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mercoledì, Settembre 18, 2024

Mazzette, Kamala, Siena Fc, Ampugnano, discontinuità e carovita

DENTRO LE NOTIZIE con la compagnia di Maurizio Cenni, per dieci anni sindaco di Siena

Ciao Maurizio, abbiamo un accordo. Almeno un paio di volte al mese, o alle diverse cadenze che riusciremo a fare, parleremo insieme di attualità. O meglio, tu parli e io faccio le domande con lo scopo di andare “Dentro le Notizie”. Lo facciamo a beneficio di chi leggerà perché riteniamo che spesso i fatti vengano presentati soggettivamente dall’ente o dal soggetto che fa la comunicazione, ma che rimangano poi non commentati e quindi non di facile comprensione…

Partiamo molto alla larga. Tanti anni fa i Comuni dovevano fare spending review… un sindaco di San Gimignano, mi pare si chiamasse Frosali, annunciò bellamente che aveva “tagliato” la mazzetta dei giornali quotidiani. L’ho sempre ritenuto un errore per gli enti allontanarsi dalla informazione ufficiale… Tu hai qualcosa da condividere sull’argomento?

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“Credo che ci sia necessità di entrambe le forme di comunicazione, sia quella professionale dell’informazione esterna sia quella dell’Ente che dovrebbe avere due distinti tagli: da una parte il Portavoce del Sindaco che, come dice la stessa definizione, ha un ruolo più politico e dall’altra la comunicazione istituzionale ovvero l’ufficio stampa del Comune che ha il compito di fornire informative altrettanto importanti ed interfacciarsi con gli altri organi di stampa, curare la promozione di eventi, emettere comunicati ufficiali in occasione di eventi o accadimenti di interesse pubblico. Ma il rapporto con la stampa professionistica è altrettanto importante ed è anche compito di questa fornire diverse chiavi di lettura, porre interrogativi, suscitare dibattiti e discussioni attorno ai tempi che interessano la città. Non c’è bisogno di contare le “mazzette”, ma di un rapporto corretto e di accettare che essa faccia il proprio mestiere, anche quando è fastidioso”.

Maurizio Cenni

Puoi raccontarci un aneddoto della tua vita pubblica che abbia che fare con l’informazione?

“Più di uno in realtà. Il primo risale al mio primo mandato all’inizio del quale un quotidiano mi paragonava al “Soldato Ryan” per descrivere lo stato di assedio che proveniva dalle file amiche – faccio sempre più fatica a definirle così, ma lo faccio per farmi capire -. La cosa si trascinò per più puntate e in una di queste si prevedeva che nessuno avrebbe… salvato il soldato Ryan. Al che io, a margine di una conferenza stampa, poco elegantemente lo ammetto, a un giornalista del quotidiano in questione confessai che quando li vedevo facevo ormai da tempo gli scongiuri del caso. L’altro è relativo a un’intervista di Report sul tema di Ampugnano dove trenta minuti di conversazione in cui spiegavo le ragioni dell’Amministrazione Comunale, furono ridotte a pochi secondi in cui si travisava il tutto, estrapolando frasi che non rispecchiavano assolutamente quanto detto. Devo dire che mi irritai molto. Ma ricordo anche iniziative divertenti come quella che portò a realizzare un calendario con le foto delle rotonde ultimate nel mandato… almeno allora si poteva riempire un calendario con cose fatte…”

Kamala contro Trump. L’informazione ci tempesta su questo, ma le ricadute per noi italiani e senesi quali potrebbero essere secondo te? Che cosa davvero è in gioco?

“Per la città direttamente ben poco, per la città come entità inserita in un contesto globale molto. Pensiamo alle diverse posizioni su politica estera e politica economica e ambientale che esprimono i due candidati. Per tutto il mondo occidentale non è indifferente poiché si parla di un Paese che è in grado di esercitare un’immensa influenza su tutto il Pianeta. Fra l’altro nel pieno di una crisi globale che vede il mondo dilaniato da una serie di conflitti”.

