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venerdì, Aprile 26, 2024

Conversione di Bobbi, asceta dei giorni nostri

Conosco Roberto Tozzi, detto Bobbi, da sempre. Lo conoscevo quando viveva la sua prima vita e lo conosco ora che, come lui stesso dice, sta vivendo la sua seconda vita.

Si, perché c’è una persona che esisteva e una persona che esiste in lui. Lo spartiacque che lo separa da quello che era, si chiama conversione. Bobbi, infatti, nel 2004 ha aperto la sua anima a Gesù, permettendogli di entrare e di trasformarlo completamente. Da allora i suoi giorni sono stati un continuo cammino cercando di rendere viva con le sue azioni e la sua testimonianza la Parola del Vangelo.

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La sua vita ora è completamente fuori dagli schemi sociali. E’ semplice, fatta di poche essenziali cose. Preghiera e completo affidamento al Signore. Ed in questo abbandono alla fede, Bobbi cerca di farsi strumento, di portare una parola di pace e conforto.

Lo ha fatto anche con me, nei giorni più bui della mia vita, qualche anno fa. Mi ha aiutato ad accettare una malattia difficile da capire. Ha pregato con me e per me, mi ha dato la mano quando vacillavo spronandomi ad agire ma al tempo stesso a non combattere contro me stessa, affidandomi al Creatore, credendo che comunque tutto concorreva al bene.

Negli ultimi anni non ci siamo visti spesso perché ora lui non vive più stabilmente qui a Siena, ma proprio qualche giorno fa l’ho incontrato mentre passeggiavo con il mio cane e ci siamo messi a chiacchierare. E mentre parlavamo, parola dopo parola, ho pensato che la sua storia potesse diventare un altro meraviglioso Mondo Parallelo.

Ho chiesto a Bobbi se avesse voluto trasformare questa chiacchierata in una piccola intervista da mettere nero su bianco. Ne è stato entusiasta. Quindi…

Chi era Roberto Tozzi e chi è? Ci racconti la tua storia? Come è avvenuto il tuo cambiamento?

“Credo di aver vissuto un’infanzia veramente felice – inizia Bobbi -. Sono consapevole di essere nato in uno dei posti più belli del mondo. La storia di Siena e del Palio è unica. Sono nato nel 1965 e credo di aver visto una Siena che poi inevitabilmente negli anni ’80 e ’90 è sparita cambiando completamente. Ho visto in pratica finire un’era ed al tempo stesso iniziarne un’altra”.

“Nell’adolescenza però sono cambiato molto – prosegue -. Ho iniziato a sentire uno spirito di ribellione fortissimo. Non ho mai sopportato l’autorità, sia che venisse dalla scuola che dai miei familiari o da altre istituzioni, come la Chiesa tradizionale. Mi arrabbiavo tantissimo. E questo mio modo di essere è durato a lungo anche dopo l’adolescenza. Ero sempre in bilico fra momenti di gioia e momenti di rabbia in cui avrei spaccato tutto quello che mi circondava. Avevo le mie idee un po’ estremistiche e per certi versi anarchiche; avrei dato la vita per un’ideale e non sopportavo le ingiustizie”.

“Questo mio modo di vivere mi faceva spesso stare male e mi portava ad essere indisciplinato e ribelle in ogni cosa, dal lavoro alle relazioni con amici e personali. Ma io, in realtà, lo vedevo come un pregio – si ferma un attimo e poi, sorridendo continua -: credo che nessuno sarebbe riuscito a domare quello che ero, se non ci fosse stato l’intervento di Gesù nella mia vita. Il mio cambiamento è accaduto per una serie di cose, che ormai non posso più chiamare coincidenze ma solo e unicamente benedizioni ricevute dall’alto”.

“Prima in realtà vivevo in un mondo di maledizione dove non trovavo niente che mi desse veramente pace e stabilità. Tutto è cambiato quando Gesù si è fatto conoscere da me in una maniera viva, potente ma allo stesso tempo amorevole e tenera. Da lì ho deciso davvero di affidarmi a Lui con il cuore. Ora mi sento un’altra persona. Fare questo ha permesso anche a tanti lati buoni del mio carattere di riemergere. E al contempo tanti lati negativi si sono molto attenuati. Posso dire davvero di aver vissuto due vite. Prima e dopo Gesù”.

