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venerdì, Aprile 19, 2024

Quel velo di libertà che non si afferra

Quando ho visto la pubblicità dell’Ue sulla libertà di indossare il velo per le donne di religione islamica mi sono chiesta se ce n’era bisogno o se ci fosse necessità di difendere la libertà di chi non lo vuole indossare. Abolito il tabù nel mondo occidentale di donna scollata, donna di facili costumi, siamo tutte libere di portare il monokini o i pantaloni ascellari senza essere giudicate se non per la ciccia di troppo, ma ci troviamo a fare i conti con modi diversi di vestire che, però, non so quanto siano moda o quanto espressione di una sottomissione. Cercando quindi di liberare la mente da frasi populiste e giudizi troppo affrettati, rimane quel senso di impotenza del non riuscire a capire se le ragazze di Kabul sono felici di non poter uscire se non accompagnate da un familiare uomo o se le mogli di immigrati in Occidente sono contente di fare figli e coprirsi i capelli per andare al supermercato. Probabilmente qualcuna sì, per educazione ricevuta, per retaggio del passato, perchè così risparmia di parrucchiere… Ma se anche la minoranza se lo volesse togliere, non sarebbe giusto lo potesse fare? Come sarebbe giusto non essere uccisa perchè attivista per i diritti delle donne, invece Frozan Safi è stata trucidata con il viso crivellato di colpi in Afghanistan.

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ps: la campagna “Beauty is in diversity as freedom is in hijab” è stata ritirata

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