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sabato, Aprile 20, 2024

Potenza della rete

“Tutti tuttologi col web”, cantava Gabbani qualche anno fa proprio in questo periodo.

La frase mi è tornata alla mente qualche giorno fa, alla fine di una lunga giornata spesa a confrontarsi con due colleghi su una normativa edilizia.

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Avevamo difficoltà a stabilire con sicurezza la correttezza del procedimento che aveva seguito la pratica di un cliente e, di conseguenza, decidere se l’intervento che avevamo in animo di suggerire fosse fattibile o meno.

Lavoravamo alla questione ormai da tempo, avevamo in prima battuta raccolto la documentazione disponibile dall’Amministrazione, poi avevamo parlato con il committente, con il venditore, con l’agente immobiliare e con il notaio, avevamo letto la normativa di riferimento, valutato l’argomento da più angolazioni possibili, ci eravamo confrontati tra noi. L’elenco potrebbe continuare. Avevamo addirittura lasciato perdere per un po’ di tempo, e successivamente ripreso in mano l’argomento, per dare alle riflessioni già fatte modo di sedimentare e contemporaneamente creare spazio per nuove idee. Nonostante tutti gli sforzi, benché soddisfatti delle conclusioni a cui eravamo addivenuti, restavamo dubbiosi e privi di certezze.

Il punto fondamentale è che, da queste nostre interpretazioni, svolte in coscienza professionale e in assoluta buona fede, spesso dipende la decisione del cliente di procedere o meno, di investire o meno. Spesso si parla di cifre considerevoli, ma, anche quando non lo fossero, si tratterebbe comunque di investimenti emotivi che riguardano il futuro delle persone e delle famiglie.

Proprio alla fine della giornata, dopo ore di discussioni, chiamava un altro cliente. Aveva letto su un gruppo facebook un riferimento al suo caso (diceva lui), da cui emergeva chiaramente (sempre secondo lui) come ci si dovesse comportare. Ottimo: che mi raccontasse, allora. Lo ammetto, ero stanca, e pronta ad accogliere come salvifica una soluzione già confezionata offertami da qualcun altro. Non so se il post fosse più circostanziato, ma la spiegazione del cliente non mi convinceva affatto. A mio avviso, la norma intende altro. Glielo comunicavo e lui ripeteva di essersi informato e che in rete aveva trovato un altro riferimento che confermava quella tesi. Due riferimenti formano una certezza. Buono a sapersi. 

Premesso che non ho la pretesa di avere sempre ragione, so per certo che la legislazione italiana in materia di edilizia è un matassa complessa e intricata, di cui spesso si perde il bandolo. So che non sono bastati tre professionisti navigati a dipanarne una con chiarezza solo poche ore prima. Ammiro però la convinzione irremovibile del cliente, certo di aver capito tutto per averlo letto in rete, in un trafiletto scritto non si da da chi e in riferimento a non si sa esattamente cosa.

Internet è uno strumento, e come tutti gli strumenti va utilizzato con saggezza.

Mi domando: andreste mai dal dentista a dirgli come dovrebbe curarvi l’otturazione? O lo fareste direttamente da soli seguendo un tutorial?

Chiedo, ovviamente, per un’amico.

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