Ora come vivi? Ti sei trasferito anche realmente in un altro mondo…

“Si, mi sono trasferito. Anche questo è potuto accadere sempre per Grazia e per regalo venuto dall’alto. Sono in una casa che è di mia mamma al Vivo d’Orcia, in montagna. Ormai sono domiciliato lì e riesco a viverci in modo direi completamente libero e praticamente senza spese. In questo io ci vedo veramente un piano divino perché è accaduto in un momento in cui ero disponibile al cambiamento. Ho sempre avuto un grandissimo amore per Siena e per il suo territorio”.

“Questo, nella mia precedente vita, avrebbe impedito quello che invece sto vivendo. Se, però, rivedo i fatti dopo tre anni – perché ormai sono tre anni che sto stabilmente lì -, devo dire che è successo tutto al momento perfetto in cui doveva succedere. Mi sono ritrovato lassù all’inizio della prima pandemia per motivi di gestione della casa. Ero andato per starci una settimana perché avevo trovato un lavoretto lì. Poi in realtà con il covid ho perso quel lavoro ma il Signore mi ha benedetto nelle finanze. Quel poco che avevo da parte mi è durato, più sono venuti degli aiuti. Mi sono potuto permettere di stare lassù senza che mi mancasse niente, che sia stato un piatto di pasta o un paio di scarpe nuove”.

“Questo – prosegue – è stato una riscoperta delle mie radici da parte di mamma che è di lì, una riscoperta del contatto giornaliero, quotidiano con la natura ed anche un modo per ricostruire legami con le poche persone che c’erano, con le poche amicizie dell’infanzia… persone che conoscevo 40 anni fa e che ora erano completamente diverse. Ho cercato di farmi strumento del Signore ed allacciare rapporti con tutti, dire parole di conforto, di coraggio, di speranza, di fede. Ho provato ad essere di supporto per gli altri”.

“Vivo d’Orcia è principalmente un paese di anziani – continua -. Nel tempo del covid erano tutti terrorizzati. Ho fatto del mio meglio per cercare di manifestare Gesù più che altro con la vita, con la testimonianza personale e pratica. Non ho accettato le imposizioni che ci avevano fatto. Non ho fatto il vaccino ed anche quando eravamo zona rossa uscivo per i boschi. Mi sono reso conto che l’essere lì in quel momento era stato il regalo perfetto del Signore. Se fossi stato qui a Siena credo sarei impazzito prigioniero nella mia piccola casa. Quello che io chiamo il timing: le cose giuste, nel posto giusto, al momento giusto. E devo dire che la pandemia a me ha insegnato molte cose. Prima fra tutte, quanto sia facile discriminare ed essere discriminato. Ma anche una lezione importante, ossia che ad ogni cosa che accade si può sempre reagire in due modi: o con il coraggio o con la paura”.

“Il coraggio, che io sono convinto venga da Dio, non è incoscienza o imprudenza, ma sentirsi comunque libero di fare azioni che sai che non fanno male a nessuno. In quei giorni mi sono preso il diritto di essere libero per i boschi, anche se la legge lo vietava. Sapevo di non fare male a nessuno. Il mio cuore mi ha spinto a farlo e con coraggio l’ho fatto accettando ogni possibile conseguenza”.

Ma materialmente ci racconti come vivi ora?

“Mi sono trasferito lì perché in questo momento, a 58 anni, sento lo stile di vita semplice di quel posto molto più in risonanza con me. Mi sento integrato nella creazione sia a livello di natura che a livello di semplicità. Ho riscoperto un modo semplice di vivere, anche dal punto di vista economico. Lì mi sono accorto che tanti che prima ritenevo essere bisogni essenziali in realtà erano solo una costruzione di questa società consumistica. Ho il mio piccolo orto e un giardino. Vedere sbocciare un fiore fra le mie piante o cogliere della verdura che ho coltivato mi fa sentire appagato. Completamente. E sento che non ho bisogno di molto altro”.

E si percepisce chiaramente questa pace che Bobbi ha nel cuore. Una pace e una gioia che escono da lui ed inondano chi gli sta vicino come una piacevolissima pioggerellina estiva in un giorno di caldo torrido. Glielo dico. Mi sorride, è felice che anche fuori arrivi quello che ha nel cuore. Ed arriva, eccome! Veramente come un campo magnetico forte, fortissimo.

“Questa scelta di resilienza che ho intrapreso negli ultimi tre anni – riprende – è sempre stata accompagnata da una vita di preghiera. In mezzo alla natura i tempi sono diversi, sono dilatati, scanditi solo dalla luce del sole e dal passare delle stagioni e pregare, sentirsi connessi con il creato ed il Creatore è più semplice”.

