No perché a me la domanda sorge spontanea tutte le mattine, quando vedo scendere le scale alla prole (e molto spesso viene rivolta a me con tanto di terzo grado…).
Io ho l’abitudine di preparare i vestiti per la mattina ad entrambe le mie tigri (9 e 4 anni), in modo da non perdere inutili minuti di sonno. Ma puntualmente al risveglio la guerra si scatena.
Povera illusa che penso sia tutto semplice e che i miei gusti o le mie decisioni prettamente pratiche siano condivise con gioia ed armonia… Forse nei film, nelle fiction e nelle pubblicità, perché in casa mia si scatena la guerra dello stile (che mi aspettavo tra qualche anno sinceramente).
E allora parte il “Non ho niente da mettermi!!!” alternato da “E’ tutto brutto!!!” con degli sporadici attacchi in sordina alla cestina dei panni sporchi dove, per caso o a ragione, è finita la felpa preferita.
Succede anche che la scuola annunci la tanto attesa foto di classe. Ecco, io sinceramente i preparativi sulla vestizione e la pettinatura più adatta non me li aspettavo proprio … Ed allora al momento del bucato mi sono trovata accanto un supervisore, attento affinchè l’outfit designato fosse messo in lavatrice in tempi utili per l’asciugatura, con nonne e zie già pronte e ben educate a realizzare la pettinatura prescelta. Quindi niente è lasciato al caso ma se si comincia a nove anni, non so cosa potrebbe riservarmi l’adolescenza.
Ho sempre pensato che lasciare la libertà di scelta alle bambine fosse la soluzione migliore perché portatrice di un’autonomia ed una presa di sicurezza, il carattere e la personalità che emergono e la libera scelta dei propri gusti e delle proprie tendenze di stile. Non so se pentirmene o meno sinceramente, perché se la gonna va sopra il pigiama oppure se la maxi maglietta va infilata dentro ai leggins c’è proprio qualche imperfezione oggettiva che non riescono a buttare giù.
C’è però qualche pizzico di invidia. Perché spesso, per la cura che hanno di se stesse, mi chiedo se sono veramente figlie mie. Io che sono tutto l’opposto, che esco struccata, spettinata e con le “righe del sonno” ancora in faccia, le guardo crescere e anche se sono perfettamente consapevole che sia il naturale corso della vita, vorrei vederle sempre così piccole, curiose della vita e con tanta voglia di scoprire il mondo.