In questi ultimi tempi ho avuto modo di tornare più di frequente a casa mia, a Siena, in campagna. Una delle poche belle novità di questa situazione è che, per le persone come me, divise tra domicilio e residenze interregionali, il lavoro da remoto si è rivelato una bella occasione per godersi la casa di famiglia al di là dei classici weekend programmati che, già un mese prima di muoverti, sapevi di avere i minuti contati tra raduni parentali e merende-aperitivi-cene con amici.
Così, dopo tanti anni, ti ritrovi nel silenzio e nella pace di quello spazio, tuo e non più tuo, che comunque sarà sempre un “rifugio”. Le giornate sono scandite diversamente, mi sveglio con la luce dalla finestra e non con la sveglia, la TV resta spenta così come il cellulare che prende poco. Il caffè è già pronto grazie ai primi che si sono alzati, e il catino dei panni da stendere anche, visto che “tanto lavori da casa e puoi pensarci tu”.
Se ne va finalmente quella fastidiosa sensazione di tornare come ospite, delle celebrazioni affettuose (sia ben chiaro graditissime) a cui ormai ti eri abituato perché quando “tornano i ragazzi” c’è da fare la spesa, pensare al menu, come si saranno organizzati, dove dormono … e tutto questo ti spiattella in faccia l’amara verità: hai fatto la tua scelta, te ne sei andato, non si può tenere il piede in due scarpe.
Comunque, torniamo a noi. A parte le canoniche otto ore col culo appiccicato alla sedia e le cuffie che ti accessoriano la testa, si possono trovare veramente tanti momenti per prendere una boccata d’aria o distrarre la testa dal lavoro in modo differente dalla vita di città che comunque, se vuoi, può offrire anch’essa qualche soluzione “naturale”.
La mattina presto il canto degli uccellini è un coro allegro ed energico, si sente che si son svegliati di buon umore! Fa bene uscire subito, un po’ coperti, e fare due passi prima di mettersi alla scrivania. L’umidità delle prime ore è un tonico eccezionale per le erbe aromatiche che, se colte appena asciutte dalla rugiada della notte e sempre prima della fioritura, manterranno un profumo intenso e duraturo sia fresche che essiccate.
Origano, timo, lavanda e maggiorana vanno invece colte in periodo di fioritura. Oltre a consumarle fresche, si possono congelare, essiccare raccolte in buste di carta e appese in dispensa, usarle per tisane oppure come olii aromatici in aggiunta ad aglio e peperoncino a piacere. Ci sono un’infinità di soluzioni, internet alla mano.
Le giornate trascorrono regolari tra telefono e mail ed arrivati alla pausa pranzo, a meno che non vi sia qualcuno a casa con cui condividere un piatto di pasta e due chiacchere, mi sgranocchio qualcosa davanti al PC e sfrutto la mia “ora d’aria” per starmene un po’ al sole, fare due coccole al gatto e giro d’ispezione in giardino: le prime fioriture, qualche bietola e cespo di insalata, due cipollotti…
Spesso si pensa che fino all’estate sia impossibile nutrirsi di qualcosa di diverso da queste due o tre piante se non andando al supermercato, ovviamente. Ebbene la Primavera è un momento eccezionale per godere delle erbe spontanee che nascono nei nostri prati e campi; riconoscerle all’inizio è un po’ più complicato ma ci si fa presto l’occhio.
Avere un esperto di botanica a nostro fianco oppure una nonna come era la mia, abituata a fare quotidianamente la spesa tra fossi e scarpate, sarebbe sicuramente il modo migliore e più sicuro per addentrarsi in questo magico mondo ma purtroppo non sempre si può e allora vi dico che per tutti gli autodidatti esistono delle App fatte molto bene e dei libri, anche tascabili, con foto e descrizioni impeccabili.
Le erbe selvatiche sono altamente disintossicanti e diuretiche e, proprio perché la Natura non lascia mai nulla al caso, lei ce le fornisce, tenere e rigogliose nella stagione in cui abbiamo più bisogno di rinnovarci, di fare pulizia dal pesante inverno appena trascorso. Provare per credere! Preparatevi una misticanza di tarassaco, rucola, pimpinella, melissa, portulaca, fiori di calendula o di borragine… e il giorno successivo una classica insalatona con lattuga in busta e pomodorini… Vedrete che differenza in termini di visite alla toilette!
In merito a questo, infatti, consiglio di scegliere sempre la via di mezzo perché il nostro corpo non è abituato a una tale concentrazione di oligoelementi e vitamine: acquistate in modo consapevole le vostre insalate, oppure coglietene all’occorrenza un cespo dall’orto (sì lo so, è una rottura sono piene di terra, ma pensate che nervoso quando se le saranno mangiate tutte le lumache!) e mescolatela ad erbe selvatiche e fiori commestibili. Sarà squisita ve lo garantisco, sono riuscita a farla mangiare anche a mio suocero che considera il riso integrale un esotismo culinario.
Il loro uso nelle nostre ricette è infinito e uno più gustoso e sano dell’altro, non di meno gratis.
Pasta con il sugo di asparagi selvatici, tortelli ripieni alle ortiche, frittata di ceci ed erbe, torte salate o erbazzoni, frittura di fiori d’acacia, gnocchi di malva e prosciutto e molto altro ancora… Munitevi di un buon libro o una delle tante App disponibili (non ne pubblicizzo nessuna in particolare, le ho provate diverse e direi che il punteggio recensioni di ciascuna è attendibile), un cestino e scarpe buone, e tanta tanta fantasia in cucina! Vi divertirete e sarà la “spesa” più catartica che abbiate mai fatto.
Buona scampagnata.