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domenica, Novembre 24, 2024

Sempre meno banche sul territorio

Arretra l’offerta di credito per le PMI

Si sottovalutano le esigenze della clientela, privilegiando il conto economico e le Istituzioni di vigilanza. Non intervengono e le PMI ‘soffrono’ per i loro investimenti.

Le banche stanno desertificando progressivamente i territori di insediamento della propria rete sportellare: non tengono conto affatto della complessità geografica e sociale delle regioni: i dati anche più recenti confermano la ‘inesorabile’ rarefazione degli sportelli bancari (es: in toscana nei soli ultimi 12 mesi -3,8% pari a 60 sportelli chiusi). La popolazione specie nei comuni ‘rurali’ o comunque periferici viene penalizzata dalla chiusura massiva delle agenzie. Non viene presa in considerazione per ‘politica di bilancio e taglio dei costi’ la domanda di privati ed imprese in termini di servizi finanziari (ed anche gli sportelli postali per la stessa logica vanno a chiusura). In generale c’e’ da parte del ‘sistema’ l’esigenza di ridurre i costi operativi che si traduce in taglio dei fitti passivi, degli sportelli e del personale che spesso viene messo in mobilità o prepensionamento (leggi grandi banche come Unicredit o MPS). Ma il concetto di banca di prossimità o del territorio riteniamo che non sia superato non solo sul piano teorico ma anche su quello di una offerta necessaria di credito alle imprese, soprattutto quelle di minori dimensioni. Ecco perché le cd. Banche Fintech, come Banca Progetto, fanno aprire gli sportelli ai loro agenti monomandatari (dipendenti, per capirci, a costo variabile). Andando verso la conclusione di questa riflessione si puo’ affermare che non e’ certo un caso che le maggiori banche italiane vedano diminuiti i volumi e la ‘propensione’ di erogato alle PMI e le nuove banche Fintech siano in controtendenza insieme alle banche di Credito cooperativo (non tutte per la verità). Ovviamente le percentuali di crescita e decremento complessivi non sono comparabili ( le prime 10 banche per dimensione in Italia detengono non meno del 70/75% delle quote di mercato), ma una attenta riflessione certamente si pone, anche per le autorità monetarie e di governo. L’efficienza e l’equilibrio costi/ricavi rimane certamente fondamentale anche per le aziende di credito, che però – occorre ricordare – svolgono un servizio ed un supporto all’economia di alto interesse pubblico. Registrare una diminuzione degli impieghi bancari ( specialmente quelli a medio-lungo termine) significa non accompagnare adeguatamente gli investimenti produttivi e quindi lo sviluppo economico del Paese. Di questo problema devono, a nostro avviso, farsi carico anche le banche ‘maggiori’ pensando anche al loro futuro, e soprattutto le autorità di vigilanza che non debbono controllare solo il rispetto della trasparenza e della privacy importanti ma non decisive per lo sviluppo reale di un paese che può esserci solo con aziende che che sostengono investimenti produttivi e livelli occupazionali……..

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GIANFRANCO ANTOGNOLI concredito

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