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martedì, Aprile 30, 2024

Rebecca, la libreria “giramondo”

Si chiama Rebecca, ed è una piccola libreria indipendente aperta da poco più di un anno in Via Pantaneto a Siena. Per caso. qualche tempo f.a mi ero imbattuta nella sua pagina sui social e la curiosità di conoscerla dal vivo subito era cresciuta in me. Poi ho letto la storia di Assunta e Martina, le due giovanissime libraie che hanno ideato e poi realizzato questo progetto, e la curiosità si è trasformata in determinazione di conoscerle, conoscere il loro Mondo Parallelo e provare a descriverlo.

Siamo in periodo di Natale e la città è avvolta di luci, addobbi e vetrine invitanti. Percorro tutta via Pantaneto ed alla fine arrivo da Rebecca. Già da fuori invita ad entrare, già da fuori si percepisce che dentro non troveremo una semplice libreria ma qualcosa di più. Alzo gli occhi ed il logo dell’insegna cattura la mia attenzione: Rebecca, con la R formata da un libro aperto, la E scritta con la pellicola di un film e una C costruita con un mezzo disco musicale. Una parola che racchiude insieme tante diversi linguaggi artistici: scrittura, musica ed immagini. Tante facce della stessa medaglia che si intersecano. Un po’ come Assunta e Martina… Martina ama la musica, Assunta il cinema. I libri e la passione per la letteratura sono il loro collante.

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Entro e ad accogliermi c’è Assunta… Martina ha partorito da pochi giorni ed ovviamente non poteva essere qui. Mi guardo intorno. Il profumo della carta stampata mi rapisce con tutto il suo fascino. Mi perdo negli scaffali pieni di libri e negli acquarelli esposti sopra il piccolo divano arancione che si trova subito all’ingresso. Acquarelli di “Le Nevralgie costanti” pieni di colori e connessioni che lasciano trasparire una ricerca profonda, una interconnessione fra anima e corpo; fra un corpo e il Tutto. Acquarelli che mi incantano come le sirene di Ulisse.

Mi siedo accanto ad Assunta ed iniziamo a chiacchierare.

Un Sogno germogliato durante la chiusura del covid e poi sbocciato subito dopo. Queste due particolari libraie, infatti, hanno aperto a maggio 2021.

La Libreria Rebecca in via di Pantaneto a Siena

Come è nata Rebecca? Come è partito questo progetto?

“Martina ed io siamo amiche dai tempi dell’Università. Io ho studiato a Napoli, lei qui a Siena. Alla Magistrale ci siamo incontrate. La passione per i libri ci ha sempre accomunato. Ci scambiavamo idee, consigli. Lei poi ha iniziato a lavorare per una casa editrice a Firenze ed io sono andata a fare un tirocinio in una libreria italiana a Barcellona. Quando poi sono tornata durante il lock-down, insieme abbiamo deciso di buttarci in questo progetto. Era un’idea che in noi c’era sempre stata in realtà e durante il tempo immobile del lock-down abbiamo iniziato a progettare in modo concreto questa cosa: abbiamo contattato i fornitori, trovato il fondo. Sono stati sei, sette mesi di planning vero e proprio”.

Assunta si ferma, sorride e riprende: “Con la riapertura delle attività ci siamo guardate negli occhi e ci siamo dette: che facciamo allora, lo facciamo davvero o lasciamo che resti solo un Sogno? E’ così che è iniziata l’avventura che ha trasformato il Sogno in Realtà”.

Un grande coraggio quello di Assunta e di Martina. Un coraggio che le ha portate, nonostante la giovane età e le mille complicazioni burocratiche presenti nel nostro Paese, a non scoraggiarsi ed a concretizzare il loro Sogno…

“Volevamo almeno provarci – continua Assunta -. Abbiamo tutta la vita per rassegnarci a vivere facendo lavori che non ci danno soddisfazione. Non volevamo avere il rimpianto di non averci provato. Questo ci ha dato la forza per metterci in gioco e… – sorride di nuovo – forse per essere anche incoscienti!”

Martina e Assunta, titolari delle libreria Rebecca

Un’incoscienza la loro che però ha portato l’Idea delle due giovani sognatrici a diventare la Realtà di questo piccolo angolino di carta stampata di mille colori, di musica soffusa, di persone che si incontrano e si scambiano idee, che hanno voglia di stare insieme a perdersi nella lettura di un libro. Perché anche questo è il senso di Rebecca, anche questo è nascosto proprio nel significato etimologico del nome che le due libraie hanno scelto per il loro Sogno concretizzato…

“Si è così – riprende Assunta –. Volevamo un nome da donna. Ci siamo messe quindi a cercarlo, proprio come si fa per i bambini che stanno per nascere. Alla fine Rebecca è quello che ci è piaciuto di più. Ha un significato particolare; in ebraico antico significa attrarre, irretire, tirare dentro. Questo è quello che vorremmo fare con chi frequenta il nostro spazio: irretire, nel senso buono del termine, attrarre con l’arte, che sia letteratura, che sia musica, che sia cinema. Far si che chi viene qui riconosca questo posto non solo come una libreria ma anche proprio come un luogo che offre momenti di condivisione degli infiniti mondi che ogni libro può regalare. Poi, comunque, Rebecca, ha anche riferimenti cinematografici e letterari”.

