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venerdì, Novembre 22, 2024

Quant’è facile uccidere gli indifesi

E’ da poco che ho conosciuto delle persone fantastiche, che si occupano dei gatti, del loro benessere, gli prestano cure al bisogno, li adottano, li fanno adottare, li amano, li crescono, li sfamano…

Mi sono innamorata di queste persone e un giorno vorrei essere una di loro perché credo fermamente nella forza dell’amore disinteressato.

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Ma chi lo avrebbe mai detto che io, proprio io, avrei sfornato questo pensiero? Ma solo per come ero prima, allergica ai gatti. Ma anche se non mi piacevano, non mi sarei mai sognata di far loro del male o addirittura arrivare a pensare di ucciderli.

Certo è che oggi non ci possiamo meravigliare di nulla: ammazzano per un nulla le persone, figuriamoci gli animali. E’ molto più semplice con loro, non c’è bisogno di alibi e il più delle volte l’impunità è garantita.

Però – e mi rivolgo a questa gente senza cuore cui l’unico epiteto ragionevole che mi viene è chiamarli “cari pezzi di m.. a”  -, una domanda mi sorge spontanea, ma se non volete i gattini perché non sterilizzate le gatte? Va contro la vostra religione? Contro i vostri princìpi? Contro il vostro portafoglio?

Ci sono associazioni che lo fanno gratis, se non volete spenderci su; e se le gatte arrivano a partorire, invece di uccidere i cuccioli (e i modi scelti sono per lo più truculenti), telefonate a una veterinaria e mentite sul fatto che avete trovato dei gattini, fuori, per strada. Meglio bugiardi che assassini. O anche mandateci un’amica se avete paura di essere scoperti…

Ma come si fa ad abbandonare – e questa è cronaca senese del 6 maggio scorso – due teneri micini di dieci giorni, con gli occhi ancora chiusi, dentro una campana della spazzatura? Da lì il percorso obbligato è nel camion trituratore che dilania qualunque cosa e poi nel nastro compattatore che pressa il materiale e lo invia al rullo per andare nella discarica ed essere sotterrato.

Stavolta l’attenzione dell’operatore incaricato è stata decisiva: sente degli strilli acuti. Sembravano gabbiani, ma erano i nostri micini che, come se sapessero di dover gridare forte per salvarsi, sono alla fine spuntati dall’immondizia, uno accanto all’altro come per farsi forza e darsi sostegno.

Rimango commossa e indignata da tutto ciò. Come è facile far del male a chi non si sa difendere. Bravo l’operatore scrupoloso e lascio a voi il commento su come debba chiamarsi chi ce l’ha buttati.

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