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mercoledì, Aprile 24, 2024

Progettare, programmare e regolare e… finanziare

Riprendiamo il discorso sul futuro della città, specie alla luce della polemica sui finanziamenti mancati e, a quanto pare neanche richiesti, sui fondi in arrivo post Covid.

A quanto è dato vedere oggi non esistono progetti aggiornati sulla città e la colpa, a mio avviso non la si può dare all’ultima Amministrazione, almeno fino ad oggi, poiché in precedenza si sono perdute occasioni d’oro per aggiornare le previsioni urbanistiche di oltre dieci anni orsono, adattandole sia alle condizioni sociali che, nel frattempo sono cambiate, sia alle condizioni economiche complessive che hanno visto perdersi la centralità dei poli finanziari cittadini come motori di sviluppo, senza che venisse indicata alcuna alternativa credibile.

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È quindi inutile e fuorviante lamentarsi se arrivano soggetti privati, anche da fuori i confini nazionali, a riempire vuoti lasciati da altri soggetti. L’unica cosa che può rivelarsi antidoto e soprattutto strumento di regolazione e controllo, è la capacità del Comune di Siena di programmare, indicare e regolamentare insediamenti, funzioni e compatibilità ambientali.

In questo senso il meccanismo di collaborazione tra pubblico e privato con le fasi previste di concertazione urbanistica sono da considerare un volano imprescindibile.

Ma se si vuole davvero intervenire sullo sviluppo della città, arrestandone il declino demografico e riqualificando le zone periferiche, bisogna ripartire da punti fermi che non hanno colorazione politica, ma scaturiscono da analisi tecniche, comprovate da dati.

La direttrice di sviluppo della città, volenti o nolenti, non può che essere al Sud, perché il nord della città è saturo di funzioni, alcune delle quali hanno un impatto in termini di arrivi in città che rendono difficile la gestione della sosta, del traffico e del trasporto pubblico. E’ un’area che avrebbe bisogno di alleggerirsi e non di accrescersi.

Gli interventi di ricucitura sia in termini ambientali che funzionali, possono (debbono) essere aggiornati perché il tempo trascorso, come detto, ha modificato bisogni e domande, ma alcune previsioni sono già sul tappeto e indicano anche alcuni nodi viari ancora irrisolti, la Cassia ad esempio, o il completamento della viabilità a corollario della città che ha un vuoto oggettivo a Est.

Si può poi discutere dell’impiantistica sportiva che era prevista in quella zona e che faceva riferimento a stagioni diverse dello sport senese, ma con la consapevolezza che ciò che viene fatto a Sud influenza in modo decisivo anche l’area del centro, ieri denominata Parco Urbano. E lo si può fare discutendo, anzi ridiscutendo, con le associazioni di categoria interessate una definizione funzionale del Parco.

(Link aggiunto dalla redazione: https://www.ilcittadinoonline.it/cronaca/parco-urbano-di-siena-il-primo-passo-fatto/)

Anche qui aggiornando o confermando funzioni ed interventi. Ed eventualmente anche verificando le esigenze della attività sportiva che insiste in quella zona. Ma si devono sciogliere nodi propedeutici a tutta la fase di riprogettazione, e questo è compito della politica, ovvero si vuole reinserire nel motore della città carburante per lo sviluppo, o si punta invece ad una visione rassegnata e romantica di una città che difende lo status quo?

Si badi bene che scegliere lo sviluppo non è incompatibile con le politiche ambientali. E, soprattutto, bisogna rifuggire dalla ideologizzazione dei contenuti.

Per anni, sul trasporto ferroviario, abbiamo inseguito la chimera di uno sviluppo ed efficientamento della tratta verso Chiusi, mentre io credo che per la città, e non solo per essa, sia importante ed essenziale la tratta verso Firenze.

È per questo che ritengo indispensabile concentrarsi su valutazioni che coinvolgono un’area più vasta rispetto all’ambito comunale. L’obiettivo è quello di attribuire continuità urbana anche a siti che attualmente non sono legati fra loro.

Le attività ludiche e produttive, ad esempio, dovrebbero rappresentare attrattiva verso ambiti più vasti rispetto al luogo dove vengono realizzati. E’ chiaro che strade e servizi vanno resi omogenei a questo obiettivo e nel loro sviluppo devono contribuire all’evoluzione delle nuove aree urbane.

Rimane anche da pensare che luoghi come Coroncina, via Fiorentina, Due Ponti, solo per fare alcuni esempi, hanno una caratterizzazione urbana, ma sono attraversati da una viabilità che può vanificare questa stessa specificità.

Come ogni fatto urbanistico intervenire in una parte della città non è neutrale per il resto della stessa e quindi alcune scelte possono fornire occasioni di intervento perfino nel centro storico, ma questo è un altro discorso.

(Nella foto scorcio di Siena da Siena Comunica)

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