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venerdì, Novembre 22, 2024

Al ballottaggio con cambio di genere, ma senza cambio generazionale

Ci siamo. Come previsto la città si incammina verso un ballottaggio che appariva scontato vista la frammentazione del voto, ma con un esito su cui varrebbe la pena di soffermarsi a lungo.

Oggi più che alle analisi, che sarebbero necessarie, si guarda ovviamente a come si comporrà lo scenario delle alleanze e apparentamenti, palesi od occulti, che determineranno l’esito finale delle elezioni.

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Le due candidate, Ferretti e Fabio, sono partite molto in ritardo rispetto al Polo Civico per la confusione dei rispettivi partiti di riferimento, ma hanno recuperato terreno e credibilità.

Io non credo che non ci sia, nelle società moderne, spazio per la affermazione di candidati civici, credo piuttosto che quel modello, a prescindere dalla qualità del candidato espresso, abbia un difetto genetico che non permette una penetrazione superiore a quanto registrato ormai in diverse occasioni.

Alla fine cambiando il numero dei fattori – leggi liste presentate – il prodotto non cambia, anzi a ben guardare decresce. E questo nonostante una campagna elettorale lunga e capillare.

Discorso lungo che interrompiamo per non urtare la suscettibilità di allenatori e portaborse. Però un pelino in meno di acredine e l’abbandono della sindrome di Edmond Dantes – https://www.arcitorino.it/notizie/790/prison-break-la-sindrome-di-montecristo.html  – gioverebbe a tutti.

L’attenzione si sposta ora verso le strategie delle due candidate a sindaco nel tentativo di insediarsi a Palazzo Pubblico.

Risulterebbero difficilmente comprensibili apparentamenti ufficiali o ufficiosi, che non siano coerenti e leggibili dagli elettori.

Il Polo Civico, tanto puro da rifiutare anche la candidatura di Falorni perché troppo partitica, non dovrebbe accettare nessun tipo di invito né da Anna Ferretti né da Nicoletta Fabio, ma è assai probabile che pezzi di quel raggruppamento, tanto eterogeneo per provenienza si sentano liberati da quel patto e scelgano, in quanto singole liste, di approdare verso altri lidi.

Abbiamo già visto un abbraccio, nel 2018, tra Valentini e Piccini, con i ben noti esiti, non mi stupirei più di tanto se la storia si ripetesse visto che la candidata Ferretti ha dichiarato che gli piacciono alcuni progetti di quel raggruppamento, film già visto, e che nel Pd abitano ancora vedove e orfani inconsolabili. È anche vero che qualcuno di quel raggruppamento potrebbe tornare a casa senza neanche destare scandalo, un assessorato ai servizi a rete e ambiente ci sarà pure, o no?

Così come sarebbe difficile azzardare che la candidata Nicoletta Fabio tornasse a braccetto di Castagnini o bussasse alla porta di quel Montomoli che i partiti che la sostengono avevano scelto in prima battuta e poi scaricato. E sarebbe altrettanto bizzarro e poco credibile che Montomoli accettasse di portare acqua a chi, conti alla mano, gli ha pregiudicato il percorso perché, alla fine, l’iscrizione alla Massoneria rimane comunque un impedimento. Del resto la candidata Fabio è stata netta nelle prime dichiarazioni, ha detto che riflette assieme alla sua coalizione, ma non farà scelte che contraddicono la sua linea e quanto ha dichiarato in campagna elettorale.

Poi ci sono voti (pochi davvero in verità) che sono sul mercato, ho letto che Scaramelli, ad esempio sta valutando quali progetti siano compatibili con i suoi – chissà a quali progetti si riferisce? -, anche se il risultato della lista che camminava verso il terzo polo ancora di strada ne ha da fare visto che circa la metà dei voti raccolti sono del buon Davide Chiti, ma proprio “suoi”. Alla fine, dalle scelte che verranno fatte si capirà anche quali progetti civici restano in piedi e si propongono di costruire per il futuro e quali invece si sfalderanno dimostrando che erano stati assemblati con logiche di potere. Nella polarizzazione centro destra – centro sinistra alcuni o non vanno a votare, o votano per vicinanza politica.

Un fatto è certo: Siena avrà per la prima volta una donna al comando. Rimane ancora da affrontare il cambio generazionale di cui la scena politica avrebbe davvero bisogno, ma alcuni segnali sono confortanti, in entrambi gli schieramenti.

Ad esempio non deve essere sottovalutato il risultato che Campanini con IEP ha ottenuto; e se ci sono state le primarie nel PD e se oggi Anna Ferretti arriva al ballottaggio, qualcuno dovrebbe ringraziarlo. Così come nella conta delle preferenze di molte liste si assiste ad un ricambio interessante. E anche che la lista Montomoli è stata una fucina di idee più fresche, di un modo diverso di raccontare la politica uscendo da stereotipi e schemi classici. Tutto ciò dimostra che occorre che nuove energie si affaccino alle sfide amministrative.

Maurizio Cenni

(Le foto pubblicate sono foto pubbliche di Fb)

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