Kamala Harris promuove sulla sua pagina facebook la sua candidatura (fb pubbliche)

Qualche sera fa c’è stata a Sant’Andrea la riunione sulla Provincia del Pd e al Battistero la presentazione della squadra del Siena FC. Domanda provocatoria: quale di questi eventi in teoria è stato più importante per lo sviluppo della città?

“Per lo sviluppo della città non credo, ma per scaldare un poco l’animo non ho dubbi, anche perché qui scatta il tifoso e quindi propendo per il Siena FC, anche come pura speranza, sia per quanto avverrà sul campo, sia per quanto riguarda la compagine societaria e la necessità di dare basi solide su cui poter costruire e programmare. L’altro evento sarebbe stato importante in altri tempi; oggi mi sembra si guardi ad altro e ci si attarda su questioni di scarso interesse per i cittadini. Ad esempio non sento e non leggo di un dibattito nei contenuti sul tema Provincia che sia di salvaguardia per le necessità della città, non vedo nemmeno che si sia presa l’occasione per ricostruire un laboratorio di contenuti alternativo a quello che governa la città attualmente. Anche su questo ho scritto qualcosa recentemente come sai”.

Tu, fintanto che sei stato iscritto, hai sempre rappresentato la sinistra del Partito, una minoranza quindi, con massima difficoltà ad indirizzare le scelte supponiamo. Come diverso era il dialogo dei vertici rispetto all’odierno dibattere e “decidere” del Pd?

“Non ho elementi per fare un paragone, almeno non direttamente; più che sul dibattito si possono dare giudizi su quanto produca il PD in termini di opposizione e soprattutto di costruzione di un’alternativa credibile. E ci si riferisce sempre al PD perché questo lavoro non può essere assegnato a forze che in termini numerici sono minoritarie e che comunque dovrebbero essere coinvolte non con il vecchio atteggiamento di ritenersi autosufficienti prima di tutto perché non è più vero e poi perché sulla città non è mai stato vero. Si vince nel capoluogo se si è in grado di costituire una coalizione sui programmi coinvolgendo le varie anime del centro sinistra, quando non lo si fa, se va bene si va al ballottaggio, ove se sbagli alleati, o non li cerchi, vai all’opposizione… tanto per non rigirare il coltello nella piaga”.

Esser sindaco di Siena, significa esser sindaco di tutti. Abbiamo chiesto all’attuale sindaco e ad alcuni suoi assessori di rispondere alle nostre domande, ma non abbiamo avuto fortuna. E’ perché siamo sfigati o perché l’attualità di questa amministrazione è trincerarsi nel Palazzo, ora che sembra esserci anche il pericolo di fuoco amico?

“Ma no via, sarà una dimenticanza a causa dei molti impegni. Sai Duccio questa sembra una linea che viene seguita anche a livello nazionale, ove di pasticci ce ne sono copiosi, ma quando sei a capo di un’Istituzione non puoi né sceglierti gli interlocutori, né le domande che ti vengono poste, specie se non hai organi di informazione compiacenti come accade a livello nazionale, ed è, sarebbe, tuo dovere dialogare e rappresentare tutti a prescindere dal colore politico. Anzi sarebbe interesse aprirsi al dialogo con tutti e fornire risposte, presentare la propria visione della città, di come si è ragionato per affrontare un problema, anche attivando un dibattito prima che qualcuno ti anticipi e cominci a trovare risposte più convincenti. Se poi c’è il pericolo del fuoco amico a maggior ragione vale quanto detto”.

Le “mazzette” di giornali prima erano la normalità, ora ci sono le rassegne digitali su “parola chiave”

Dalle pagine di un CorrSiena riconquistato da Stefano Bisi si è letto di recente cosa fanno gli ex assessori della giunta De Mossi, il che ci ha ricordato che alcuni di essi, anzi molti, sostengono o partecipano all’attuale Giunta Fabio. Cos’è che non comprendiamo? Perché a più di un anno dalle elezioni si spendono parole ed energie per dire che il centrodestra di oggi è tutt’altra cosa rispetto quello di ieri?

