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giovedì, Aprile 25, 2024

Frati: “Orgoglioso di aver guidato l’Università, tornerò a fare il professore”

Un progetto nazionale sulla biodiversità sarà il ritorno alla vita normale di professore e scienziato per Francesco Frati, rettore dell’Università dal 2016 e che dal 1 novembre prossimo lascerà l’incarico a Roberto Di Pietra, neoeletto alla guida dell’ateneo senese. La proposta politica pare non interessarlo, nonostante il suo nome circoli ormai da mesi come candidato a sindaco dell’area di centrosinistra, Frati non pensa di abbandonare la sua carriera accademica per amministrare la città di Siena. “Ho letto ovviamente le ipotesi che si fanno sul mio nome – dice nell’intervista che ha rilasciato a sienapost.it per tracciare un bilancio dell’esperienza alla guida dell’Università -, al momento la mia intenzione è di tornare a fare il professore di zoologia, di seguire i miei studenti e di impegnarmi nella ricerca. Tra l’altro sono coinvolto in uno dei progetti Pnrr che riguarda il centro nazionale sulla biodiversità che mi terrà impegnato in questi prossimi anni e continuerà a stimolarmi come è accaduto per l’incarico di rettore”.

Frati termina il mandato con la soddisfazione dei dati del Censis che vedono l’Università di Siena prima tra gli atenei italiani di media grandezza e seconda nella classifica assoluta. “Negli ultimi 15 anni siamo sempre stati nelle prime posizioni, aver raggiunto il primo posto, non è tanto un merito della mia amministrazione quanto il consolidamento di un valore legato ai servizi che offriamo ai nostri studenti. Infatti la classifica del Censis si basa soprattutto su indicatori che fotografano la qualità dei servizi come borse di studio, strutture, metodi di didattica, l’internazionalizzazione, la comunicazione digitale. Tutto il personale docente e tecnico condivide la cultura dell’accoglienza, operiamo in una piccola città che però ha un richiamo internazionale e se possiamo contare su 17 mila iscritti, di cui una parte ovviamente senesi altri provenienti da fuori regione, è perchè Siena è un luogo perfetto per studiare”.

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Sei anni alla guida dell’Università, con il periodo della pandemia, cosa lascia questa esperienza?

“Ricordo ancora il senso di orgoglio che ho provato per essere stato scelto a guidare l’ateneo in cui mi sono laureato, che mi ha permesso di realizzare il sogno di fare un lavoro meraviglioso, di girare il mondo, di conoscere tanti colleghi e di sentirmi realizzato come professionista. Il filo conduttore di questi anni è stato quello di confermare con il mio lavoro quotidiano la fiducia ricevuta.

Chiudo con la conoscenza sempre più profonda di questa istituzione importante a livello internazionale e e l’esperienza di collaborazione con tante istituzioni cittadine e non solo. Proprio durante i due anni di Covid, ho trovato una forte vicinanza da parte delle contrade che hanno messo a disposizione i loro spazi per consentire agli studenti di tornare a seguire le lezioni in presenza”.

Il passaggio del testimone a Di Pietra avverrà tra qualche mese, cosa dirà al suo successore?

“Niente all’Università è legato al singolo, la programmazione va oltre gli incarichi dei rettori, ci sono progetti che io ho ereditato e altri che sono maturati in questi anni. L’attenzione sarà su due grandi settori di sviluppo per il futuro: i progetti Pnrr che stanno partendo proprio in questi giorni, e il tema edilizia su cui abbiamo lavorato negli ultimi mesi per progettare il rinnovamento dei nostri spazi e la costruzione del complesso didattico della scuola di medicina, con i lavori che speriamo inizino entro la fine dell’anno.

Ma la vera scommessa delle Università italiane sarà capire come sarà la didattica post covid: solo chi imparerà a cambiare paradigma avrà successo attirando gli studenti che durante la pandemia hanno cambiato le loro abitudini di studio e di socialità”.

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