Incontri e dibattiti a Rebecca si fanno a ogni occasione

Ci interrompiamo un attimo. Entrano in libreria due ragazzi che cercano dei testi, una coppia con una figlia adolescente che cerca un regalo per un’amica. Una curiosità mi balena nella mente e non appena restiamo di nuovo sole la chiedo ad Assunta…

Secondo voi, che state qui a contatto quotidiano con la gente, le persone hanno ancora voglia di leggere? In questo mondo super digitale e virtuale, ci sono ancora lettori affascinati dagli scaffali pieni di libri, con la voglia di immergersi nelle pagine di uno scritto?

“Assolutamente si – dice con certezza Assunta –. Dalla mia esperienza ho riscontrato che i giovani leggono. Forse ci sono meno lettori a livello numerico, ma quelli che leggono sono dei lettori forti, appassionati. Sono giovani e meno giovani. Qui ne vediamo diversi”.

Che libri si possono trovare alla libreria Rebecca? Seguite una linea?

“Il nostro catalogo è diviso per Paesi – riprende – . Abbiamo Italia, Stati Uniti, Sud America, Gran Bretagna, Canada. Oltre alla narrativa abbiamo anche libri di poesia ed uno spazio dedicato ai libri in lingua, soprattutto inglese e francese. Poi abbiamo un piccolo reparto di cinema e musica, che sono le altre due nostre grandi passioni. In generale, però, la nostra linea è quella di suddividere i libri per area geografica perché pensiamo che così il lettore si possa orientare più che nei generi, nel Paese e nella cultura di quel Paese”.

“Potremmo definirla – prosegue – una suddivisione per culture geografiche. I luoghi influiscono anche sul modo di comunicare e scrivere. Anche in questa suddivisione io e Martina ci integriamo perfettamente. Lei ama i Paesi Baltici, i Balcani, la Russia mentre io prediligo gli Stati Uniti, la Francia. Poi – conclude – abbiamo gli editori indipendenti. Collaboriamo con piccole case editrici, come per esempio Astarte edizioni fondata da tre donne. Pubblicano tutta saggistica e romanzi che ruotano intorno al Mediterraneo”.

Ma Rebecca non è una semplice libreria nata dalla passione di due libraie innamorate dei libri, della musica e del cinema. E’ anche un luogo che irretisce, così come vuol significare proprio il suo nome. Qui, infatti, Martina ed Assunta cercano dare vera e propria vita ai libri. Vengono organizzati eventi, presentazioni e molto altro.

“Volevamo creare un luogo che in qualche modo ammaliasse chi entra e lo facesse immergere in un mondo dove musica, parole e immagini sono vive – continua Assunta-. Facciamo di base gruppi di lettura e presentazioni. Almeno una volta al mese c’è un gruppo di lettura. Si sceglie un libro e poi condividiamo insieme il suo messaggio. Cerchiamo per lo più di prendere testi che siano di editori indipendenti per uscire un po’ dai soliti titoli noti. Cerchiamo di far conoscere scrittori, e soprattutto scrittrici, meno conosciuti, fuori dalle grandi catene editoriali. Informiamo di questi eventi tramite le nostre pagine social e tramite la newsletter per chi ci lascia il proprio indirizzo mail. A gennaio, poi, dovremmo partire anche con un corso di sceneggiatura. Sarà in collaborazione con una sceneggiatrice della scuola Holden. L’anno scorso abbiamo fatto il corso di podcast – sorride di nuovo Assunta e poi conclude – speriamo di aggiungere anche altre cose inerenti al cinema e alla musica. Facciamo anche un gruppo di lettura su cinema e libri. L’ultimo che abbiamo fatto è stato sul film “Passing”, commentando sia il film che il libro. Parla di donne, scritto proprio da una donna degli anni ‘20”.

Entrano di nuovo persone e mi metto in disparte per non disturbare Assunta che lavora. Mi incanto a guardarla, ad osservare la cura con cui si pone in ascolto dei clienti per cercare di consigliare il miglior libro per loro. Traspare evidente la passione con cui lo fa. La passione per i libri, ma anche la passione per i particolari. Particolari che rendono ognuno di noi diverso dall’altro.

Finito di incartare l’ultimo libro, torniamo ad essere di nuovo sole. Arriva così il momento che le faccia le mie due solite ultime domande.

Se dovessi dare un consiglio a qualcuno che come te e Martina ha un Sogno da realizzare ma non sa da che parte iniziare per realizzarlo e farlo diventare Realtà, cosa ti sentiresti di dire alla luce della tua personale esperienza?

