Ve la ricordate l’Austerity?
Correvano gli anni 1973 e ’74, la crisi del petrolio a livello mondiale creò il panico nei mercati e molti governi occidentali ricorsero a vari stratagemmi per limitare i consumi. In Italia, per esempio, tra le altre cose, era proibita la circolazione su motori a scoppio la domenica.
Per chi ormai sfiora l’età della maturità è l’unico precedente eclatante che possa avere somiglianza con le norme anticovid di due anni fa: regole erga omnes finalizzate a determinare comportamenti collettivi per un “beneficio” superiore.
Ora che anche il Pil italiano ha perso un altro 0,3%, smettendo quasi di crescere, si è allineato alla semi immobilità di Germania e Francia. Il costo del denaro è in continuo aumento; per la Lagarde (BCE) si passerà dal 4 al 5%. L’inflazione, pur se sta frenando, incrementa dello 0,1% su base mensile e diventa del 6,7% da inizio anno.
Confindustria che sta illustrando sui territori il secondo trimestre dice che gli stessi strumenti che oggi limitano l’inflazione, hanno rallentato, fin quasi la paralisi, le attività imprenditoriali.
Segue tuttavia un algoritmo meno prevedibile il comportamento della popolazione. Con l’aumento dei prezzi si modificheranno ulteriormente gli orientamenti dei consumatori. Soprattutto quelli dei ceti popolari e di chi non lavora.
Indifferentemente diminuisce lo shopping, calano i consumi energetici, si riducono le attività di svago (viaggi, cene fuori, divertimenti) ma anche le spese mediche e per farmaci o protezioni assicurative.
Ci attendiamo di vedere il nascere di vere e proprie strategie collettive contro l’aumento dei prezzi soprattutto nel comparto alimentari: selezione dei prodotti superflui, limitare gli sprechi; ricerca delle promozioni.
Ci saranno negozi (discount) che vedranno crescere la presenza e altri (superette e dettaglio) che registreranno un crollo. Il termine austerità o austerity (all’inglese) tornerà di attualità. Insomma le aspettative dei prossimi mesi sono tutt’altro che rosee. E non ci sarebbe nulla di strano se ci fosse qualche altro tentativo di imporre comportamenti autoritativi.
(La foto pubblica di Fb è il dipinto “signora in calesse” di Sebastiano De Albertis