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venerdì, Novembre 22, 2024

Anche il Pd usurato dal peggio del correntismo

Pier Paolo Fiorenzani: ugualmente e diversamente dalla Dc, il Partito della sinistra è frammentato dalle sue divisioni

Qualche tempo fa, abbiamo invitato Pier Paolo Fiorenzani a verificare una nostra suggestione. E cioè se ci fossero parallelismi, corsi e ricorsi storici fra l’attuale crisi del Partito Democratico e quella che distrusse in un non lontano passato la Democrazia Cristiana. Oggi pubblichiamo il suo pensiero in merito, ringraziandolo per il tempo che ci ha voluto dedicare (dr).

“Quello che mi preoccupa è l’orientamento organizzativo che hanno preso molti partiti e che sta prendendo la Democrazia Cristiana. L’organizzazione di correnti ed in particolare l’organizzazione di partiti come grandi macchine burocratiche prospetterà drammatici problemi economici e perciò anche grossissimi rischi sul piano morale, spingendo fra l’altro sempre più i partiti ad occupare degli spazi che non competono loro. Io avevo organizzato un partito come un movimento d’opinione e questo dovrebbero essere i partiti e non terribili macchine burocratiche”.

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Queste parole purtroppo profetiche, Alcide De Gasperi, non più Primo Ministro, non più Segretario Nazionale della DC che aveva fondato il 10 marzo 1943, le pronunciò al ritorno dal congresso di Napoli della DC nel Giugno 1954, meno di due mesi prima della morte, avvenuta il 19 Agosto 1954 a Sella di Borgo Val Sugana.

Alcide Amedeo Francesco De Gasperi

E’ sepolto a Roma nella Basilica di S.Lorenzo fuori le Mura. Alcide Amedeo Francesco De Gasperi era nato il 3 Aprile 1881 a Pieve Tesino. Ultimo Segretario Nazionale del PPI, fin da allora aveva probabilmente intravisto il pericolo correntizio.

Al Suo ultimo congresso, vide prevalere il gruppone di “Iniziativa Democratica” con Amintore Fanfani, Segretario Politico nazionale. Probabilmente De Gasperi aveva ormai preso atto, seppure con amarezza, che la pania correntizia non avrebbe più lasciato la presa.

Si spiega cosi che, poco prima di tornare alla Casa del Padre, scrisse a Fanfani : “guai se il tuo sforzo fallisse”. Vengo al dunque.

Chiede SienaPost di scrivere “sulla crisi del PD (che) avrebbe dei parallelismi, corsi e ricorsi storici, somiglianze…. con quella della DC”.

Ho militato nel partito proprio dal 1954; da allora la gramigna delle correnti organizzate è cresciuta sempre più, strozzando in modo indistinto strutture e dirigenti fino al collasso del 18 gennaio 1994. Era ormai il tempo finale di Mino Martinazzoli e, ad esempio, nel ‘bianco’ Veneto venne azzerata sia la DC di Carlo Bernini, Presidente della Provincia di Treviso, poi della Regione Veneto, Senatore, due volte Ministro dei Trasporti, uomo dello strapotere doroteo, che quella dell’On. Carlo Fracanzani, Deputato, Sottosegretario, poi Ministro Delle Partecipazioni Statali noto per il rigore politico.

Di quest’ultimo, segnalavano i giornali, che girava nel suo collegio elettorale con la propria auto, non con la blu ministeriale. Gli yes-man invece facevano carriere a palate, più erano servili di capi e capetti, più crescevano nel partito e nei gangli del sottogoverno, a livello centrale e periferico. Quelle di De Gasperi non furono le sue ultime parole famose, furono premonizione profetica.

La mala pianta delle lotte di potere – ho scritto di recente – basata sulle correnti era cresciuta in tutti i partiti sul finire della cosiddetta Prima Repubblica; con l’art.49 della Costituzione, non attuato, l’abolizione del finanziamento pubblico, moltiplicò l’afflusso irregolare nelle casse di Partito, talvolta ad personam. Anche l’attuale eccessiva personalizzazione dei partiti sui leaders ha vanificato in sostanza la sovranità popolare.

Palmiro Togliatti

Prima la politica era confronto, anche aspro ma corretto, conduceva spesso a scelte unitarie, come nella nostra realtà, per il nuovo acquedotto del Vivo e la nuova illuminazione pubblica; i Partiti studiavano e proponevano. La Legge Speciale, adeguata dal Consiglio Comunale unanime partì dal basso. Urge rifinanziarla. In Deputazione MPS gli Amministratori, in maggioranza senesi, al bilancio, accantonavano più del dovuto statutario e il Monte era diventato la Banca più patrimonializzata d’Europa.

E grazie al Piano Piccinato, l’espansione urbanistica non era invasiva e il centro storico era abitato, non svuotato dei negozi di vicinato dai troppi supermercati consentiti soprattutto negli ultimi anni. Si potrebbe continuare a lungo.

Tornando al quesito di SienaPost, penso, che L’on. Palmiro Togliatti, “dopo anni di ortodossia stalinista, pochi mesi dopo la morte di Stalin, elaborò la teoria della via italiana al socialismo, cioè la realizzazione del progetto comunista tramite la democrazia, ripudiando l’uso della violenza e applicando la Costituzione italiana in ogni sua parte” (da Wikipedia).

Palmiro Michele Nicola Togliatti era nato a Genova il 26 marzo 1893, morì a Jalta il 21 agosto 1964, guidò il Partito Comunista d’Italia dagli anni venti, durante il fascismo fuggì a Mosca e, nel 1930, prese la cittadinanza sovietica, rientrò clandestino nell’Italia liberata del sud col nome di Ercole Ercoli. Fece parte del II Governo Badoglio e del II Bonomi; fu Vice presidente del Consiglio e ,poi, dal 1945 al 1946, fu Ministro della Giustizia nei Governi di coalizione post fascista.

Dalla primavera 1947 guidò il PCI all’opposizione dei vari Governi a guida DC. Aveva anch’egli un grande bagaglio di esperienze di governo e di partito. Per questo, penso, anche nel tempo della “via italiana” tenne il partito con decisa e forte disciplina, ovvero col “centralismo democratico”.

Enrico Berlinguer

Almeno al suo esterno appariva monolitico, ma i più attenti osservatori vi scoprirono correnti, eccome. Al centro e in periferia c’erano i “Miglioristi” di Amendola e Napolitano e i brezeniani di Leonid detto “cespuglio”. Dopo la morte di Enrico Berlinguer i Gruppi di potere si sono giocati la leadership sempre più duramente per gruppi e clientele. Dal PCI al PDS, a DS quindi al PD è stata una vera metamorfosi che, da Cossutta a Bonelli e Fratoianni, definiscono trasformismo neo conservatore.

Con la Margherita di Rutelli e il PDS di Occhetto, principalmente ex comunisti e democristiani hanno dato vita prima all’Ulivo e poi al nuovo Partito PD. Ma quasi ovunque sono state unioni a freddo a livello di vecchi dirigenti dei partiti d’origine.

Comunisti e Democristiani, con parte dei Socialisti, hanno ripetuto i soliti metodi e sistemi del rispettivo passato di controllo rigido del potere e hanno sciupato il sogno ulivista di Veltroni e di Prodi di un nuovo modo di fare politica in forma veramente democratica, quindi di buon governo. Oggi la delusione è grande con forti emorragie d’Iscritti e di Elettori.

La conclusione? Correntismo e corruzione hanno aperto la strada al qualunquismo e al Governo della destra.

Pier Paolo Fiorenzani

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