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domenica, Novembre 24, 2024

Il 25 aprile per riaprire, ripartire e rinnovare il Paese

Celebrando ogni anno il 25 aprile si difende la Repubblica democratica e antifascista nata dalla Resistenza. Con essa è nata una nuova Italia dopo la vergogna del Fascismo.

L’Antifascismo, al di là delle ideologie dei partiti, è stato il fenomeno politico e culturale più importante nell’Italia del secondo dopoguerra. Un’Italia che aveva avviato una trasformazione progressiva delle basi economiche e sociali, nella quale, finalmente, il mondo del lavoro potesse avere un ruolo centrale, superando così la politica antioperaia del ventennio, ma anche il conservatorismo prefascista che aveva escluso dalla vita del Paese le grandi masse popolari.

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E anche se tutto ciò non è stato pienamente realizzato, nessuno che abbia sinceri sentimenti democratici può seriamente pensare che i limiti e le difficoltà che l’Italia ha sofferto in questi decenni possano essere sanati smantellando la Costituzione e le istituzioni democratiche.

Il lascito della Resistenza è scritto nella Costituzione repubblicana che ha retto e resiste ancora agli attacchi di chi ne voleva cambiare i contenuti di innovazione ed emancipazione, di democrazia, uguaglianza, diritti.

Ed oggi, dopo quasi 14 mesi di sacrifici e sofferenze derivati dalla pandemia, è possibile attingere ancora e più di prima alla Costituzione per trarne energie e indicazioni su come uscire da questa congiuntura, dalle sue cause e dalla grave crisi che attanaglia l’umanità e la nostra società.

Giungeranno nel nostro Paese ingenti risorse comunitarie per realizzare il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. I fondi in arrivo dal Next Generation Eu non devono essere un salvagente per l’emergenza, ma un’occasione per rafforzare il tessuto sociale, economico, ambientale dell’Italia, soprattutto nelle zone e negli strati sociali  che ne hanno più bisogno.

Il PNRR che il nostro Paese deve presentare nei prossimi giorni, però, dovrà avere lo sguardo lungo, andare oltre l’attuale emergenza. Dobbiamo guardare ai prossimi decenni, mettendo in campo davvero interventi per accelerare la transizione ecologica guidata da obiettivi di giustizia sociale, per superare il divario di genere, gli squilibri territoriali, per investire davvero sul futuro e sulle nuove generazioni, per asciugare l’enorme diseguaglianza che le politiche liberiste  e di sfruttamento del patrimonio naturale hanno provocato in questi decenni, per mettere al sicuro i nostri beni comuni.

Il 25 aprile dunque non è solo la data nella quale si ricorda e si celebra la liberazione dal nazifascismo, ma ancora oggi, e in questo 2021 ancor di più, è la data che ci richiama al dettato della Costituzione e a quel patrimonio di valori che oggi più che mai traccia la strada per la fuoriuscita da una lunga crisi che non è solo quella della pandemia, bensì una crisi di visione e di futuro.

Nella nostra Costituzione c’è un articolo, il più importante di tutta la Costituzione, il più impegnativo, impegnativo per noi che siamo al declinare, ma soprattutto per i giovani che hanno l’avvenire davanti a loro. Dice così “E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

E’ compito di tutti rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana: quindi dare lavoro a tutti, dare una giusta retribuzione a tutti, dare una scuola a tutti, dare a tutti gli uomini dignità di uomo. Soltanto quando questo sarà raggiunto, si potrà veramente dire che ha piena attuazione la formula contenuta nell’art. primo “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”.

Ecco qui c’è scritto come scrivere il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, e come dare risposte a tutti gli strati sociali che più hanno pagato il prezzo della pandemia e delle chiusure per difendere la salute di tutti.

Roberto Beligni

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