Giornata favolosa, ma il che cosa si fa da domani è questione urgente e non facilissima
Probabilmente ieri all’Artemio Franchi oltre la partita di calcio vinta dal Siena Fc contro l’Asd V.Mazzola si giocava anche un’altra partita di un altro sport. Chiamiamolo ping pong, per il momento.
Siena come città e come municipalità doveva far del proprio meglio per rimettere la pallina dalla parte del Siena Fc e del suo presidente Giacomini, presente in tribuna d’onore con moltissimi dei propri familiari. Cosa significava questa pallina rinviata? Forse troppo significava, in quanto diceva quello che si vedeva e non diceva quello che finora ci si è sforzati di non chiederci, cioè se noi senesi siamo capaci di tradurre in fatti ciò che promettiamo.
Quello che si vedeva, cioè un par di migliaia di spettatori – che sarebbero il doppio della capienza massima dello stadio di Badesse – guidati dal sindaco Nicoletta Fabio e dall’intera giunta ha creato un effetto visivo quasi commovente per Giacomini e il suo staff che tanto agognavano di ricevere quello per cui sono venuti a Siena. Chiunque, ad assistere a ciò che è avvenuto, ne poteva trarre il convincimento di avere la totalità dell’amministrazione e una parte maggioritaria della popolazione a sostenere il progetto del Siena Fc negli anni a venire. Da consenso e collaborazione si parte per creare percorsi di finanza e di fiducia. E con essi si fa il bilancio.
Patron Giacomini ha risposto ancor prima di ricever palla. La mattina è stata annunciata la conferma del diesse, il pomeriggio quella del mister. Partito con mesi di ritardo sulle altre, il Siena Fc evidentemente vuol recuperare spazi e influenze. Appena ha avuto certezza di entrare da possessore in quell’incredibile teatro naturale che ha fatto la storia sportiva della città ha ufficializzato le sue intenzioni di imbastire una competitiva formazione di Serie D a partire dalla solida ossatura che si è meritata la promozione.
C’era la possibilità di rimandare ancora la palla dalla parte di Giacomini ieri pomeriggio, ma non sappiamo se è stato fatto. Tanto in tribuna che all’hospitality c’era il presidente avversario – Antonello Pianigiani -, che in passato è stato anche azionista del Siena. E c’erano tutti i soggetti capaci di mediare definitivamente una soluzione di crescita per ogni componente.
Crediamo che tutti si siano mossi con onestà e verità ieri pomeriggio. Ma un tributo di folla non equivale al raggiungimento di un traguardo operativo. Non sappiamo tutto, ma crediamo che già da oggi, mettersi a suonare allo stadio non equivale a farsi aprire l’uscio dal Siena Fc se qualcuno della Società non è lì per un qualche sopralluogo. Lo Stadio – che era praticabile in deroga per la sola partita di ieri – ora l’amministrazione lo dovrà attribuire al Siena Fc con la stipula di un accordo-convenzione. E in questo documento ci saranno paragrafi che riparleranno di quei 1,2 milioni che l’agonizzante Acr Siena doveva spendere per dare stabilità alla tribuna e ci saranno tutte quelle maggiori spese dovute al trascorrere del tempo, all’incuria, alla sicurezza. Raddoppiamo?
Qualcuno – mettendoci anche il Bertoni – dice che quadruplichiamo. Quali motivi ha Giacomini per accollarsi una gabella così pesante, senza aver ricevuto finora nulla di concreto in cambio? E senza aver certezze su introiti del parcheggio, oppure immobili nuovi da destinare al commerciale, oppure opportunità di guadagno alternative?
Ci sono poi due motivi per cui dovrebbe essere l’Amministrazione a fare il primo passo. Secondo quanto abbiamo capito, il primo è che gli enti territoriali hanno ancora la possibilità di attivare bandi Pnrr, quindi con contribuzioni a fondo perduto; il secondo – valido se si scoprirà che Montanari è finanziariamente solvente – è quello di dar corso a cause di risarcimento per le quali Giacomini non avrebbe il rapporto di casualità necessario. Mica gliela faremo passare liscia, no? L’aspetto negativo di questo scenario è invece che l’amministrazione probabilmente dovrà procedere per bandi che certo non sono viatico per accelerare il tutto ed esser pronti a settembre.
E poi che tipo di ristrutturazioni? Mica si penserà di innaffiare e chiamare l’idraulico? Di fatto andiamo a mettere le mani su una struttura che ha avuto mille proposte di rimaneggiamento – ne scrivemmo quasi un anno fa rivolti a un sindaco che allora poteva chiamarsi Nicoletta oppure Anna – e la cui parte “utilizzabile” dall’Atletica è parzialmente distrutta già dai tempi di Mezzaroma (2013). Va rifatta anche la pista? E aggiungiamo un milioncino o modifichiamo qualcosa… Per esempio l’avvicinamento della gradinata, tipo stadio all’inglese e la riduzione di sezioni delle curve? In passato, c’è chi si sarebbe accontentato di fare un campetto sussidiario per allenarsi sotto la curva San Domenico.
Renderci un Franchi, uguale ad oggi, ricucito e rappezzato sarebbe come decidere di portare al carrozziere una macchina di quindici anni plurincidentata. Ma intanto prendiamoci tutto il bello che c’è stato ieri, limitandoci a dire che Comune di Siena e Siena Fc dovranno lavorare presto e velocemente insieme. Un tempo si diceva: senza porre indugio.