Per vincere le elezioni occorrono le coalizioni elettorali. Le elezioni si vincono per governare. Per governare occorrono coalizioni di governo.
Il punto è che le coalizioni delle forze che vincono, poi, nei fatti quasi mai riescono a restare insieme nel momento del governo. Vale anche per il centrodestra.
E così la politica è costretta a cercare il collante della coalizione di governo fuori da sé. E, fuori dalla politica, un Monti o un Draghi che si prestino al bisogno di governabilità del momento lo si è sempre trovato. Fino ad oggi, almeno.
Ma da servitori e salvatori della patria a vittime sacrificali corre il tempo sufficiente a mangiarsi un altro pezzo di futuro. Una verità semplice, banale che la politica non sa spiegare.
Colpa delle leggi elettorali? Colpa di una classe dirigente senza basi e formazione politica? Di una visione miope? Di ritardi e problemi accumulati ormai senza soluzione? La ricerca di risposte subito senza consentire la loro maturazione?
Un po’ di tutto questo sicuramente. Con l’aggiunta, ormai, di una sfiducia, largamente diffusa, di una non riformabilità del sistema.
Siamo un Paese invecchiato, che non genera degli eredi e che ai pochi che nascono lascia pesanti fardelli di debito, che si crogiola nel tempo che fu, in attesa di un “Salvatore” che non sa riconoscere e, quando riconosce, non vuole.
Un Paese capace di passare da accesi dibattiti di revisione della spesa pubblica a programmi di investimenti per la rinascita, senza memoria alcuna.
Il punto è che, così come non basta cambiare taglio o colore di capelli per sentirsi altro, non basta rimescolare le carte in Parlamento per avere un futuro diverso.
E questo vale sia per le prossime Politiche che per le future amministrative di Siena.