“E’ innegabile che vi sia una continuità tra le due Amministrazioni e che la narrazione di novità e di netta cesura sia stata usata fino dalla campagna elettorale senza che ci fossero particolari reazioni da parte di chi le elezioni le ha (nuovamente) perdute. Trovo fra l’altro ingenerosa, a tratti quasi rancorosa, oltre che fasulla questa presa di distanza dal precedente quinquennio, visto che molti attuali esponenti della destra, anche oggi pienamente coinvolti, erano davanti a Palazzo Pubblico a festeggiare la storica presa del Comune da parte del neo Sindaco Luigi De Mossi. Poi i conti gli elettori li faranno sulle cose fatte e saranno in grado come sempre di esprimere il loro giudizio, ma non trovo grandi colpi d’ala fino ad oggi, specie se consideriamo che la precedente Amministrazione ha conosciuto e gestito il periodo del Covid”.

Si è tornati a parlare di Ampugnano e ci sembra che le pressioni siano più sul Comune di Siena che su quello di Sovicille. Cosa c’è in gioco? Posti di lavoro? Ricchezza diffusa? Cosa?

“Storicamente è così, pure se il peso di Siena in termini di azionariato è residuale, perché non sfugge a nessuno che l’aeroporto avrebbe un peso e senso diverso per la città rispetto al territorio. Vedo che alcune forze politiche che occhieggiavano e flirtavano con il Comitato anti Aeroporto oggi si sono convertite. Bene, l’importante è che soldi pubblici non vadano a finanziare imprese private, lo ricordo a memoria per non solleticare esposti, indagini e blocchi di iniziative che, non sempre avvengono sul nascere, dati i tempi tecnici di istruttoria. All’epoca il Comune territorialmente competente era talmente poco resistente al Comitato – dammi atto di questo garbato eufemismo – che sembrava assurdo per il Comune di Siena assumersi responsabilità per altri soggetti e quindi facemmo un passo indietro anche in termini di percentuale di proprietà”.

Aeroporto di Ampugnano

L’altro ieri abbiamo scritto di un’analisi del carovita a Siena che politicamente non viene fatta. Cosa pensi?

“Mi sono già espresso su questo tema e anche io non riesco a comprendere il silenzio politico su questo tema. Ma le indagini a livello nazionale sono segnali di allarme sociale, siamo tra le città con il tasso di inflazione più elevato, paghiamo molto per i servizi, ma loro qualità si sta deteriorando, e non siamo neanche una città ai primi posti per il livello degli stipendi. Si vede appassionano di più le elezioni provinciali, o il decoro della città, che i temi che toccano i cittadini e la loro qualità della vita. Le ragioni sono molteplici e complesse, si intrecciano con il numero di residenti (ovvero coloro che pagano tasse e tributi e tariffe) sempre più basso e sbilanciato in rapporto a chi usufruisce dei servizi, e quindi con la necessità di una programmazione urbanistica di area che tenga conto di questi fattori, ripensare servizi e sistema tariffario, predisporre misure che vengano incontro alle fasce più fragili di popolazione, adeguare costo e qualità del servizio come nel caso della gestione dei rifiuti, andando a contrattare con chi di competenza (Regione, Stato, Ambiti territoriali etc). In questo ci sta anche il tema della ricettività che hai trattato ma che non può essere affrontato con misure spot ma attraverso una seria analisi sul sistema ricettivo, sulle sue forme, su come si intercetta la domanda e la si orienta, sui motivi, spesso prettamente economici, e non sempre e non solo a carattere speculativo, che spingono a intraprendere tale attività. Quando non saranno più sostenibili neanche i servizi essenziali e si creeranno fasce di disagio e tensione sociale sarà piuttosto tardi per intervenire. Pochi colgono questi segnali e, chi li mette sul tappeto viene ignorato come se fosse il classico ed abusato giapponese nella giungla, ma in realtà, sono gli altri che pensano di giocare ancora a una partita che si è chiusa da tempo”.

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