occhi, allora, possiamo essere travolti dalla cremosa, avvincente, delicata voce, dai chiari scuri delle note che salgono e scendono armoniosamente e che ci rapiscono in una vera e propria estasi. Se la sua Siena volesse dedicare alla memoria del grande baritono uno dei Palii 2022 o il masgalano in occasione del centenario della nascita, sarebbe davvero una grande iniziativa!

Se la Regione Toscana decidesse di dar vita ad un programma specifico di iniziative per ricordare e far conoscere Ettore Bastianini, la sua arte vocale e il suo contributo al teatro lirico sarebbe davvero un gran cosa!

Ettore Bastianini con la comparsa (archivi della Contrada della Pantera – Siena)

Tutto il nostro plauso alla Contrada della Pantera che da inizio anno ha aperto una sezione del proprio sito al centenario del loro illustre contradaiolo – https://www.contradadellapantera.it/bastianini-1922-2022 -. E’ la principale sostenitrice di un’intitolazione formale del Masgalano a Ettore Bastianini. La prima richiesta formale al Comune l’ha fatta l’ex onorando Stefano Morandini il 27 giugno 2015; a inizio 2022 l’oggi Priore Paolo Vannuccini ha incontrato il Signor Sindaco per avere conferme in proposito ed è tuttora in attesa delle sue determinazioni.

Niclo Vitelli

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