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venerdì, Maggio 30, 2025

Altro che libero mercato, questa è libertà di rompere le scatole

Voce gentile. Neanche aggressiva. Sicuramente italiana. Mostra di conoscere abbastanza il rapporto con il mio gestore di TLC – per intendersi connettività -, tanto che si affretta a comunicarmi di importanti lavori manutentivi di adeguamento del gestore stesso che comunque ha detto di rappresentare.

Ne deriverà un costo in più per me, un “tot” una tantum e un 15% a crescere dalla successiva bolletta. Il mio umore cambia.

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Lui non demorde, accampando qualche regolamento sulla concorrenza europea, mi dice che essendo il rincaro superiore a una determinata percentuale, a mia tutela, posso migrare su altro gestore. Che loro sono obbligati a comunicarmelo. Se deciderò di farlo subito mi aiuteranno, se deciderò di farlo successivamente avrò una salata caparra da pagare. Ora sono arrabbiato.

Chiedo, forse con maleducazione, di inviarmi una mail con la documentazione su cui devo decidere; che non prendo decisioni di prima mattina sulla base di una telefonata. La comunicazione viene interrotta.

Più tardi in ufficio, faccio ricerche. Le news dicono che il Gestore ha già fatto aumenti a febbraio scorso – il 2,5% mi pare e ne è venuto fuori un bel bailamme -, il portale del Gestore non ha traccia di una procedura in corso uguale a quella che mi è stata descritta.

Affronto l’incerta attesa di una chiamata ai centralini e alla fine parlo con un operatore cui riferisco i fatti e lo stesso mi conferma che nulla è vero. Che stanno provvedendo. Credo importante segnalar loro l’utenza di Milano che mi è comparsa sul display e loro mi ringraziano; segnaleranno anch’essa alla PolPostale.

Tiro un soffio, per ora non dovrò cercarmi un altro gestore… per me comunque sono tutti gentaglia che prende i soldi e non rispetta una promessa. Anzi, quando si ha bisogno di loro serve fare mille giri per contattarli.

Un mese dopo, altra telefonata, stavolta una ragazza, temi e argomenti simili. Gli dico che si sta rendendo complice di una truffa, cade dalle nuvole, apparentemente, la sua empatia sfuma, la telefonata anche. Altri comunque scrivono la loro su questi eventi truffaldini.

Le righe che seguono costituiscono uno sfogo sul tema del libero mercato. In proprio, ma credo di interpretare anche il pensiero di un bel numero di persone. Cerco di essere tollerante, ma non sempre ci riesco.

Da un po’ di tempo il fenomeno si è quintuplicato. Passo giorni senza ricevere una chiamata personale, ma ognigiorno rispondo almeno un paio di volte a numeri italiani che attuano telemarketing o peggio. In un mese avrò messo in black list almeno una cinquantina di numeri.

Tutte le volte mi devo ricordare che mai e poi mai, rispondendo, devo dire “Sì!”, ma semplicemente “Pronto?”. Non vorrei dar loro un’espressione di assenso da copiare e incollare, magari a un’ordine online.

La frequenza maggiore di telefonate arriva da TLC e Energia, i due settori che fanno maggiori ricavi. Ma volendo si possono aggiungere anche telelavoro e investimenti. Chissà dove, chissà come, un qualche algoritmo ti ha schedato come “utente potenziale interessato a…” e l’info è condivisa a “N utenti-imprese” federati a siti, anche i più innocui. Che so? Il portale di un’associazione tifosi della tua città.

Il libero mercato è un mondo di imprese e consumatori dove l’accresciuta concorrenza fra le prime porta a risparmi possibili dei secondi. A livello statale Antitrust e Garante della concorrenza dovrebbero vigilare e provvedere per evitare la formazione di cartelli di imprese (cioè che simulano di farsi concorrenza) e/o di abuso di posizione dominante.

Il sistema funziona? Non sempre, non in trasparenza totale. Di fatto nel mezzo tra consumatori e gestori ci sono i call center, guidati dagli algoritmi che studiano i nostri interessi e le nostre necessità… Tecnologia avanzatissima per il quale un giorno ci diranno se viola la nostra privacy, ma intanto scassa la nostra comfort zone.

I fatti che però descrivo vanno oltre. Qui non è solo libertà di romperci le scatole, non ci portano solo a pensare che rispondendo al telefono verremo abbindolati, ma piuttosto che diverremo vittime di un comportamento truffaldino penalmente sanzionabile. Non è una cosa su cui ridere.

I gestori per primi dovrebbero porre attenzione a non essere confusi o beneficiati da queste tecniche e chi controlla potrebbe aumentare la trasparenza, magari facendoci sapere almeno una lista di “buoni e cattivi”. Questo sarebbe un libero mercato dove i consumatori determinerebbero gli effetti.

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