A questo punto mi viene spontanea un’altra domanda. Nel nostro modo di vivere, sempre improntato al domani ed ai programmi da realizzare nel tempo che verrà, gli chiedo: pensi mai al futuro? Hai dei progetti da realizzare nel lungo termine?

“A me piace molto parlare dell’Oggi, non del Domani – risponde Bobbi di getto –. Questo perché biblicamente non esiste il domani. E’ un nostro concetto umano. A me piace vivere quest’Oggi. Prima di tutto perché solo Oggi, nel mio vivere presente, sono sicuro di esserci”.

Si ferma un attimo e poi riprende: “C’è un versetto del Vangelo di Matteo che mi risuona sempre nella testa: “Cercate e troverete”. Prima mi domandavo in continuo: ma dove devo cercare? Chi devo cercare? Cosa troverò? Poi con il tempo ho capito l’altro versetto che dice: “Cercate il Regno di Dio ed ogni cosa vi sarà data in sovrappiù”.”

Sorride e prosegue: “Questo penso sia la sintesi del mio vivere di Oggi. Io so che se mi metto a disposizione del Padre, cerco Lui, cerco il Suo Regno, cerco di fare quello che Gesù ci ha detto di fare, ossia amare il Padre e il nostro prossimo, perdonare, benedire, rifiutare il più possibile di arrabbiarci, lamentarci ed andare contro il mondo con le armi del mondo, il Signore ci premia. E nel premio c’è anche una buona vita su questa Terra. Tutte le cose che io cercavo prima come ragazzetto ribelle e poi da giovane uomo agitato, le ho trovate in Colui che ci dà la pace nel cuore. Sono arrivate da sole, come un dono, quando io mi sono affidato a Lui e ho cercato di farmi suo strumento. Riesco a dire “sia fatta la Tua volontà” ed a sentirlo nell’anima. Questo mi dà un appagamento indescrivibile. Sento che, veramente, così non manco di nulla”.

Quale è stato il più grande insegnamento che hai imparato dal Vangelo?

“Sicuramente il perdono. Perdonare ci libera da tutti i lacci. E’ una scelta libera, volontaria, così come scegliere Gesù. All’inizio non è stato semplice. Ma in preghiera chiedevo sempre al Signore che mi aiutasse a perdonare; gli dicevo che lo stavo facendo perché avevo scelto di farlo ma che ancora i miei sentimenti negativi continuavano ad esserci; gli chiedevo di insegnarmi come fare. E, come ogni volta che si dà il consenso al Signore di entrare in noi e di aiutarci a modificare qualcosa di brutto, questa cosa è arrivata: ho perdonato. Perdonare apre tutte le vie per ricevere la benedizione. Abbandonandomi a Lui, dandogli il mio consenso ad operare in me, ha fatto sì che cadessero dei muri enormi di orgoglio che avevo eretto in tanti anni; ha spento il mio Io egocentrico che voleva sempre analizzare le cose dal suo punto di vista. Fidarmi di Dio mi ha fatto vedere anche persone di cui potermi fidare e soprattutto mi ha fatto smettere di giudicare. E tutto questo mi ha regalato una grande gioia ed una grande liberà”.

Senza rendermene conto è passata più di un’ora. Il tempo è volato a parlare. Entrambi dobbiamo andare ora. Ma prima di salutare Bobbi, gli pongo le mie solite ultime due domande.

Se dovessi dare un consiglio, un suggerimento, a qualcuno che ha Un Sogno o che sente dentro di sé una chiamata, come hai sentito te, e non sa da che parte iniziare per rendere tutto ciò Realtà, cosa ti sentiresti di dire?

“Ad un giovane che deve iniziare a pensare a come impostare la sua vita, mi verrebbe da dire di non pensare per forza di dover andare a vivere chissà dove ed in chissà quale realtà. Direi: imposta la tua vita dove pensi di stare bene, con le persone con le quali pensi di stare bene. Questo è già metà lavoro fatto. Il mondo è del tutto incerto in questi tempi. Lo abbiamo imparato a partire dai giorni del covid fino ad arrivare al vento di guerra di questo ultimo anno. Tutto sembra vacillare, non ci sono più punti fermi. Quindi un’altra cosa che mi sento di dire è di seguire quello che fa stare bene ora, senza fare progetti a lungo termine. Vivere bene nel presente. E’ sempre stato importante vivere nel momento, ma in questi giorni che stiamo attraversando credo che sia fondamentale. Cambiare piccole cose quotidiane per stare meglio. Essere Qui, Ora, Bene. Riuscire a fare ogni giorno anche una piccola cosa per stare bene noi stessi ed aiutare chi ci è vicino vuol dire dare tutti una mano per migliorare in realtà il mondo”.

