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sabato, Novembre 2, 2024

BMPS, una valorizzazione tagliata a tranches come il pesce

DENTRO LE NOTIZIE con la compagnia di Maurizio Cenni, per dieci anni sindaco di Siena

Ciao Maurizio ti vogliamo proporre qualche altra domanda sull’attualità cittadina. Ti va se cominciamo con il Monte dei Paschi, uno dei tori della Borsa, di recente gratifiche ai dipendenti, ma probabilmente ora è solo un’azienda importante che ha alcuni uffici strategici a Siena, no?

“Lo stato dell’arte suggerisce proprio questo, specie in una fase in cui sembra che la strada imboccata sia quella della dismissione a pezzi da parte del Governo o, come ha suggerito qualcuno efficacemente, a tranches come il pesce. Ma, anche con un ruolo diverso e con l’abbandono di quell’assistenzialismo che tanta noia dava a chi governa oggi; si parla di un’azienda di vitale importanza per il territorio e non solo della città. Mi sembra che la Fiat a Torino non abbia mai avuto una presenza azionaria della Pubblica Amministrazione, e nonostante questo le assemblee elettive abbiano espresso pareri e opzioni in vari momenti anche recentemente, quindi mi auguro che ci siano le condizioni per garantire la presenza a Siena degli asset occupazionali e direzionali e che si lavori affinché la dismissione non sia una svendita ma una valorizzazione”.

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“I vertici attuali della Banca – continua Maurizio – hanno per altro beneficiato di una congiuntura favorevole che, indipendentemente dalla loro azione, ha consentito ottime performances, quindi mi pare esistano le condizioni per ragionare sulle garanzie per i dipendenti e le funzioni di pregio che sono nel territorio. Mi sembra però che manchi una idea precisa da parte del Governo sulle azioni da intraprendere e che non vi sia un dialogo con il sistema bancario efficace ed efficiente. Vedo che qualcuno ha preferito fare investimenti sull’Estero (Germania) anziché accogliere gli inviti ad accrescere la competitività domestica”.

La Fondazione che continua a esercitare le sue funzioni in forza di un proprio patrimonio quali residue attività può, o potrebbe, esercitare su Banca Monte dei Paschi?

“I numeri sono chiari e da questi discendono le possibilità di incidere, ma anche con questi numeri sarebbe opportuna un’interlocuzione con le autorità centrali per capire quali sono i prossimi step che la Banca dovrebbe/potrebbe seguire. E questo lavoro lo si dovrebbe fare in sinergia con l’Amministrazione Comunale, proprio per quanto dicevo prima”.

Senza attendere un riassetto della politica regionale, a Tls si è registrato un avvicendamento Frati-Landi. Due figure molto differenti tra loro. Ora che c’è il nuovo statuto, ma che non si parla più di Biotecnopolo, cosa si devono attendere i senesi?

“Sul Biotecnopolo in campagna elettorale ne abbiamo sentite di tutti i colori e, dopo la vittoria della destra, almeno c’era da ritenere che i rapporti con il Governo fossero forieri di risulti radiosi per la città. Per ora, però, solo fumo e anche gli atti recenti a livello locale riflettono lo scarso entusiasmo del Governo Meloni per questo progetto. Anche TLS ne fa le spese, mi sembra di ricordare che era tra i soci fondatori, ma recentemente ne è stata estromessa. Ovvero tutto ciò che è stato pensato e costruito nel passato deve essere sacrificato, anche se questo porta un danno alla Nazione e in questo caso alla città”.

Qualche tempo Eugenio Neri, ex candidato a sindaco, ma soprattutto libero pensatore, ha denunciato senza mezzi termini il silenzio che pervade la città e l’immobilismo sul futuro. A parte che ci è sembrato che avesse preso un po’ di ispirazione dai tuoi scritti, ritieni davvero che chi è preposto a trasparenza e programmazione dello sviluppo oggi non si guadagni il proprio stipendio pubblico?

“Eugenio mette il dito nella piaga e, sostanzialmente, dice quello che ho scritto più volte, ed invoca un dibattito serio ed approfondito sul futuro della città che non è più rinviabile, per ridefinire gli asset su cui puntare per lo sviluppo, ripensare alla collocazione di alcune funzioni… E nello scrivere di certe cose fa trasparire anche l’urgenza di farlo, giustamente, perché attendere ancora significa perdere le opportunità che ancora ci sono. È un compito di chi governa, ma di fronte a questa carenza anche chi sta all’opposizione ha il dovere di farlo. Pochi lo fanno è vero ma almeno ci provano. Sull’urbanistica dice cose sacrosante e non potrebbe essere diversamente visto che la materia era di casa. Ho avuto la fortuna di muovere i primi passi in Consiglio Comunale dove era presente il padre che in materia era davvero una mente eccelsa”.

Rimanendo sul prof. Neri, nicchiaiolo come te, ha scritto altro… Mmmmh, ma se tu avessi avuto la responsabilità di “ospitare” una novantina di pakistani come avresti fatto?

