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martedì, Aprile 23, 2024

Vi parlerò del mio approccio al cibo sano

Ciao Margherita, parlaci di te…

“Sono senese, ma vivo a Milano con mio marito Niccolò, anche lui senese. Lavoro per una nota azienda sanitaria locale e vi dico subito che non parlerò mai di questa materia in quanto non sono un medico e non mi sembra etico. Potrò invece parlarvi della mia esperienza di giovane donna curiosa e appassionata, alla ricerca di un equilibrio che i nostri tempi, già da molto prima della pandemia, rendono sempre più precario e difficile, perché si sa…una persona che sta bene e basta a sé stessa, consuma meno. Oggi la nostra società ha messo su la maschera dell’healthy, green and organic, svuotando completamente di significato le parole che nella nostra lingua hanno un corrispettivo e che suonano tanto modaiole quanto ridicole: ormai si vuol confondere e ingannare anche il più convinto salutista. Fortunatamente le mie origini toscane, la famiglia e il contatto con la natura che conservo sempre forte dentro di me, sono la garanzia di saper ancora distinguere la qualità dalla “fuffa”. Cerco il più possibile di essere consapevole, di dare sempre importanza ad ogni piccolo gesto quotidiano, di fare la mia parte in questo mondo”.

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Sei un’esperta in questo campo?

“Non lo sono. E poi quale campo? Natura, cibo, salute, ambiente? Credo sia tutto collegato, per cui: leggo e mi documento, faccio esperienze, frequento corsi, faccio delle prove che condivido con Niccolò che tendenzialmente è carnivoro, mentre io non molto. Le mie convinzioni, le mie scoperte sono tutte in divenire e mi piacerebbe confrontarle con il parere degli altri. Apprezzo sicuramente chi, in questi tempi difficili che ci portano a pensare frequentemente alla nostra salute, tenta di pensare con la propria testa, si pone delle domande e le condivide. Questo è quello che posso offrire a Siena Post, ad esempio il mio incontro con le erbe selvatiche e cosa ci regalano in cucina, oltre ad essere gratuite. Ma anche altro ancora”.

Scusa Margherita, te lo dobbiamo chiedere. I tuoi approcci ci fanno pensare che anche tu sei una NoVax. Lo sei?

“Sono una persona che crede tantissimo in cosa possono darci la natura e le nostre scelte di mobilità e di acquisto. Questo può essere un pensiero globale condiviso, ma non merita di essere tacciato di appartenenza a questo o quel movimento. Anzi è una occasione per esprimersi a favore indistintamente di tutta la vita. Per il vaccino ho poco da dire. La mia professione mi ha messo di fronte alla necessità di farlo e mi è stata somministrata anche la versione oggi più discussa”.

Come chiamerai la tua rubrica? Quanto pensi di renderla frequente?

“Avevo pensato di chiamarla “Il senso della misura”, tema aristotelico ma anche oraziano (la sua aurea mediocritas era la convinzione che la scelta di vita fondata sul giusto mezzo fosse la migliore) applicato tanto saggiamente quando inconsapevolmente dai nostri vecchi grazie al naturale intuito e alla semplicità delle buone pratiche di un tempo. Stiamo velocemente e completamente perdendo quel senso d’orientamento alla Natura di cui avevamo una percezione ben chiara fintanto che il nostro istinto è rimasto vivo e vigile. Le conseguenze di questa perdita sono intimamente chiare ad ognuno di noi. E il bisogno di trovare una risposta è soggettivo, nel senso che ognuno può trovare conforto in diverse soluzioni e tempi, ma anche universale in quanto ormai ci accomuna tutti”.

“La frequenza della rubrica sarà dettata, appunto, dall’istinto e un po’ di “ispirazione”, mi posso prendere la responsabilità di scrivere qualcosa una, due volte al mese. Se lo farò più frequentemente vorrà dire che l’angosciante responsabilità che sento ora di scrivere cose interessanti e intelligenti sarà stata mitigata dai commenti e dall’incoraggiamento dei lettori. Ciao ciao”.

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