Se dovessi definire con una parola il tuo Mondo Parallelo, che parola ti verrebbe in mente?

“Io adoro la cultura dei nativi americani. C’è un film che mi piace tanto che è “Balla coi lupi”. Il protagonista fa una considerazione che mi ha colpito molto. Quando entra in contatto con la tribù dei Lakota Sioux e lentamente inizia a capire come si comportano, i loro spostamenti come nomadi dietro al bisonte, le loro regole sociali, il loro rispetto vicendevole e verso l’ambiente intorno, e viene piano piano integrato, sente nel cuore nascergli la parola Armonia. Questa è la parola che è nata nel mio cuore da quando vivo nel mio mondo di fede e di abbandono al Signore. Alcune persone a me vicine mi hanno detto che riesco a portare Gioia e io credo che l’unico modo per portare Gioia sia averla dentro di noi. Sento che questa Gioia e questa Armonia mi sono state donate. E quando percepisco quell’Armonia con il creato e con le creature, mi rendo conto davvero con il cuore di star vivendo una benedizione gigantesca. In un mondo frenetico, sento di avere una ricchezza enorme: avere tempo per sentire questa Armonia, riconoscerla come mia. Al contempo credo che questa ricchezza non vada sprecata, vada messa a frutto per la crescita personale e per l’aiuto agli altri. Al di là delle idee personali, c’è sempre la possibilità di aprire uno spiraglio nel cuore di ognuno. In realtà la scintilla divina presente in tutti noi proviene dalla stessa fonte. In fondo siamo Uno. E questo dovrebbe darci modo di aprirci e aiutarci a vicenda”.

Abbraccio Bobbi e lo saluto promettendogli di andare a trovarlo nel suo Mondo Parallelo al Vivo d’Orcia. Mi incammino verso casa. Ripenso alla nostra chiacchierata. Credo di essere stata un’ora con la persona più ricca che conosco. Libera dalla schiavitù di tante cose materiali a cui invece anche io, mio malgrado, mi sento soggiogata. Libera dal tempo costretto a svolgere cose per cui non si prova il minimo interesse. Libera di vivere nell’Armonia nel creato, con la consapevolezza che il nutrimento più importante è quello per l’anima.

Chiara Bennati e Roberto Bobbi Tozzi

Roberto Tozzi, detto Bobbi, vive una vita che, per tanti, potrebbe essere considerata come inutile, sprecata. Probabilmente chi è ingessato negli schemi sociali del nostro momento storico potrebbe etichettarlo come un peso per lo Stato. Un peso perché non “produce”, un peso perché ha scelto di uscire dalla ruota del criceto dove tante volte sembra di correre anche a me. Un peso perché, vivendo in semplicità, a contatto con la natura, si è liberato anche di tanti bisogni creati e necessari al consumismo su cui il nostro modo di vivere è basato. Certo è che il percorso che ha fatto lo ha portato a vivere nella Gioia, nell’Armonia, nell’Ora. E credo che questo sia un valore inestimabile. Per lui, che, così facendo, si è trasformato completamente. Ma anche per chi incrocia. Perché si, questa Pace e questa Connessione si percepiscono, concretamente. E trasmettono Serenità, Fiducia, Affidamento.

Ormai sono a casa. Mi affaccio alla finestra e guardo la linea del cielo oltre i tetti. E’ l’ora del tramonto. Fra poco il giorno si trasformerà in crepuscolo. La luna appare già all’orizzonte. Fra poco sarà Pasqua.

Mi volto a guardare il crocifisso appeso al muro. Fisso il volto pieno di dolore di Gesù e una commozione mi sale su dal petto. Ripenso alle parole di Bobbi, lo immagino nel suo angolino nel bosco e mi viene in mente il meraviglioso Cantico delle creature di San Francesco. E penso: chissà se oggi tutti noi, me compresa, riusciremmo a riconoscerlo se tornasse di nuovo! Chissà se ora, come allora, nuovamente lo giudicheremmo pazzo a spogliarsi di tutti i suoi beni ed a vivere in povertà a contatto con il creato. Chissà! Poi chiudo gli occhi, faccio un respiro profondo e ripenso alla Pace nelle parole di Bobbi. L’Armonia, per un attimo, un lunghissimo attimo invade la mia anima e sento crescermi dentro forte la Speranza.

Nella foto copertina, Bobbi a Pitigliano accanto al monumento al contadino

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