“Eugenio è una persona a cui sono molto affezionato, forse a volte le sue ricette possono apparire radicali e ammantate da un tocco di utopia, ma certo dice sempre quello che pensa e che ritiene giusto, e lo fa anche su questo argomento. Premetto che non è un problema di semplice soluzione ma, mentre chi si occupa di volontariato si è speso e si continua a spendere per aiutare e trovare soluzioni, da parte delle Istituzioni non mi sembra che qualcuno si sia sbucciato i gomiti, anzi qualche dichiarazione a mezzo social ha alimentato commenti indefinibili. Questi temi si possono affrontare e risolvere se tutti fanno la loro parte. Mancano strutture adatte, e qui l’Arcidiocesi può aiutare se opportunamente coinvolta, mancano operatori sociali sul territorio e manca la sinergia con gli altri comuni, con il volontariato, ma non si può ottenere mostrando pugni e muscoli, e si alimenta odio e paura anziché lavorare a soluzioni. Gli sgomberi sembrano solo prove muscolari destinate a ricreare il problema all’indomani. L’Amministrazione Comunale invece dovrebbe assumere la regia di un tavolo operativo in cui si stabilisce chi fa cosa e con quali risorse, sveltendo anche le pratiche burocratiche”.

Siamo a natalità zero, piangiamo miseria ma non ci affanniamo per i così detti lavori “umili”. Questo influisce sullo sviluppo, eppure continuiamo a opporci a una diversa politica sui lavoranti extracomunitari. Che cosa non va nella testa dei senesi e degli italiani?

“Vedi Direttore la sicurezza oggi è un tema molto sentito e la percezione di insicurezza è alimentata da una serie di fattori concomitanti. Ci sono le guerre che ormai circondano anche il nostro Paese. E poi le condizioni economiche e lavorative si giocano sempre più sul precariato, aggiungiamo le continue notizie sui femminicidi che vengono poi analizzati e utilizzati a scopo di audience da molte trasmissioni televisive che si sostituiscono alle forze di Polizia nelle indagini ed emettono addirittura sentenze; e potrei continuare. È quindi facile premere quel tasto senza affrontare razionalmente il tema della natalità, della sostenibilità del sistema pensionistico e della necessaria e obbligatoria politica di inclusione ed integrazione, visto che i fenomeni migratori, proprio per quello che accade attorno a noi, continueranno e avremo bisogno di costruire una società multietnica integrata e solidale e non è buonismo ma buon senso”.

Sei anche intervenuto sull’argomento… Abbiamo una nuova presidente provinciale, guida l’unico comune senese che per raggiungerlo bisogna prendere una strada che esce dalla Regione. Che contributo potrà dare al reinserimento del capoluogo in una logica sinergica con gli altri comuni senesi?

“Non solo mi sono espresso ma continuo a ritenere che quel metodo, a prescindere da chi è stato eletto, è sbagliato e controproducente. Ma a questo punto mi auguro che vi sia una interlocuzione con il capoluogo con la volontà di fare fronte comune anche rispetto ad alcune scelte che se accettate supinamente rischiano di isolare e marginalizzare ulteriormente il territorio. Recentemente la Provincia di Siena è balzata agli onori della cronaca, e non per la prima volta, per il suo grado di vivibilità. Questo dato anziché scatenare gli ultras del governo cittadino attuale rivendicando come risultato un dato fra l’altro non di pertinenza visto che si parla di una analisi provinciale in cui la città è soltanto una parte, dovrebbe far riflettere che la provincia senza il capoluogo è meno attrattiva e viceversa. Ed inoltre suggerisco un annoso tema da affrontare sia a livello Regionale che Nazionale ovvero la considerazione che questo territorio sia solo una sorta di quadretto bucolico in cui ogni tipo di sviluppo si limita a valorizzare questi aspetti. Qui c’è spazio anche per altro, rete viaria e ferroviaria, eccellenze nelle Scienze della vita, valorizzazione dei beni artistici e architettonici, integrazione di un sistema museale con la valorizzazione del Santa Maria della Scala e dei musei diffusi, ecc. ecc. Si badi bene non penso di sostituire a ciò che abbiamo ma di aggiungere”.

Sembra che il nostro governatore uscente, abbia usato gli argomenti giusti per farsi ricandidare dal centrosinistra. Sembra che il centrodestra gli opporrà un candidato forte, più amministratore che politico. Cosa c’è in gioco nelle Regionali 2025?

“Visto il ruolo delle Regioni e considerato cosa si muove a livello centrale in gioco ci sono molte cose, penso per fare solo un esempio, al tipo di sanità, al suo livello di copertura per quanto attiene i livelli essenziali, al mantenimento di una garanzia di prevalenza del pubblico sul privato. Non che tutto funzioni alla perfezione si badi bene, anzi ci sono deficit di prestazioni che si sono accumulati, non solo liste di attesa. Ed è anche il momento per le forze politiche locali di impegnarsi per una piattaforma di sviluppo che sia meno Firenze centrica. Non so se la neo eletta Presidente della Provincia si rende conto che nell’Area vasta della Toscana Meridionale, tra Siena, Arezzo e Grosseto, quale sia l’anello più debole, in termini di prospettive di sviluppo. Io un qualche sospetto ce lo avrei…”

Ultima domanda per oggi. Siccome sappiamo che due passi in centro continui a farteli volentieri, come commenti la massima attenzione della municipalità per il piano-decoro? Si vedono le differenze?

“Guarda io credo che il decoro si misuri da diverse cose e che proclamarlo non è sufficiente. Mi spiego con un esempio perfino banale: cosa dà più il senso di una città disordinata? La presenza di alcuni giovani seduti in Piazza del Campo o i cassonetti che non vengono svuotati con la periodicità dovuta? Mutuare parole d’ordine e azioni del Governo centrale trasformandole in azioni amministrative locali mi sembra miope e dannoso per la città. E tuttavia, per qualcuno, questo non è sufficiente per passare dalle baruffe chiozzotte alle azioni, come dice Eugenio Neri”.

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