Nel moltiplicarsi di prese di posizione, alcune anche palesemente frutto di strumentalizzazione politica contro l’amministrazione comunale, sperando in modo alquanto odioso, di lucrare consensi su un tema da cui dovrebbe essere bandita ogni speculazione, ogni tanto mi sembra intravedere qualcuno che colpisce nel segno, almeno parzialmente, individuando come sempre è stato, nella componente endogena, il maggior pericolo per la nostra Festa.
È il caso dell’intervento di Maurizio Bianchini sulla Voce del Campo del 21 c.m.
Nella prima parte dell’articolo-sfogo, oltre a stigmatizzare il nuovo format televisivo, indica nella smania di omologazione delle altre manifestazioni con equidi – ormai mi sono affezionato al termine -, indotta da atteggiamenti troppo da colonizzatori di personaggi nostrani che hanno esportato lessico, simbologia, fino anche a divenire in certi casi consulenti e guardafantini delle altre sagre poi autoproclamatesi “palio”, producendo una omologazione di ritorno che, in primo luogo, nuoce alla nostra Festa.
Tutto vero e confesso che ogni tanto, quando sento “esperti” di altre manifestazioni discettare dottamente sul Palio mi vengono importanti eruzioni cutanee, per il semplice motivo che se tutto si riduce ad una valutazione tecnica, e l’ospite altro non può fare, allora l’omologazione è voluta e scontata.
E concordo anche sull’appello a recuperare termini, simboli e, soprattutto, dichiarazioni e azioni che non restano mai fini a se stesse, ma producono per conseguenza logica, altri effetti. E qui mi permetto di fare alcuni appunti.
La pista ove si svolge la Festa è stata ritenuta idonea più di una volta da rappresentanti dell’UNIRE incaricati dal Governo Italiano a seguito della famosa “Ordinanza Martini”. Esistono i verbali delle commissioni agli atti in Comune. Dato che essa non è stata mai modificata non esiste alcun motivo per tornare sull’argomento, sarà senza dubbio impegnativa ma tutto qui, niente altro.
Il Regolamento del Palio non è stato mai eluso nel consentire protezioni ai fantini, infatti si veda la norma interpretativa allegata al regolamento degli art. 43, terzo comma, 61 primo comma, 84 primo comma che recita:
“Ad interpretazione dell’art. 43 e dell’art. 61 si precisa che nel termine “berretto” possa anche essere ricompreso il “Cap protettivo”, seppure nel rispetto della foggia tradizionale del berretto, così come nell’art. 84 il termine zucchetto metallico possa intendersi come zucchetto di foggia tradizionale. Si precisa, altresì che rimane facoltà dei singoli Fantini indossare corpetti protettivi del busto, ferma restando la necessità di indossare il costume della foggia tradizionale come prescritto dall’art. 61”.
Facciamo quello che facciamo per la salute dei cavalli perché la nostra sensibilità è maggiore che in qualsiasi altra parte del mondo, ma è vero siamo consapevoli che un incidente può capitare e questa consapevolezza ci deve far stare attenti ma non ci deve condizionare e soprattutto non deve condizionare lo svolgimento della Festa, per nessuno.
La sicurezza in Piazza: capisco bene che si possa storcere bocca, naso e quant’altro, ma non è né il punto centrale, né aspetto su cui stracciarsi le vesti.
Il concetto di sicurezza si basa su due fattori principali, mi fu spiegato: la probabilità che si verifichi un episodio, il livello di gravità dello stesso, ovvero ci possono essere episodi a bassa probabilità ma alta pericolosità ed episodi ad alta probabilità e bassa pericolosità. Indovinate quali vanno evitati?
Siccome esiste la tendenza di invocare il Palio dei bei tempi andati, mettendoci di tutto e lamentandosi di tutto ciò che è cambiato, invito a riflettere bene a quali bei tempi andati ci si riferisce e distinguere quello che può rappresentare un arretramento reale e ciò che invece è quella cosa stupenda che riusciamo – riuscivamo? – a fare da secoli e cioè prendersi gioco del futuro ritagliandoci uno spazio perenne nella nostra dimensione. Ad esempio, a me preoccupano più i processi in corso delle uscite di sicurezza semi automatiche…
Maurizio Cenni
(In copertina, da wikipedia, una raffigurazione del paliotto di Bientina 2012)