La Mens Sana torna domanisera al PalaEstra per affrontare il Cus Pisa. Intanto ripensiamo ad Agliana…
“What a game” direbbero gli americani se dovessero descrivere in tre parole la prestazione di domenica scorsa della Mens Sana sul campo di Agliana. Una vittoria netta, forse anche oltre le più ottimistiche previsioni, ma assolutamente meritata per quanto i ragazzi di coach Paolo Betti hanno saputo fare sul campo di una squadra forte, costruita con altri obiettivi rispetto alla sua attuale posizione di classifica.
Il tutto peraltro, in una condizione fisica ancora molto rimaneggiata, con Puccioni e Brambilla vestiti da allenatori più che da giocatori, Iozzi recuperato ma non al meglio e Marrucci, che dopo aver segnato un ventello con anche tanto altro, ha chiuso seduto a guardare i compagni con il ghiaccio su una mano.
“What a offense” direbbero gli americani se dovessero parlare del primo quarto in attacco dei senesi, che segnano 33 punti, facendo canestro in tutti i modi e dando prova – l’ennesima – di un potenziale offensivo che ormai è abbastanza evidente a tutti. Pur in una serata dove Prosek – secondo marcatore della squadra – produce meno del solito, e Puccioni – terzo marcatore della squadra -, come detto, è assente del tutto. Tocca al solito Tognazzi, autore di un altro ventello, ma soprattutto a Marrucci e Pannini, ergersi a protagonisti in attacco. Ed in due segnano 42 punti, affettando la difesa dei pistoiesi, sia in penetrazione che da oltre l’arco.
“What a play” direbbero sempre i soliti americani se dovessero descrivere diverse giocate offensive di Marrucci (tra cui una schiacciata), di Pannini, che da 3 punti vendica ampiamente il misero 1/9 della partita precedente contro Pontedera e di Tognazzi, che oltre ai 20 punti regala anche un paio di assist, tanto per far vedere a tutti che, volendo, la palla la sa pure passare bene, oltre a metterla spesso nel “paniere”.
“What a defense” invece dovrebbero dire gli americani parlando del terzo quarto della Mens Sana, che concede 8 punti agli avversari, chiudendo davvero ogni varco, e dimostrando che anche se si è in pochi si può difendere con aggressività. Basta volerlo. Basta lavorare di squadra. Insomma, basta difendere. Argomento scontato ma mai abbastanza, perché la difesa non può e non deve mai mancare. Anche quando l’attacco sembra più che sufficiente per vincere la partita. Perché le polveri si possono bagnare, ma le barriere non devono mai cadere.
“What a captain” sarebbe invece il giusto commento alla prestazione di Pannini. Il capitano, piccolo di statura, ma grande per la sua sapienza cestistica. E che quando fa canestro come domenica sera, beh, fa venire in mente registi del passato… uno in particolare il cui cognome inizia per Z… è finisce per “isis”… Il paragone non regge, è vero, ma la capacità di gestire il gioco del capitano non è poi così distante, livelli permettendo, da quella del professore di greco che in viale Sclavo ha giocato diversi anni con la maglia numero 6.
“What a standing” infine, direbbero i soliti amici a stelle e strisce se dovessero commentare la classifica della Note di Siena. Primato in solitaria, con +4 dalle più dirette inseguitrici, ma quello che più conta, a -4 sconfitte dal quinto posto. Perchè in un campionato zoppo come questo, sono forse le sconfitte a fare la classifica. La Mens Sana non è ancora certa di essere tra le prime quattro che andranno a giocarsi la Poule Promozione, ma di sicuro manca poco. È presto per dire “Gatto” ma il sacco è sempre più vicino al famoso felino del Trap!
Mercoledì 17, domani, alle 20:45 al PalaEstra arriva il CUS Pisa… che evoca brutti ricordi, legati ad una sconfitta per certi versi incredibile riportata all’andata. Non conta vendicarsi. Conta solo vincere, per centrare il prima possibile il dichiarato obiettivo stagionale della società, ovvero mettersi al riparo da spiacevoli sorprese.
E per far dire agli americani, magari tra qualche mese e dopo essersi tolti qualche altra soddisfazione, “what a season”!