Paride, Glauco, cos’altro? Figure controverse della storia in cui ansia d’amore e temerarietà si confondono. Sono nomi che appartengono alla tradizione della famiglia Minervini o un compromesso materno che ha messo un freno prima che si arrivasse a Menelao e Agamennone?
“No, solo una grande passione da parte di mio padre per la storia e la mitologia – ci dice Paride Minervini, imprenditore della zona artigianale di Sovicille e dal 2017 Cavaliere al merito della Repubblica (http://www.indaginibalistiche.com/) -: io e mio fratello siamo tutti e due “figli d’arte” e come mio padre abbiamo servito e serviamo la “Nostra Patria in armi”. Certo bisogna dire che la mia passione per fare centro… sicuramente può essere legata alla coincidenza della famosa freccia di Paride che colpì Achille in modo così preciso…
Paride spiegaci. Hai chiuso con l’esercito o sei una di quelle risorse speciali che possono essere richiamate in qualunque momento? E cosa conta di più essere un Ufficiale Superiore, il grado cui sei arrivato, o quella lista infinita di attestazioni a esercitazioni e corsi specialistici?
“Attualmente sono nella “Riserva” e posso essere richiamato in servizio in qualsiasi momento. Da ufficiale proveniente dai corsi regolari di Complemento, sono molto soddisfatto della mia carriera, passata tra la Brigata Paracadutisti FOLGORE e lo Stato Maggiore dell’Esercito. Le attestazioni e i corsi hanno aumentato la mia preparazione e di seguito la mia professionalità in questo campo. L’Esercito Italiano mi ha accolto appena 18enne e mi ha formato nel migliore dei modi nei migliori reparti. Per me è stato un grande traguardo quando il Presidente della Repubblica mi ha conferito l’Onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana inerente la Balistica e le mie attività per le Commissioni Parlamentari e la Magistratura…”
Temiamo e crediamo che tu sia un civile che in molti casi debba ricorrere al “Non posso dire”. Quindi quando ci si arriva, mettiamo un “omissis” e andiamo avanti. Curiosità del momento: internet ci tempesta di classifiche degli eserciti più potenti, ma supponiamo, visto quello che succede attualmente in Ucraina che l’effettiva potenza sia data dalle dotazioni, dall’addestramento e dall’aggiornamento. Tu che impressione hai avuto qualche tempo fa quando hai fatto un addestramento con forze russe?
“Non parlo volentieri di alcuni argomenti, ti posso dire che io ho avuto la possibilità di addestrarmi con le Forze Speciali Sovietiche – prima che diventassero Russe – mentre il muro di Berlino si stava ancora sbriciolando… Credo che i due Eserciti che si stanno fronteggiando hanno tutti e due le stesse capacità addestrative. Sicuramente quello che farà la differenza è l’equipaggiamento e la motivazione a combattere… E qui mi fermo…”
E secondo te come andrà a risolversi, a pace fatta, coi foreigner fighters italiani che quand’andavano in Siria erano terroristi e quando vanno a Leopoli sono quasi patrioti?
“E’ un argomento che richiede molto tempo e un’analisi molto approfondita…”
Tu sei stato Responsabile della Sicurezza in Algeria per l’ENI e in altri paesi Africani e Arabi. E’ molto diversa la situazione con cui ci si confronta? Perché abbiamo l’impressione che le popolazioni beduine se non ti accettano sul loro presunto territorio, poi vanno poco per il sottile…
“Operare per la sicurezza degli espatriati all’estero non è una cosa semplice e, quando ho iniziato io, erano gli inizi e poco si sapeva… Certo per noi che provenivamo dalla Forza d’intervento Rapido, sapevamo bene, visto il nostro addestramento, a cosa andavamo incontro e a come affrontare e risolvere le problematiche a “tamburo battente”. Il rapporto con la popolazione locale e i Beduini è sempre stato di grande rispetto, sia delle persone che delle loro tradizioni… La mia soddisfazione è stata per i regali che ho ricevuto di fine missione e dei bellissimi ricordi… Basta pensare al the bevuto con la loro tradizione o al latte di Cammella sorseggiato sotto una tenda in mezzo al Sahara…”
