I Sillabari di Fiabane e Mittelmann: chi sono gli autori della nostra nuova rubrica

Uno si chiama Antonio Fiabane e scrive (parole sue), talvolta con successo, canzoni. Se il ritornello, sentito a Sanremo un po’ di anni fa, “l’amore è un astronauta, pa pa, mia nonna è un astronauta, pa pa”, vi ricorda qualcosa, ecco, sappiate che quel testo l’ha scritto lui.

L’altro è un po’ più misterioso. Nella sua biografia si legge: “Mario Mittelmann: Klagenfurt, vivente, in età giovanile è stato molto colpito dagli scritti di Ugo Ojetti, di Ugo Spirito, di Ugo Apollonio, di Ugo Indrio, di Ugo Pettenghi, di Ugo Stille e di Ugo Intini”.

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Di sicuro si divertono entrambi a giocare con le parole, trasformandole in metafore, calembour, assonanze, allitterazioni e doppi sensi, e utilizzandole in modo scherzoso ma intelligente per mostrare il lato assurdo e ipocrita dell’attuale società.

Fra poco li conosceremo un po’ più da vicino. Non solo perché hanno accettato di rispondere a tre domandine un po’ banali seppur ispirate a un gioco cinematografico che i più avranno sicuramente riconosciuto. Ma anche perché è stata loro affidata una rubrica che terranno sul SienaPost, per il momento, una volta a stagione.

Si intitola “I Sillabari” ed è un chiaro omaggio a Goffredo Parise, autore veneto con il quale condividono la regione di appartenenza.

Chi siete? Che cosa portate?

Fiabane: “Due che si frequentano, tendendo ad augurarsi per l’altro il bene”.

Mittelmann: “La secchezza della domanda trafigge il nucleo d’ogni questione facendo trapelare immediatamente la mia impreparazione e facendomi capitolare in una scena muta. Il sogno iniziale era quello di bei doni pei bimbi piccini .

Perché qualcuno dovrebbe leggervi?

Mittelmann: “Per riempire il vuoto generato da eventuali contrattempi: posso suggerire prima dei pasti per evitare l’assunzione di medicamenti di non comprovata efficacia, durante i pasti per essere tacciati di maleducazione e potere così impostare una conversazione dal tono polemico, dopo i pasti per non potere riflettere sull’eventuale bassa qualità degli stessi ed anche invece dei pasti qualora essi non possano essere assicurati”.

Fiabane: “Perché il sudoku alla lunga è una cosa che stufa”.

Perché scrivete?

Fiabane e/o Mittelmann: “Perché è meno difficile che leggere e meno faticoso che parlare: quindi si tratta di mero opportunismo”.

Mittelmann e/o Fiabane: “In quanto trafitti, in una sera di agosto (o era inizio luglio?) da una foto di Fruttero e Lucentini”.

Se ce n’è abbastanza per incuriosirvi almeno un po’, non dovete fare altro che pazientare finché non vedrete apparire sul SienaPost la magnifica grafica del Sillabario di Fiabane e Mittelmann (grazie a Ylenia Girolami) seguita dalle parole allusive, allegre e ambigue ma pur sempre eccelse, dei nostri.

Un esempio? L’ultimo messaggio di Fiabane, forse un tentativo di biografia.

“E ti confermo: la mia vita è diplomatica, doppio strato, e non si muove sfoglia che dio non voglia”.

Ne vedremo delle belle.

Simona Pacini

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