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martedì, Dicembre 10, 2024

SienaPost, le ragioni di un impegno

Chiunque intraprenda un cammino, soprattutto se editoriale, abbia o meno un vissuto alle spalle, deve in onestà dichiarare cosa intende fare. Dove vuole andare, chi vuole coinvolgere, a chi vuole rivolgersi. Visione e missione sono i termini, presi e tradotti dall’inglese, che semplificano questo nodo.

La realtà molto spesso però si incarica di evidenziare quanto siano distanti i propositi. E allora diciamo chiaro che “Siena Post” non rincorre grandi progetti. Non certo essere un produttore – e men che meno riproduttore – di notizie. Ce ne sono già in abbondanza. Caso mai un selezionatore di notizie: commentare, approfondire quelle che si presume siano destinate a durare, a produrre fatti ulteriori, a colpire e mobilitare le coscienze, a lasciare il segno.

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Il lavoro del giornalista, con i social sta cambiando. I contenuti sono sparsi in ogni dove. Tante cose che non portano la firma, condivisioni cieche, incapacità di porre domande. Chi legge è costretto a discernere tra vero è verosimile.

Noi facciamo una scelta: “Siena Post” è fatta da volontari che credono nella cittadinanza attiva, ogni suo articolo sarà firmato. Se ci saranno anche articoli con pseudonimi, vorrà dire che sono il prodotto di più mani e che il direttore se ne assume direttamente la responsabilità. Riteniamo comunque che il nome sia il significato più ampio che si possa dare a un impegno.

Già sentiamo la domanda: di Destra o di Sinistra? Liberale o Moderato? Progressista o Conservatore? Risposta difficile? Sì, perché una destra e una sinistra ci sono anche dopo la fine o l’indebolimento delle ideologie. Il punto è che la colorazione non sempre è rintracciabile sui singoli problemi, soprattutto se originano da un territorio ristretto e individuato. Spesso si è giudicati di destra o di sinistra a seconda del tempo in cui si affronta un problema.

Allora diciamola così: crediamo nella Costituzione e nella democrazia, pensiamo che ci sia un ruolo attivo dei cittadini, della politica e delle Istituzioni che vada descritto e interpretato. La forza e la debolezza della democrazia è che le Istituzioni siano contendibili. E perché l’alternanza sia possibile c’è chi governa e chi è all’opposizione, ma le idee degli uni e degli altri hanno la stessa legittimità.

Anzi, logica di “par condicio” vorrebbe che si desse un plus a chi è all’opposizione perché chi amministra e governa, dovrebbe avere dalla sua la forza che viene dall’esercizio del potere e dai canali comunicativi ufficiali. Comunque ci concentreremo sui problemi dei cittadini, cercheremo storie, fatti da raccontare che evidenzino protagonisti della vita della nostra comunità che non necessariamente hanno i riflettori puntati.

Il nostro sogno nel cassetto? In una fase di trasformazione epocale – perché siamo certi che quando la pandemia finirà, nulla sarà come prima – ci piacerebbe che si ragionasse sul termine di comunità. Comunità come un insieme di cittadini che hanno diritti e doveri, e sono uniti tra di loro da rapporti sociali, morali, vincoli organizzativi, interessi e consuetudini comuni superiori a ogni partigianeria.

In molte cose Siena e i suoi cittadini sono già comunità. Non c’è’ bisogno di fare l’elenco, sarebbe pleonastico. Ciò che manca? Un’idea condivisa di futuro per la città capace di essere un progetto condiviso e per il quale siano in competizione i migliori. Altrimenti succederà che quei migliori andranno altrove. E che coloro che resteranno continueranno a vivacchiare, senza felicità, vessati dall’opportunistico “Franza o Spagna purché se magna” che è un detto del fiorentino Guicciardini, affatto banale in questo contesto giacché riguardava un periodo in cui una coscienza condivisa andava realizzata.

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