Hai fatto parte di molti corpi italiani, ma soprattutto della Folgore. Gente tosta i Paracadutisti, quando passammo un pomeriggio con loro, ci dicevano di ritenere i percorsi di addestramento troppo blandi, tanto che finivano per aggiungere trappole gli uni agli altri. Dacci un ricordo umano di questi italiani che hanno scelto di essere militari per professione e convinzione…
“Scegliere di servire la Patria in armi e in un reparto come i Paracadutisti non è facile, specialmente per un ragazzo giovane. Pensa che io ero alla scuola Ufficiali e poi al Reparto mentre i miei amici d’infanzia andavano ancora a scuola. Tu mi dici “Gente Tosta”, si è vero, ma se vuoi riportare a casa la tua vita e quella degli Uomini che la Patria ti ha affidato… devi essere “Tosto”: gli errori sono pericolosi… Mio padre mi ha sempre detto “un mezzo, se si rompe si ripara”… la vita di un uomo non si deve rompere…”
“Di ricordi ce ne sono tanti… – continua Paride – quelli brutti li porto con me e ormai fanno parte dei miei incubi “riservati” ma quelli belli li condivido sempre volentieri come quando addestravi un Paracadutista al Sacrificio e al Combattimento e vedevi i momenti in cui era vicino a “mollare” e tu come Ufficiale avevi il dovere di dare l’esempio e per questo, quando si apriva la porta dell’aereo in volo, li guardavi e vedevi brillare i loro occhi… Gli gridavi il nostro motto e loro ti rispondevano seguendoti nel salto nel vuoto come i veri Paracadutisti… Pronti a servire e a difendere la nostra Patria”.
A questo punto vogliamo ringraziarti per averci dato nuovamente fiducia a noi della stampa. Temiamo che in passato più che un mezzo di promozione i media siano stati per te un grosso fastidio. Per esempio sei dovuto andare a testimoniare di fronte una commissione parlamentare per il solo fatto che fosti tu a chiamare un magistrato – su esplicita richiesta – in occasione della morte di David Rossi … Per esempio, La Nazione ha seguito tuo esame balistico riguardo al mostro di Firenze…
“Molte volte i giornalisti non riescono a capire che l’analista non può dialogare con loro, perché le indagini sono riservate, ma la cosa che mi diverte è quando il giornalista riporta in modo errato la notizia… In quel caso faccio un sorriso e dico che “il giornale di oggi serve ad incartare il pesce di domani…” Bisogna anche spezzare una lancia a favore dei giornalisti d’inchiesta che sapientemente riescono a fare il loro lavoro… Infatti molte volte sono riuscito a fare dei collegamenti tra casi, partendo dall’analisi delle così dette fonti aperte…”
La tua vita oggi. Lavoro, famiglia e trasferte in tutt’Italia. Nell’area industriale di Pian de Mori-Sovicille hai il tuo studio-laboratorio, i tuoi collaboratori; e da lì vi muovete, credo in prevalenza di richiesta dei magistrati inquirenti, per analizzare esplosivi, armi e scene del crimine: si va dal fuoco d’artificio non omologato ai reati da Corte di Assise. In pratica nessuno nell’Italia di Mezzo sta al vostro pari. E’ così?
“Diciamo che non ci annoiamo… Passiamo da ore al microscopio a sopralluoghi in Italia e all’Estero… Sia in terra che in mare… Le richieste arrivano sia dalla Magistratura che da Avvocati o aziende del settore. Il mio laboratorio è preparato per analizzare e studiare tutti i rami della balistica e dell’esplosivistica, d’altronde un Balistico senza un laboratorio è come un meccanico senza officina, come dice un grande Giudice. Al giorno d’oggi chi affida un incarico dovrebbe accertarsi che il Consulente sia preparato sulla materia e che abbia il laboratorio adatto a svolgere l’incarico affidato… Purtroppo abbiamo ancora casi di Consulenti che svolgono questo lavoro come hobbisti nel sottoscala di casa, nel sottotetto o addirittura nel terrazzo della cucina… Improvvisando la loro professionalità…”
Poi ci sono le vicende che appartengono più alla storia che alla criminalità. Per esempio venne fuori che per una perizia avevi, e forse hai ancora, il fucile, proveniente dallo stesso lotto, che avrebbe tolto la vita al presidente Usa John Fitzgerald Kennedy. Che sei bravo lo sappiamo, ma come mai occuparsi di questo caso?
