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giovedì, Novembre 21, 2024

Quante cose da dire se si vuol sparlare di un tappo

Non è solo con i divieti che le comunità impareranno ad aver cura del Pianeta

Anche stamattina è andata così. Appena alzato i miei movimenti sono impacciati, metodici, ripetitivi. Quando apro il cartone del latte devo fare un po’ forza sul tappo che è di quelli che non si svitano; di colpo cede e mi schizza addosso. E vai… anche oggi.

Il mio pensiero, c’è chi lo ritiene contorto, torna al perché di questi tethered caps che in auto non mi fanno bere e la mattina mi schizzano. E ora non mi vengono in mente… ma due o tre altre cose sgradite le fanno.

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Perché succede è presto detto. L’Unione Europea ha ambiziosi “goal” da raggiungere di qui al 2030 in tema di difesa e tutela dell’Ambiente. Varie indagini – qui la Beach Litter di Legambiente – hanno evidenziato che le piccole porzioni di plastica monouso che si “biodegradano” in un millennio (!!) sono il terzo scarto rinvenuto in mare e nelle spiagge; flora e fauna marina ne sono molto minacciate.

La stessa Università di Siena si batte in prima linea contro i danni della plastica a delfini e tartarughe.

In sede europea è stata votata una disposizione, molto simile alle precedenti sui tappi delle lattine, recepita dagli ordinamenti giuridici degli Stati membri – in Italia dal luglio scorso -, che ha introdotto l’obbligo per i produttori di usare questi tappi che non si staccano. Ne consegue che si è scelto di non appesantire il costo commerciale con l’obbligo di favorire il riciclo, ma di mutare un’abitudine dei consumatori. Viva la libertà.

Tengo all’ambiente, e credo di farci attenzione a cominciare dal rispetto delle mille istruzioni sul riciclo, ma dopo i passati obblighi vaccinali, avere una qualunque norma speciosa che incide sui miei costumi di vita, così, perché qualcuno l’ha deciso per me, mi rende insofferente.

E’ uno stato d’animo che mi rende anche populista e antieuropeista quanto il leader leghista Salvini che sui tethered cap c’ha fatto gli spot elettorali? Non so, il paragone mi rende ancora più insofferente perché non mi piace essere accostato a chi fa politica sulle mode del momento. Antieuropeismo, sì come no. Tra l’altro Salvini è parte di un Governo in cui la Premier basa l’esteso consenso sulla propria iper attività nelle relazioni estere. Difatti stamani era lì in tv con Roberta Metsola… Sembravano guardarmi mentre io mi “idratavo” con il latte.

Anzi, se ci penso bene, più che con l’Europa potrei avercela con i miei connazionali che comportamenti tanto diversi dai miei attuano quotidianamente senza rispetto e disciplina. Però, è anche vero che così come le Regioni fanno con Comune e Province, l’Unione Europea fa davvero tanto poco per piacere alla sua comunità multilingue, dalla quale sembra essere sempre più lontana.

Ci sarebbero state anche altre cose da fare: nel fare un esempio, vorrei ricordare un’associazione di Livorno, il Centro Mondialità Sviluppo Reciproco.

Opera dal 2003, su stimolo della Caritas e con collaborazione con la ditta Galletti Ecoservice. Si è diffuso praticamente in tutta Italia – pochetto in provincia di Siena dove ha riferimenti solo alla Chiesa dei Cappuccini di Siena e un punto raccolta a Piancastagnaio -; la sua attività si basa sulla raccolta e il conferimento di tappi di plastica.

Hanno raggiunto risultati sensazionali e in più hanno grandemente contribuito alla sensibilizzazione nazionale sui danni da plastiche disperse. I proventi hanno consentito, tramite la cooperazione decentrata, l’escavazione di molti pozzi nella regione di Dodoma in Tanzania e, negli anni seguenti, opere in Bolivia, Costa Rica, Palestina, Cuba, Marocco e Mozambico.

Credo fortemente che per amare e rispettare il Pianeta servano più le convinzioni che i divieti.

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