“Demordere! – dice in modo provocatorio scoppiando poi in una rumorosa risata-. A parte gli scherzi – riprende – gli ostacoli sono davvero tanti: la burocrazia, l’impegno economico, l’organizzazione. Ma se si crede davvero nel Sogno, si ha la passione, che è come un fuoco che tiene sempre acceso il motore, e si ritiene di avere le qualità per poter portare avanti il progetto, non resta che lanciarsi. Due cose sono fondamentali per me: la passione per quello che si vuole realizzare ed anche le qualità per farlo. Sono necessarie entrambe. Se queste due cose ci sono bisogna provarci. Vivere di rimpianti sarebbe altrimenti una cosa terribile. Poi – riprende dopo una piccola pausa – se si trova qualcuno con cui condividere quel Sogno non potrà che diventare un’avventura meravigliosa!”.

Sorride ancora ed aggiunge: “Alla fine c’è sempre tempo per fare una cosa che non ci piace. Non provare a vivere del proprio Sogno credo sia non solo un peccato, ma un vero e proprio crimine contro noi stessi”.

Martina e Assunta, titolari delle libreria Rebecca

Una stretta allo stomaco mi assale. Quanto ha ragione Assunta! Rivedo me ormai quasi trenta anni fa, appena uscita dal liceo, impaurita e titubante nel dover scegliere cosa fare del mio futuro e vorrei davvero riavvolgere il nastro e tornare lì. Tornare lì e ripartire con lo stesso coraggio e la stessa determinazione di Assunta e Martina nel seguire la mia passione per la letteratura e la filosofia. Seguirla senza paura, senza pensare alla cosa giusta da fare, senza imprigionarmi io stessa in una vita che non mi dava emozioni. Credere in me, nelle mie potenzialità, in quello che mi faceva battere il cuore mentre lo facevo.

Cerco di allontanare da me questi pensieri che mi fanno salire le lacrime agli occhi, distolgo lo sguardo dal viso di Assunta e mi perdo negli acquarelli di Le Nevralgie Costanti. Quegli acquarelli che avevano rapito la mia attenzione appena entrata dentro la libreria e che sembrano rappresentare visivamente molto bene il mio stato d’animo attuale. Faccio un respiro profondo e torno a porre la mia ultima domanda.

Se tu dovessi definire in una parola Rebecca, il tuo Mondo Parallelo realizzato, che parola useresti?

“Viaggio. Si, non ho dubbi, viaggio – risponde di getto Assunta-. Perché in realtà è stato ed è tuttora un vero e proprio viaggio. Tutti i giorni è un percorso verso una nuova destinazione. E’ una scoperta costante, anche perché le persone che entrano sono ognuna un mondo a sé da decifrare. E poi ognuna di loro ti fa scoprire delle cose nuove. E’ anche bella la rete che lentamente si sta creando qui a Rebecca. Le persone che ci frequentano poi iniziano a conoscersi fra se, nascono delle amicizie, delle relazioni. Persone che magari non si sarebbero mai incontrate perché appartenenti a mondi completamente diversi, qui si sono conosciute, si sono scambiate pensieri, opinioni, hanno instaurato dei rapporti. Ed anche questa per noi è una soddisfazione enorme”.

Saluto Assunta, lasciandole il mio indirizzo mail per essere inserita nella loro newsletter e ripromettendomi di tornare quando ci sarà anche Martina.

Mi incammino di nuovo per la strada. Ora è buio e le luci degli addobbi natalizi sono tutte accese. Intorno a me tutto sembra festa. Ma quella stretta allo stomaco che mi ha assalito poco fa mentre parlavo con Assunta continua a farsi sentire. Chissà come sarebbe stata la mia vita se anche io, come lei e Martina, ormai tanti anni fa avessi avuto il coraggio di seguire il mio Sogno, di assecondare le mie passioni. Chissà se oggi forse sentirei quella pienezza che in tanti momenti mi manca e mi porta a cercare forse ossessivamente vie alternative, un po’ come fa un pesce fuor d’acqua che inizia a sentirsi mancare il respiro.

Poi ripenso alla parola che mi ha lasciato questa lunga ed interessante conversazione: Viaggio.

In fondo questa vita altro non è che un viaggio. In fondo anche io, nonostante i rimpianti che non potranno ormai essere più colmati, sono ancora in viaggio. E forse, quello che è stato non poteva che essere come è stato. Forse la mia anima aveva scelto tutto prima di intraprendere l’esperienza chiamata vita.

Anche questo senso di rimpianto e questa nostalgia di un percorso che non ho fatto e non potrò più fare. Si, perché in fondo, la vita non si spiega, si vive. Ma una cosa ora sento davvero forte dentro di me: l’essenzialità del Sogno. “Siamo fatti della materia di cui son fatti i sogni; e nello spazio e nel tempo d’un sogno è racchiusa la nostra breve vita” diceva Shakespeare ne “La Tempesta”.

Ed allora non resta che chiudere gli occhi, respirare profondamente, vedere con l’anima i contorni del nostro personalissimo Sogno ed intraprendere il Viaggio che ci indica. Senza congelarci in rimpianti o rimorsi. Senza cadere nella trappola illusoria del Tempo che non tornerà. Assaporando il qui e l’ora che in se riassumono il Tutto.

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