Premetto che non sono tra coloro che si appassionano alle definizioni tipo “groviglio armonioso” e “ricciarello magico”. E che da queste fanno discendere valutazioni. Così mi fanno sorridere tutti coloro che si dichiarano rinnovatori e portatori di cambiamenti rivoluzionari.
Mi sembrano solo slogan vuoti di significato o, al peggio, tentativi di mascherare le proprie carenze di idee e contenuti. Questo anche perché, in una città piccola come la nostra, in cui i personaggi della politica sono pochi, trovare elementi di novità o attribuirsi patenti di pulizia è esercizio arduo e spesso infruttuoso.
Elementi su cui si possono fare esercizi semplici di demolizione delle patenti si possono mettere in atto sia sul fronte del civismo che sul fronte dei partiti tradizionali… destra, sinistra e centro.
Però, stamani, stavo riguardando l’articolo del Direttore – https://sienapost.it/siena/due-ipotesi-sul-nuovo-consiglio-comunale/ – e una cosa mi ha colpito.
Nella lista che ha sostenuto Nicoletta Fabio, ai primi posti in termini di preferenze, ci sono nomi che negli anni passati sono transitati dalla lista Nero su Bianco (rif. Alfredo Monaci) che, in caso di vittoria e con il premio di maggioranza, saranno in Consiglio Comunale, e nominativi che fanno riferimento a quell’area politica, con un leader ben identificato.
Ora, se giochi sul campo dell’organizzare le preferenze e porti la gente a votare contro chi ha esperienza di congressi DC, perdi sempre. Mi vengono in mente due episodi esemplificativi.
Il primo è il congresso di costituzione del PD dove, grazie al regolamento assai elastico che fu emanato, arrivarono così tanti nuovi votanti nei seggi a Siena che dei precedenti segretari di sezione, che da allora si chiamarono circoli, ne rimasero ben pochi: tutti sostituiti grazie a elettori che con la modica cifra di un euro, se non ricordo male, determinarono la nuova classe dirigente del PD in città.
L’altro è il fuoco interno – amico per niente – che grazie a consiglieri di quell’area politica, utilizzò una seduta consiliare in cui si approvava il bilancio preventivo come arma di pressione per nomine, anche se non di diretta competenza del sottoscritto, su cui avevo espresso contrarietà.
Se la memoria non mi gioca un brutto scherzo si trattava di qualcosa attinente alla Banca, forse il CDA? Mah, è passato così tanto tempo, che vuoi sapere…
Il voto arrivò dopo ore di sospensione del consiglio con il rientro in aula dei consiglieri di quell’area politica, per altro ben supportati da altri di maggioranza, e per assicurare il numero legale un consigliere reduce da un intervento chirurgico rientrò in aula all’ultimo tuffo.
Per cui quando si parla di ricciarello magico, di novità e di purezza nell’azione politica, qui non siamo nemmeno al ricciarello, siamo al panforte, ai cavallucci, al panettone e quant’altro, al groviglio, l’intrigo, l’intreccio ecc. ecc.
Per cui, quando sentite qualcuno che parla di novità, riflettete e non fatevi prendere in giro. Non contesto la legittimità di nessuno a schierarsi ove gli pare, cambiando pure idea… Contesto invece l’utilizzo di termini che non corrispondono al vero.
E mi permetto di dare un consiglio che lo so, se non richiesto risulta fastidioso, a Nicoletta Fabio di valutare quanto sarà libera o prigioniera, quante volte dovrà cedere sulla condivisione delle responsabilità, si badi bene non quelle dove si fatica e si rischia; un consiglio a tutti coloro che parlano di aria fritta perché valutino cosa stanno dicendo; ed infine un consiglio a quelli che “hanno rovinato una città” perché si guardino bene in casa.
Maurizio Cenni