“La mia analisi dell’omicidio Kennedy è scaturita dal fatto che sono in possesso, nella mia raccolta tecnica, di un fucile uguale a quello usato nell’attentato. La mia esperienza come istruttore tiratori scelti nell’Esercito mi ha portato ad analizzare il caso, per comprendere cosa era veramente accaduto. Attualmente con i miei collaboratori stiamo cercando di ricostruire la scena del crimine e le traiettorie e i tempi di sparo. Non sarà facile ma siamo già a buon punto, nelle varie prove che sono state pubblicate nessuno ha effettuato i test utilizzando la stessa arma, ma solo armi compatibili per calibro. Gli studi stanno andando avanti e saranno integrati anche dal mio collega Jacopo Lotti che è un biologo forense”.
Ma il privato cittadino si rivolge a te solo per valutazioni economiche su un’arma o, nella gamma della tua professionalità, ci sono anche attività civili che sono relative all’hobbismo o ai processi produttivi?
“Il privato cittadino si rivolge al mio laboratorio sia per la gestione delle problematiche inerenti le armi – possesso, manutenzione, utilizzo… – che per fatti inerenti i processi produttivi”.
Abbiamo letto e riletto il faldone delle tue referenze e la lista dei tuoi incarichi, dove facciamo più difficoltà a dire di cosa non ti sei occupato che quello su cui hai lavorato. Fa pensare a un te diverso, una sorta di figura di imprenditore elegante, professionale, austero e… barboso. In realtà chi ti conosce sa che sei espansivo e pronto agli scherzi. Anche te, sei costretto dalla vita, a vestire panni diversi a seconda dei momenti?
“Beh diciamo che la balistica è una materia barbosa e noiosa… Specialmente per i non addetti ai lavori… Ricordo le lezioni di balistica applicata alla scuola ufficiali… Per molti non era facile prestare attenzione tutto il tempo… Infatti in pochi poi abbiamo sviluppato la materia. Certo è che nelle Forze Armate è l’unico luogo dove si studia la balistica e, per diventare un professionista di questa materia, la preparazione di base è importantissima, non può essere un hobby. Si è vero: sono espansivo, burlone e grande mangiatore, ma se non lo fossi sai che noia… Ma al momento giusto indosso i “panni reali e curiali”… e analizzo il problema cercando di dare la soluzione scientifica!”
Riparliamo di militari. Il fatto che uomini di 30-35 anni siano ancora chiamati ragazzi, e talvolta facciano anche cose da ragazzi, è perché non hanno mai fatto la vita militare che nell’Italia del boom era la quadra dello sviluppo famiglia-scuola?
“Non amo dire la classica frase… ”Ai miei tempi… Il militare”; i tempi cambiano e i ragazzi, forse, tardano un po’ a diventare uomini… Oggi credo che la selezione della vita sia ancora più dura e più tardiva ma sicuramente in pochi emergeranno e diventeranno i migliori… Ai ragazzi bisogna dargli l’esempio e dirgli sempre “avanti a tutta forza!!!”
E parliamo delle tue specializzazioni. Dove non hanno, ma troverebbero utile applicazione nello sviluppo imprenditoriale del nostro territorio?
“Le mie specializzazioni non sono legate al territorio, ma sicuramente possono essere applicate nel mondo imprenditoriale. Come ho detto prima, il mio laboratorio è dotato di strumenti sempre più all’avanguardia, e a norma, e per avere questo bisogna investire nelle tecnologie e per tale motivo bisogna essere anche imprenditori di se stessi”.
Sei un imprenditore di successo. Che fa una vitaccia, ma probabilmente non te ne lamenti più di tanto. Hai avuto la fortuna di trovare chi è stato disposto a investire sulle tue capacità?
“Certo passare da avere un posto fisso a essere un libero professionista, non è una scelta facile, io ho avuto il coraggio di farlo. Ricordo che un giorno ero all’estero per programmare il rientro in Patria di personale Italiano, e avevo da poco deciso di essere un libero professionista. Presi l’ascensore con un Diplomatico che ormai mi conosceva molto bene per il mio lavoro… Nel salutarmi mi disse… Paride ricordati che tu sei il miglior sponsor di te stesso… Visto il luogo dove eravamo, ci salutammo in francese e non ci vedemmo più!”
Per chiudere, cos’è che non ti abbiamo chiesto e su cui eri pronto a farci fare uno scoop?
“Di fare una visita nel mio laboratorio e dare un’occhiata al microscopio e a quello che può raccontare. Alla prossima caro Duccio…. anzi bon courage, mon amì…”
(Le foto di quest’articolo sono state fornite da Paride Minervini o provengono da Foto pubbliche di Fb)