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venerdì, Aprile 19, 2024

Quant’è dura essere un manager

Riceviamo e volentieri pubblichiamo un’anticipazione del numero di ottobre di “Leasing Magazine” intitolata “Competenze tecniche ed emotive e valore delle differenze” a firma di Massimo Bacci, già nel Cda della Fondazione Chianti Banca, oggi manager di Harmonious Srls – Officina per Soluzioni

In precedenti riflessioni evidenziavo come la complessità dell’intraprendere in mercati ad alta volatilità – ulteriormente acuitasi con le conseguenze della pandemia da Covid 19 – obbligasse ad importanti cambiamenti resi possibili e meno faticosi dall’essere studiosi, flessibili, veloci, coraggiosi nel cambiare rapidamente in azienda ciò che non funziona perché non più adeguato al mutato contesto.

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In sintesi il futuro dell’Impresa poteva essere assicurato esclusivamente dalla capacità di “innovare velocemente attraverso un modo diverso di pensare ed agire”.

Gianfranco Antognoli e Massimo Bacci

Ho pensato di dare seguito ed attualizzare la mia riflessione riferendomi/mutuando i contenuti di due recenti illuminanti testimonianze: la prima del dottor Corrado Passera sulla “preparazione/responsabilità di futura classe dirigente” e l’altra del professor Claudio Baccarani, emerito di Economia e gestione delle imprese all’Università di Verona (rubrica “Parole e Conchiglie” sulla Diversità).

Parlando recentemente ai nuovi studenti dell’Università Bocconi il dottor Passera evidenziava come, vivendo in una fase di incertezza senza precedenti, esasperata da una funesta crisi sanitaria, sia a rischio il benessere che sembrava raggiunto o comunque raggiungibile, il lavoro – in primo luogo molti lavori tradizionali -, il welfare che rappresentava una conquista acquisita.

Incertezza accresciuta dal processo di digitalizzazione che reclama la costruzione di approcci mentali nuovi, capaci di integrare sensibilità tecnologiche, economico finanziarie, umanistiche.

In sintesi ci si domanda quali debbano essere le peculiarità di un capo impresa/manager dell’oggi e che guardi al futuro. E quali gli ingredienti a valore aggiunto per una “leadership contemporanea”?

Definitivamente acquisita e metabolizzata l’attenzione alle competenze allargate ed al rispetto della meritocrazia occorre però coniugare/armonizzare “competenze tecniche ed emotive”. Occorre essere capaci di scegliere collaboratori preparati pronti a condividere percorsi impegnativi.

Sarà comunque indispensabile dedicarsi alla loro coesione e motivazione. Sarà importante anche comprendere e gestire con cura le ansie che il cambiamento genera. Servirà coraggio e capacità per guidare l’intero gruppo ricco di qualitative differenze ad attraversare la corrente di fiumi tumultuosi per giungere in territori sconosciuti, talvolta inaspettati anche per la stessa guida.

Massimo Bacci

Una leadership che unisce e non divide ma sa capire le diversità ed armonizzarle/coniugarle con altre diversità. Sarà il buon clima costruito in azienda “per i collaboratori” e “con i collaboratori” a determinare i risultati di un gruppo.

Un buon leader sarà dunque colui che sarà capace di creare altri leader attraverso continua sensibilità, attenzione, formazione e soprattutto esempio; esempio concreto che giornalmente offre con le sue posizioni e concrete azioni.

Grazie all’amicizia che mi lega al Presidente dell’Unione Imprese Centenarie Italiane ho il privilegio di partecipare a periodici meeting nei quali vengono approfondite innumerevoli e variegate tematiche sulla cultura di impresa e di seguire l’autorevole illuminato pensiero del professor Baccarani che collabora con l’osservatorio scientifico culturale della stessa Unione.

Evidenzio che trattandosi di Imprese centenarie hanno beneficiato di capi azienda, manager, gruppi di persone organizzate che sono riuscite a superare tempo per tempo differenti innumerevoli criticità generate dai cambiamenti nei propri mercati di riferimento domestici ed internazionali ed a cogliere le nuove opportunità che si stavano manifestando; pensiamo anche al “grande valore per la continuità” espresso dal buon governo di tempi e modi per gli obbligati cambi generazionali.

Ma veniamo alla Diversità.

«La diversità è in natura. Ogni essere umano è unico, irripetibile, diverso. La diversità apre al terreno dell’innovazione, del cambiamento e del progredire. Le imprese che guardano ad un futuro positivo sono consapevoli che per essere competitivi occorre conoscere e dialogare con le diversità per individuare ciò che permette di innovare grazie a molteplicità e varietà di visione».

Una modalità capace di rafforzare l’impresa attraverso sinergie connesse all’azione combinata di più elementi: più conoscenza, diverso modo di essere, consapevolezza dei propri mezzi, fiducia, creatività. Una modalità capace di assicurare un risultato maggiore della mera sommatoria dei singoli valori.

Un’apertura/approccio intelligente che può liberare il valore racchiuso nella “convivialità delle differenze”; termine a mio avviso efficace ed illuminato mutuato da quello, a suo tempo (1991), espresso in un percorso di integrazione tra differenti culture religiose (Chiesa Cattolica e Chiesa Ortodossa, don Adani e don Zanetti).

Come ben evidente Competenze e Diversità sono due valori che le due testimonianze mettono a fattor comune per assicurare una buona Leadership Contemporanea capace di aiutare le nostre imprese nel complesso impegnativo percorso verso la continua crescita ed un futuro sostenibile.

A conclusione della mia riflessione, quale sintesi di filosofia manageriale illuminata e concreta testimonianza di leadership straordinaria, una frase di Henry Ford: «Mettersi insieme è un inizio, rimanere insieme è un progresso, lavorare insieme un successo».

Massimo Bacci, Harmonious Officina per soluzioni

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