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domenica, Novembre 24, 2024

Orgogliosamente montepaschino

Neanche il mare tiene lontano Claudio Marignani dalle questioni Mps di cui è stato dipendente e varie volte si è esposto politicamente a tutela della Banca e a commento critico della gestione.

Claudio, alla luce delle ultime sentenze di assoluzione su Mps – https://www.milanofinanza.it/news/mps-assolti-con-formula-piena-mussari-e-vigni-l-occultamento-dell-operazione-alexandria-non-sussiste-202207151546568169 -, hai una battuta da farci?

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“Rispettando le decisioni che emergono dalle istituzioni preposte ai giudizi, appare che Siena sia stata anche sulle vicende Mps una bella addormentata. E i furbi di Siena in contesti economici internazionali siano apparsi fortemente ingenui”.

Restiamo su Mps. Ieri sera Pietro Staderini, capogruppo e consigliere che fa riferimento a Sena Civitas, di cui sei tra i fondatori dell’omonimo Circolo, ha presentato – https://www.ilcittadinoonline.it/cronaca/siena-cronaca/staderini-si-alla-giornata-dellorgoglio-montepaschino/ – una mozione al Comune che fa riferimento a un articolo di SienaPost – Mi fa paura il silenzio su Mps – SienaPost. Prima di parlarne approfonditamente, vorremmo chiarire una cosa. Ma il tema Mps è bipartisan come suggerisce Luca Fiorito o tema di scontro fra schieramenti in lizza per le amministrative 2023?

“Fiorito lancia una proposta generica e non la rivolge a qualcuno in particolare. Noi diciamo che se c’è un luogo deputato per discuterne, questo è il Consiglio comunale che ha già approvato mozioni unitarie a difesa e tutela della banca. Quelle mozioni unitarie hanno prodotto un risultato evidente: un anno fa per esempio si discuteva di chi avrebbe incorporato questa banca e dello spezzatino che sarebbe conseguito, mentre oggi si discute al momento di Piano industriale e di gestione degli esuberi. Crediamo che il Comune resti la via maestra per affrontare il tema Monte dei Paschi”.

Quindi stai allargando a comportamenti già assunti dal Consiglio comunale un anno fa?

“Cronologicamente sì, anche se era settembre. Fummo fra i promotori della mozione unitaria di cui i contenuti essenziali sono stati ripresi fino al giugno di quest’anno. Parlavamo allora di salvaguardia dei diritti dei dipendenti con misure comunque sostenibili; di continuità del marchio Mps, il più antico del mondo, universalmente riconosciuto nel settore bancario internazionale e che è un unicum con la permanenza della direzione generale a Siena; di una soluzione che salvaguardasse un’autonomia e un’integrità durevole della banca che ha svolto un ruolo per il Paese insieme alla difesa dell’indotto; della permanenza diretta di una presenza dello Stato per accompagnare l’evoluzione della banca. Queste posizioni incontrarono il sostegno del Mef che si sarebbe poi impegnato a farsi promotore di soluzioni tese a salvaguardare livelli occupazionali, marchio e legame con il territorio”.

Ma cosa significherebbe in termini fattuali realizzare una giornata dell’orgoglio montepaschino?

“Una giornata dell’orgoglio montepaschino, qualora fatta propria per intero da Consiglio, rappresenterebbe un ulteriore segnale di compattezza delle istituzioni della città tutta sul tema Mps e un gesto di forte di attenzione verso i dipendenti e la banca in una fase delicata come quella che sta attraversando. E’ indubbio che Siena per secoli, e in particolare nel XX, è stata anche Mps e, senza Mps, né Siena, né la Toscana, né forse il sistema bancario italiano sarebbero stati gli stessi. Ricordo che, negli anni, Mps è stato chiamato più volte a incorporare e salvare molte banche italiane”.

“Perché proporre di passare dal coinvolgimento del Consiglio anche a quello della città? – si chiede Marignani -. Perché, maturato il primo obbiettivo che è stato quello di mantenere aperto il terreno di gioco e impedire soluzioni affrettate, oggi bisogna costruire le condizione per ottenere gli altri risultati a cominciare dal mantenimento a Siena della Direzione Generale della Banca, l’autonomia e il marchio. Qui, pronti anche ai mutevoli scenari politici generali, c’è bisogno che scenda in campo la città, i cittadini, le associazioni e le istituzioni. Deve esser chiaro a tutti che se Siena esercita l’attività bancaria dal 1472 non è frutto di un caso. E non possiamo lasciare che sia la grande finanza a stabilire il futuro della Banca Mps”.

Tu, come ex dipendente Mps, personalmente, come definiresti il termine orgoglio montepaschino?

“A me giovane neo assunto, la prima cosa che mi insegnò il direttore Capanni fu di ritenere uguale ogni cliente a prescindere dall’entità del deposito, perché ogni cliente è una Persona e una Voce che può portare nuovi clienti e può invogliare futuri amici e parenti a guardare con favore il Monte. Questo, oltre all’aspetto umano e al fatto che se uscivo di stanza dovevo spengere la luce per risparmiare. Sono orgoglioso di un’appartenenza e di una mentalità legata alla fidelizzazione della clientela, a una forte vocazione territoriale e a un nome che apriva ogni porta. Oggi sono dalla parte del Monte dei Paschi per quello che continua a rappresentare nonostante scelte verticistiche sbagliate e un adeguamento della mentalità ad operatività che contrasta con la storia passata. Con queste radici, guardando al futuro vedo la possibilità di una banca che cambia in ragione dell’evoluzione dei mercati, ma che resta punto fermo per Siena e la Toscana; sia dal punto di vista economico-occupazionale che di importanza per i progetti della Siena e della Toscana del futuro”.

La vostra mozione è stata subito pubblicata dai media senesi. Nei vari commenti sembrerebbe non sempre accolta con favore: qualcuno forse intravede in essa un’iniziativa politicamente assolutoria in linea con le sentenze pronunciate fino ad oggi in merito al tracollo nel recente passato…

Assolutamente no. Politicamente per noi nessun colpo di spugna. Ho letto commenti che mi sono sforzato di comprendere. Quando un cittadino si esprime è per me sempre un valore. Ciò premesso, lasciando da parte il termine orgoglio, il senso finale della nostra mozione è il seguente: i montepaschini, e la città del Monte dei Paschi, devono essere fieri della loro storia e della vita lavorativa, di cui le vicende recenti non possono rappresentare l’ultimo tragico epilogo. Orgoglio significa impegnarsi perché la storia della Città del Monte non si chiuda qui e ora. Non saremmo mai dei savonarola che si accontenteranno di metter al rogo l’empietà: c’è un futuro da vivere e assicurare”.

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